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Il Governo riserva 30 miliardi contro il caro-bollette, riattiva le trivelle e fissa il nuovo quadro macroeconomico

Il Governo definisce il nuovo quadro macroeconomico con la Nadef e approva anche il decreto sui ministeri. Ma sul Superbonus e il Rdc tutto tace

Il Governo riserva 30 miliardi contro il caro-bollette, riattiva le trivelle e fissa il nuovo quadro macroeconomico

Si è concluso il primo Cdm (Consiglio dei ministri) del Governo Meloni su temi economici. Al centro l’approvazione del Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, che traccia il perimetro per la prossima Legge di Bilancio. Insieme alla Nota è arrivata sul tavolo del Cdm la Relazione del Governo al Parlamento sull’aggiustamento di bilancio per sbloccare le risorse a favore di famiglie e imprese contro il caro energia. Per questo, gli interventi sulle bollette dovranno aspettare la prossima settimana. “Noi riusciamo, per il 2022, a liberare grazie all’extragettito” dell’Iva e a un “terzo trimestre favorevole, circa 9 miliardi e mezzo che la prossima settimana vorremmo utilizzare sul caro energia“. Così ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, aggiungendo che “in totale, con la Nadef individuamo 30 miliardi per il caro energia fino al 2023″.

Via libera alla Nadef: deficit 2023 al 4,5%, spazio da 23 miliardi

Nella Nadef, che l’esecutivo ha aggiornato con il quadro programmatico, la crescita del Pil per il 2022 è prevista al 3,7%, al rialzo rispetto al tendenziale del precedente documento messo a punto dal Governo Draghi (3,3%). Il Pil 2023 viene confermato al +0,6% (contro lo 0,6% stimato dal Governo Draghi che aveva fornito solo il tendenziale, senza gli effetti delle politiche economiche). Per quanto riguarda invece l’indebitamento netto si alza l’asticella: per quest’anno è fissato al 5,6% del Pil, a fronte di una stima tendenziale al 5,1%. Per il prossimo anno il deficit programmatico scende al 4,5% del Pil nel 2023 (ma superiore al 3,4% stimato dal Governo precedente), necessario per contrastare i rischi di recessione in arrivo, per poi prospettare una discesa verso il 3,7% nel 2024 e il 3% nel 2025. Ciò consentirebbe un margine di manovre di 23 miliardi per il prossimo anno. Risorse in deficit che saranno la base di partenza della manovra di bilancio, il vero banco di prova del nuovo Governo, che ha meno di due mesi per approvarla, pena l’esercizio provvisorio. Una vera corsa contro il tempo.

Il disavanzo aggiuntivo sarà destinato “interamente al contrasto al caro energia”. Il governo prevede anche “un discesa del debito costante fino a 141,2% nel 2025”, ha aggiunto ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa.

Cdm mette a punto anche norma su trivelle

Il Cdm ha dato l’ok alla norma sulle nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas in Italia, saranno contenute in un emendamento al decreto legge Aiuti ter. “Configureremo un’altra misura sul tema dell’energia come emendamento all’attuale decreto aiuti in conversione: la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati”, ha detto ancora la premier Meloni in conferenza stampa. “Un prezzo per mettere in sicurezza le aziende più energivore”, ha concluso.

Approvato anche il decreto sui ministeri

“Il Cdm ha approvato anche il decreto ministeri che contiene alcune novità sulle denominazioni che abbiamo scelto e che raccontano quelle che sono le nostre priorità nell’azione del Governo”, ha detto il prensidente del Consiglio. “Ho chiesto di essere qui anche al ministro Pienatedosi” per fare il quadro sulla questione migranti e delle navi delle ong e su quelli che sono stati i “nostri interpelli” sul tema migranti in sede europea.

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