Giustamente, il G20 ha evitato di mettere il Giappone sul banco degli accusati per quanto riguarda il deprezzamento dello yen. Lo stesso Fondo monetario aveva osservato come fosse inappropriato parlare di guerre valutarie, quando la politica monetaria del Giappone è volta a sconfiggere la deflazione che affligge il paese da molti anni e in ogni caso lo yen viene solo riportato ai livelli di cambio effettivo reale di prima della Grande recessione.
La borsa di Tokyo è quindi partita al rialzo, sfiorando il 2% di crescita, mentre lo yen è tornato a quota 94. La performance del Nikkei ha trascinato al rialzo anche l’indice regionale, che è salito dello 0,5% (escluso il Giappone, sarebbe rimasto stabile – oggi hanno riaperto i mercati cinesi dopo la lunga pausa del nuovo anno lunare).
L’euro è stabile, intorno a 1,335, mentre il petrolio WTI è in regresso, sotto i 96 $/b. L’oro si conferma debole, a quota 1615 dopo essere sceso addirittura sotto quota 1600. Le analisi tecniche danno segnali negativi per i giorni a venire.