Risalente al 1520, il dipinto di Quentin Metsys apparve un secolo dopo nella Galleria di Cornelis van der Geest, in compagnia di Peter Paul Rubens, Anthony van Dyck e dei sovrani dei Paesi Bassi spagnoli. Emerse poi all’asta nel 1920, mascherato da numerose aggiunte, ma ora è stato riportato al suo splendore originale e molto ammirato.
Il dipinto raffigura la Vergine col Bambino abbracciati affettuosamente mentre sono seduti su un trono regale. Cristo, raffigurato come un robusto infante nudo, avvolge entrambe le braccia attorno al collo della madre e la bacia. La Vergine se lo stringe saldamente al seno e fa delicatamente fiorire un gambo di ciliegie tra le dita pizzicate della mano destra. Attraverso la grande finestra ad arco a sinistra è visibile un palazzo romanico in riva ad un lago. Ricche di simbolismo, le ciliegie hanno connotazioni celesti come frutto del cielo, mentre il loro colore indica il futuro sangue della passione di Cristo e del sacrificio sulla croce. La natura morta in primo piano elabora il tema del futuro sacrificio di Cristo, con una mela gialla che si riferisce al ruolo di Cristo come nuovo Adamo.
La storia del dipinto e la provenienza
Il primo proprietario registrato della Madonna delle ciliegie fu il famoso collezionista d’arte dell’inizio del XVII secolo Cornelis van der Geest che, secondo i resoconti contemporanei, resistette ai tentativi degli arciduchi di ottenere da lui il dipinto. Del dipinto si persero tutte le tracce in seguito alla vendita ad un acquirente anonimo nel 1668. Ricomparve all’asta a Parigi nel 1920 ma non era più riconoscibile a causa di diverse aggiunte, come uno spesso strato di vernice scolorita e ridipinture, tra cui una tenda verde dipinto sul paesaggio di sfondo. È riapparso ancora una volta nel 2015 all’asta di Christie’s era stato precedentemente venduto per 254.500 sterline, ancora rovinato dalle aggiunte successive ed etichettato come versione in studio. Dopo un successivo trattamento conservativo, che ne ha rivelato l’eccezionale qualità e stato di conservazione, gli studiosi l’hanno riconosciuto come la prima versione del capolavoro di Metsys.
Il tema della Madonna delle Ciliegie deriva dall’esempio di Leonardo da Vinci di due decenni prima. Nel dipinto di Metsys, la parte inferiore del corpo di Cristo, in particolare le sue cosce pesanti, e il caldo modellamento della carne, ricordano i tipi figurali e lo sfumato di Leonardo e dei suoi allievi. Metsys rende anche omaggio allo sviluppo del tema della Vergine e del Bambino abbracciati teneramente da parte del suo contemporaneo Gerard David, accompagnato da una natura morta, evidente nella Sacra Famiglia recentemente acquisita da Getty.
L’autore, Quentin Metsys, padre della scuola di pittura di Anversa
Egli fu il principale pittore di Anversa all’inizio del XVI secolo. Era noto per i suoi ritratti avvincenti, l’uso sofisticato del colore e le rappresentazioni di emozioni ed espressioni. Ispirandosi all’esempio dei predecessori del XV secolo e alle influenze italiane, il suo lavoro segnò un punto di svolta nella storia dell’arte olandese. Quando Anversa si affermò come centro di innovazione artistica, Metsys introdusse nella regione nuovi tipi di ritrattistica e pittura secolare. Nel XVII secolo era considerato il “padre” della scuola di pittura di Anversa dai collezionisti e dai principali artisti dell’epoca, in particolare Peter Paul Rubens.