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Il Food che riparte: Cheese dà appuntamento a settembre a Bra

Il mondo internazionale del formaggio a latte crudo si ritrova dal 17 al 20 settembre sotto l’egida di Slow Food. La difesa della biodiversità e della produzione naturale sono un imperativo dopo quello che ci ha insegnato il Covid

Il Food che riparte: Cheese dà appuntamento a settembre a Bra

Dopo la lunga notte della Pandemia il mondo del food italiano si rimette in moto. Cheese, il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte, organizzato dalla città di Bra e da Slow Food terrà a settembre la sua tredicesima edizione. Sono già state fissate le date: dal 17 al 20.

«Nonostante il momento di difficoltà mondiale legato alla pandemia, abbiamo scelto di lavorare per la ripartenza della cultura, del turismo e della città, confermando la tredicesima edizione di Cheese – spiega il sindaco di Bra Gianni Fogliato –. Coniugando lo spirito che ha sempre caratterizzato la manifestazione con le necessarie regole sanitarie, vogliamo tornare a essere comunità che accoglie, realtà da vivere, luogo di relazione e crescita. Cheese è un grande patrimonio della Città di Bra: ci auguriamo possa essere un simbolo di fiducia e rinascita, rafforzando i valori che contraddistinguono il nostro territorio anche attraverso gli ideali che ogni due anni casari e pastori portano qui da tutto il mondo, e contribuendo a dare il necessario ossigeno alle attività locali e al comparto turistico».

«Pastori e casari – sottolinea dal canto suo Daniele Buttignol, direttore generale di Slow Food Italia – come tutto il mondo agricolo, sono tra le categorie che hanno sofferto di più la crisi: la natura, infatti, non si è mai fermata e gli animali hanno continuato a produrre latte. Purtroppo, molti casari che ospitiamo a Cheese hanno visto sfumare un importante sbocco di mercato con la chiusura delle attività di ristorazione e le restrizioni imposte a mercati e fiere. Ritrovarci nuovamente a Bra quest’anno, ovviamente nel pieno rispetto delle misure di sicurezza previste, assume quindi un significato ancora più forte» dichiara”.

La macchina organizzativa di Cheese 2021 è già avviata: si sta studiando come adattare i format storici di Cheese e facilitare occasioni di conoscenza, degustazione, educazione in presenza e in piena sicurezza. Mantenuti in programma i grandi classici: il Mercato dei formaggi e la Via degli Affinatori, punto di riferimento per appassionati e buyer, le conferenze di approfondimento e i momenti ludici per famiglie e bambini.

La manifestazione è da sempre all’avanguardia nel dibattito intorno al settore lattiero caseario di qualità, grazie alla partecipazione di pastori, casari, stagionatori e affinatori che si confrontano, sui palchi ufficiali delle conferenze e negli incontri informali, con cuochi, negozianti, tecnici e accademici, italiani e stranieri. Dalla prima edizione del 1997 a oggi sono state condotte tante battaglie, dalla difesa del latte crudo al no ai formaggi fatti con il latte in polvere, dai focus sulle normative e sulle politiche Europee, all’analisi delle storture del mercato del latte (che schiaccia i piccoli e omologa la produzione).

Tutto ciò ha fatto maturare una nuova consapevolezza tra i produttori presenti e l’opinione pubblica sull’importanza della produzione naturale, non solo di formaggi, ma anche di salumi e pani, vini e birre. Naturale è possibile, è stato lo slogan di questi anni: si possono allevare gli animali al pascolo e produrre formaggi a latte crudo senza aggiungere fermenti selezionati.

Un’idea non nostalgica, ma innovativa e strategica per il futuro del cibo, per riconsegnare alla natura ciò che le appartiene, usando tutte le tecnologie che si sono affermate in questi anni, senza però compromettere le materie prime e il loro legame con il territorio. Oggi, con le nuove consapevolezze che ci lascia in eredità la pandemia di Covid-19, è diventata una necessità, un imperativo: difendere la biodiversità, a partire da quei preziosissimi microorganismi che naturalmente si trovano nelle malghe e nelle stalle e sono fondamentali per determinare unicità e qualità di ogni singolo formaggio, è un dovere nei confronti di chi verrà.

È una vera, concreta, efficace e attuabile forma di transizione ecologica. E i formaggi, ancora una volta, sono perfetti testimonial di un’avanguardia che affonda le proprie radici nel solido e millenario rapporto tra esseri umani, animali e ambiente.

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