Alcune recenti vicende societarie italiane hanno riportato prepotentemente alla ribalta il tema, più generale e decisamente cruciale, del governo delle imprese, dopo un periodo in cui l’attenzione sembrava essersi prevalentemente concentrata sugli altri due elementi, Environmental e Social, dell’acronimo ESG.
Anche per questo motivo contingente di stretta attualità va accolto con interesse il nuovo libro di Luigi. A. Bianchi “La gestione dell’impresa – I consigli d’amministrazione tra regole e modelli organizzativi”, edito dal Mulino (pagg. 312, euro 22,00). Una materia, quella della governance societaria, considerata, generalmente, riserva di esercitazioni intellettuali di una cerchia ristretta di specialisti, e che, invece, merita di essere diffusa non solo a fini di un generico ampliamento conoscitivo, ma, anche e soprattutto, per acquisire una maggiore consapevolezza del suo reale impatto nel contesto del nostro Paese.
Un primo merito non banale che va riconosciuto a Luigi Arturo Bianchi, docente di Diritto Commerciale all’Università Bocconi di Milano e con una esperienza maturata sul campo nella sua veste di consigliere di amministrazione e di membro di organismi di controllo e di vigilanza in grandi imprese, è l’aver delineato un quadro sistematizzante di una materia, tanto complessa quanto affascinante, offrendo al lettore un valido supporto cognitivo, arricchito dagli esiti del proprio vissuto professionale. Un’operazione condotta – ed è questo un secondo importante merito del libro – con un linguaggio chiaro e accessibile, che, senza intaccarne il rigore scientifico, rende la lettura del testo, decisamente, agevole ed attraente.
Passando all’impianto del libro, complessivamente articolato in 12 capitoli, dopo una descrizione accurata della specifica situazione italiana e del relativo quadro di riferimento normativo, si esaminano nel dettaglio le caratteristiche distintive del governo societario italiano, cogliendone le differenze più rilevanti rispetto al modello adottato negli Stati Uniti definito “board centric”, in particolare, per quanto concerne il ruolo ancora determinante nel nostro Paese dell’Assemblea degli azionisti.
Dopo essersi soffermato ad analizzare accuratamente i principali obblighi gestionali degli amministratori, Bianchi affronta il tema della direzione d’impresa, descrivendone gli aspetti organizzativi e strategici ad esso correlati, nonché il suo impatto concreto sugli stessi amministratori, sia sotto il profilo della gestione corrente, che delle operazioni straordinarie.
La trattazione della materia del governo societario risulta completata, poi, dai capitoli dedicati agli obblighi di controllo, che fanno capo agli amministratori e dalle specificità che li contraddistinguono nello svolgimento della loro “mission” in una società di emittenti. Un profilo analitico, quest’ultimo, che si allarga opportunamente all’illustrazione delle figure degli amministratori indipendenti e di quanti sono nominati dalle minoranze societarie.
Il libro si chiude con uno spazio limitato (ma di notevole importanza) dedicato al ruolo del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, una figura introdotta nel nostro ordinamento giuridico dalla cosiddetta Legge sul Risparmio del 2005. Di questa figura, di grande rilievo aziendale, vengono esaminati, in particolare, i livelli di autonomia operativa, indispensabili per uno svolgimento soddisfacente dei propri compiti, nonché i complessi e delicati aspetti di interrelazione con gli organi delegati della società.
In definitiva, questo è un libro, come esplicitamente affermato dallo stesso autore nella sua Presentazione, che si propone di contribuire a colmare un’evidente e seria lacuna nella letteratura in materia di governo societario. Un obiettivo, sicuramente sfidante, perseguito con un’originalità di approccio, che consente una reale ed efficace fruibilità di questa opera anche al grande pubblico.