Piazza Affari viaggia intorno alla parità a metà giornata, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione. A ottobre, secondo le stime preliminari, l’indice Istat dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,3% nei confronti dell’ottobre 2014, con un’accelerazione di un decimo di punto percentuale rispetto al valore tendenziale registrato a settembre (+0,2%).
A livello europeo il risultato è in linea con le aspettative degli analisti: il tasso tendenziale è pari a zero dopo la flessione di 0,1% a settembre. Meglio del consensus invece la statistica relativa al mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione passa a 10,8% da 10,9%.
Le altre Borse europee sono in leggero calo questa mattina, con gli indici comunque impostati verso un bilancio positivo per il mese di ottobre: Parigi -0,12%, Francoforte e Londra –0,3%. Madrid -1,05%.
Sempre più brillanti le obbligazioni italiane. Il Btp a 10 anni rende l’1,4495. Lo spread scivola 94 punti.
Sale Renault (+6%), tra i titoli in maggiore evidenza grazie alla crescita dei suoi utili trimestrali.
A Piazza Affari le attenzioni sono concentrate su Telecom Italia (+3%, a 1,30 euro) dopo il nuovo blitz di Xavier Niel, salito al 15,143% dell’ex incumbent italiano, tra volumi di scambi esplosivi. Fonti vicine a Vincent Bolloré fanno sapere, tramite Reuters, che Vivendi potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di aumentare la propria partecipazione in Telecom Italia, ad oggi di poco superiore a 20%, fino al 24,9%, sotto la soglia Opa. In evidenza anche l’azione di risparmio (+2,2%) in vista di un’eventuale conversione.
“La rivoluzione francese” titola Mediobanca securities il report dedicato all’affondo in Telecom di Xavier Niel e le probabili contromosse di Vivendi. Si potrebbe essere tentati di dire che i due gruppi francesi potrebbero esplorare la possibilità di una strategia comune per gestire il gruppo in futuro – osserva il broker – ma anche la stampa francese suggerisce che i due gruppi sembrano avere opinioni diverse su come creare un gruppo Tmt leader in Ue.
In ogni caso, il governo italiano non dovrebbe poter utilizzare la golden power ovvero la facoltà di bloccare operazioni straordinarie se a farle fossero soggetti dell’Unione europea.
Pochi i movimenti nel resto del listino. Tra le banche, Unicredit +0,1%, Monte Paschi +0,7%. Intesa (+0,2%) prevede di superare gli obiettivi del piano al 2017, ma non intende per ora rivedere i target. Confermata la distribuzione di 2 miliardi di euro di dividendi per l’esercizio 2015. Attualmente il 65% del capitale della banca è in mano a investitori internazionali, ma la quota potrebbe aumentare.
Generali guadagna lo 0,1%, UnipolSai +1%. Il Brent corregge in ribasso dell’1,1%. Deboli i petroliferi: Eni cede lo 0,8%, Saipem -0,2%, Tenaris -1,5%. Tra gli altri titoli bene Enel (+1%) e Egp (+2%). L’ad del gruppo elettrico, Francesco Starace, spera di poter concludere l’integrazione entro novembre. La controllante ha già spiegato che l’integrazione non prevede offerte pubbliche di acquisto (OPA) e scambio (OPS), ma l’acquisizione degli asset della controllata che opera nelle energie rinnovabili. Secondo gli esperti di Bofa-Merrill Lynch, l’eventuale integrazione tra Enel e Enel GP porterebbe benefici marginali all’azionista di maggioranza stimabile in un 2% di utile netto aggiuntivo.
Rimbalza Poste Italiane (+1,4% a 6,50 euro), che ieri ha segnato il minimo dalla quotazione a 6,41 euro. Il prezzo dell’Ipo era di 6,75 euro.