Il fantasma di Ralph Whitworth incombe sulla campagna delle assemblee della Corporate America. Mister Whithworth, in quanto responsabile di Relational Investor, ha avuto mandato da uno dei suoi clienti più imporatnti, il fondo dei dipendenti pubblici della California Calpers, mandato di far piazza pulita dei “consiglieri zombie”, ovvero quei membri dei board delle società quotate che non hanno ricevuto la maggioranza in assemblea. Per capire le dimensioni del problema, basti dire che Relational Investor ha messo nel mirino 52 “zombie” per la campagna assembleare in corso. Ma l’anno scorso , in ben 41 casi, il board ha riconfermato gli amministratori sconfessati. Il tutto in base ad una norma del Delaware, lo Stato che ospita il maggior numero delle quotate (e si capisce il perchè…) , ha di recente ribadito la legittimità della legge che consente al board di non tener conto del voto negativo dell’assemblea su un amministratore gradito alla maggioranza che, tra l’altro, si perpetua grazie al sistema dei voti plurimi…
Insomma, anche in materia di corporate governance non sempre l’erba del vicino è la più verde. Eppure la campagna assembleare americana ha già regalato due colpi di scena. Il confronto tra l’azionista activist David Einhorn e Tim Cook all’assembea Apple sulla distribuzione dell’enorme cash dell’azienda di Cupertino (n quell’occasine Calpers si è schierato con i vertici aziendali) e le dimissioni di Ray Lane dalla poltona di ceo di Hewlett Packard dopo le violente contestazioni rispetto ad un’ acquisizione decisa dai manager . Non meno calda si annuncia la stagione assembleare europea. Stavolta nel mirino ci sono le retribuzioni dei manager. Il primo a finire sotto il fuoco di fila dei gestori è stato Danel Vasella, numero uno di Novartis, liquidato dal colosso del pharma con 72 milioni di franchi svizzeri. In questi giorni è d’attualità la contestazione nei confronti dei banchieri, dal Crédit Suisse a Julius Baer.
Difficile che la stagione delle assemblee italiane offra momenti di dibattito altrettanto spettacolari. In casa Tod’s Diego Della Valle, il “Pierino” che agita le acque dei board della Corporate Italia si è limitato ad una battuta rivolta ai soci Tod’s riuniti a Sant’Elpidio a Mare: “Non temete, finché campa mio fratello avrete il dividendo. Serve pure a lui…”. Non c’è stato, contro la tradizione, un confronto polemico tra soci e board all’assemblea Telecom Italia (forse perché Beppe Grillo è ormai in altre faccende affaccendato). La vera partita, per ora, riguarda il cda che il giorno 8 maggio dovrà pronunciarsi sull’offerta di H3G promossa da Franco Bernabé. Nessun colpo di scena nemmeno all’assemblea Fiat. I prossimi colpi di scena del Lingotto riguardano l’assemblea che celebrerà le nozze tra Fiat Industrial e Cnh. O, più rombante, il meeting dei soci Exor convocata sulla pista di prova dei maxi veicoli industrali.
Grande è l’attesa, in ogni caso, per le assemblee bancarie. Dopo le assemblee dl Banco Popolare, Bper e Banco Popolare, i riflettori sono concentrati sulla banca di sistema: Intesa San Paolo. Lunedì 22 aprile l’assemblea ordinaria del gruppo sarà chiamata a nominare i componenti del consiglio di sorveglianza per gli esercizi dal 2013 al 2015. Sembra decisa una riconferma alla presidenza di Giovanni Bazoli, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cariplo, soci di peso della banca di Ca’ de Sass. Al consiglio di sorveglianza spetta poi l’incarico di nominare i membri del consiglio di gestione, il ramo più operativo in un sistema di governance duale. E’ ormai scontato il cambio della guardia tra Andrea Beltratti e Gian Maria Gros-Pietro alla presidenza del consiglio di gestione. “E’ un’ottima persona” ha detto Beltratti a proposito di Gros-Pietro.
