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Il Giappone cerca di evitare il suo fiscal cliff

Circa due mesi fa, il 5 settembre, avevamo notato che il famoso “fiscal cliff” americano non è il solo “precipizio di bilancio” in cui rischia di cadere l’economia. Ve n’è anche una versione giapponese. A che punto siamo con gli sforzi di evitare quel particolare baratro?

I legislatori a Tokyo hanno fatto qualche passo avanti. Il problema stava nel ritardo della Dieta nell’approvare il bilancio, ciò che avrebbe portato a un fermo completo dei servizi pubblici in Giappone, venendosi a inaridire la possibilità di finanziarli. L’opposizione aveva ostacolato l’approvazione e voleva in cambio una data per muove elezioni. Ma, almeno nella Camera bassa, un accordo è stato raggiunto ieri, e il Governo potrà emettere titoli per finanziare il 40% del bilancio. Altrimenti, per la prima volta dalla fine della guerra, Tokyo avrebbe dovuto mandare a casa i dipendenti pubblici.

Il primo ministro Noda è sotto pressione da quando ha raddoppiato l’imposta sui consumi, per ridurre il deficit che continua ad alti livelli. Il Fondo monetario stima per l’anno prossimo un debito pubblico pari al 245% del Pil, un record per i paesi industriali. Anche se bisogna dire che una grossa parte di questo debito è detenuto all’interno della sfera pubblica (dalla Banca del Giappone, dal sistema di sicurezza sociale e da altre agenzie pubbliche o parapubbliche), tale che il debito pubblico netto è pari al 145% del Pil.

Japan Today

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