Due le partite più “agitate”. Il 27 aprile si affronteranno i soci della Banca Popolare di Milano, alla vigilia della trasformazione da cooperativa a spa. In quell’occasione non si tratterà solo di approvare l’esito dell’operazione pulizia (429 milioni di “rosso”) e l’aumento di capitale da 500 milioni per rimborsare i Tremonti bond. Ma, in particolare, si affileranno le armi in vista dell’assemblea del 22 giugno che dovrà esprimersi sulla trasformazione di Banca Popolare di Milano in Spa, osteggiata da più sigle sindacali. In quell’occasione, ha annunciato il presidente del consiglio di gestione Andrea Bonomi, sarà introdotto il voto telematico ed il voto sarà tracciabile.
Ancor più calda, per ovvi motivi , s’annuncia l’assemblea del Monte Paschi del giorno 29 aprile. In quell’occasione, infatti, i soci dovranno approvare l’azione di responsabilità nei confronti dell’ex presidente Giuseppe Mussari e dell’ex direttore generale Antonio Vigni un’azione di responsabilità sociale, e nei confronti della banca d’affari Nomura. Voterà a favore anche la Fondazione. Chissà che dirà Beppe Grillo che ha già annunciato la sua presenza in quel di Siena.
Giorni cruciali anche per il sistema assicurativo, alla prima verifica dopo i terremoti del 2012. A Trieste tutto è pronto per la prima di Mario Greco che si presenta a gli azionisti dopo otto mesi ai vertici delle Generali . Potrebbe essere l’occasione per avere notizie fresche sulle prossime cessioni del Leone, dopo la vendita del 12% di Banca Generali. Finora sia l’operazione Bsi, banca specializzata nel wealth management, che l’uscita da Generali Usa Life Reinsurance, si è rivelata più difficile del previsto. Sul fronte degli azionisti interni, con il prossimo rinnovo del consiglio d’amministrazione (che scenderà da 17 a 11 membri) non mancherà a Greco l’appoggio incondizionato soprattutto dei tre privati che lo hanno fortemente sponsorizzato (Del Vecchio, Caltagirone e De Agostini). Non è di fatto problematico neppure il rapporto con l’ad di Mediobanca (primo azionista di Generali), Alberto Nagel. Greco, da quando è in sella, ha chiaramente detto che è finita l’epoca delle partecipazioni “strategiche” e dei patti di sindacato in cui Generali era stata chiamata come portatrice d’acqua. Di qui il no all’aumento Rcs. Sarebbe interessante conoscere l’opinione di Greco su Telecom Italia, ma il ceo avrà buoni motivi per defilarsi: il presidente Gabriele Galateri fa èarte del comitat ristretto che dovrà pronunciarsi sull’operazione.
Il 29 aprile, invece, si terrà l’assemblea di bilancio di Fondiaria Sai chiamata ad approvare i conti del tormentato 2012. In vista contestazioni da parte di dipendenti ed agenti, quasi inevitabili alla vigiiandi una complessa operazione di integrazione in Unipol. Dopo la doccia fredda di Prysmian , che ha anticipato un 2013 più difficile , cresce l’attesa per i risultati del made in Italy.
Infine, grande attenzione ai conti delle grandi uilities di Stato: Enel, appuntamento per il 30 aprile, Enel Green Power (premiata dagli investitori dopo il road show londinese) ed Eni. Per l’occasione Paolo Scaroni dovrà affrontare l’offensiva di Eric Knight deciso a chiedere la cessione di Saipem, altra assemblea attesa con grande attenzione dai rappresentanti dei fondi internazionali.
La maratona dei conti di fine aprile, comunque, si chiuderà il giorno 30 in aria di matrimonio: tutti all’assembea di Atlantia, che dovrà pronunciarsi sulla fusione con Gemina. A Londra gli analisti hanno promosso l’operazione. Non tutti i soci Gemina, per la verità, apprezzano i termini delle nozze. Almeno dietro le quinte. In assemblea potrebbe essere un’altra storia.