REGGE L’ECONOMIA CINESE, MA WALL STREET FRENA. BANCHE E LUSSO, PROVE DI RIPRESA A PIAZZA AFFARI
Il Drago, ancora una volta, ha messo a tacere l’Orso. L’indice Pmi flash cinese di settembre chiude a 50,5 punti, in salita rispetto ad agosto (50,2) e soprattutto sopra la soglia della stagnazione (50). Vengono così cancellate le paure che avevano condizionato la seduta di inizio settimana. Sale la Borsa di Shanghai + 0,6%, si stabilizza Hong Kong +0,13%.
In discesa invece Tokyo, condizionata dalla chiusura delle Borse Usa. I dati cinesi hanno avuto riflessi immediati su valute e commodities. Nessun effetto, per ora, dagli attacchi dell’aviazione Usa sui cieli di Siria contro le milizie dell’Isis. Dollaro in assestamento sui valori record. Il cross con l’euro è 1,2825. Modesto recupero anche per il greggio, dopo il netto ribasso di ieri: il Brent, scivolato fino a 96,60, rimbalza a 97,16 dollari. In Europa l’indice Stoxx delle società petrolifere perde lo 0,5%.
STRETTA DI OBAMA SULLA TAX INVERSION
Wall Street, dopo i record di venerdì, ha chiuso in sensibile calo: pesa la caduta degli acquisti di nuove case, in discesa per il terzo mese consecutivo. L’indice Dow Jones è sceso dello 0,62%, l’S&P 500 è tornato sotto quota 2 mila in calo dello 0,73% e il Nasdaq dell’1,14%.
Arretra anche Alibaba -4% dopo l’esordio record. In terreno positivo Apple: nel week end sono stati venduti oltre 10 milioni di iPhone 6. E’ stata la giornata delle multinazionali tedeshe. Dopo il blitz di Siemens (7,6 miliardi di dollari per l’acquisto di Dresser, specialista nello shale gas) ieri è stata la volta di Merck che ha acquisito la pharma Sigma Aldrich per 17,6 miliardi.
D’ora in poi sarà più difficile per una società Usa ricorrere alla tax inversion (cioè l’acquisto di una società estera per assumerne poi la nazionalità fiscale) per sfuggire al fisco Usa. Il presidente Obama ha emanato ieri un decreto che introduce numerosi nuovi vincoli all’uso dei capitali delle multinazionali parcheggiati oltre confine. Nel 2014 ben 13 multinazionali Usa ha acquistato “prede” all’estero per poi cambiare passaporto fiscale.
CALA LA FIDUCIA IN EUROPA. MILANO FANALINO DI CODA
Stamane l’attenzione delle Borse europee sarà concentrata sui Pmi delle principali economie europee. Per le Borse, intanto, quella di ieri è stata una giornata di passione: la fiducia dei consumatori del Vecchio Continente è sceso sui minimi da febbraio. La Borsa di Madrid arretra dello 0,4%, Parigi -0,4%, Francoforte -0,5%.
In Europa tutti i settori sono scesi e in particolare Materie prime (Stoxx -2,5%) e Automotive (-1,6%). La sindrome cinese ha colpito anche Piazza Affari: l’indice Ftse Mib ha chiuso con una perdita dell’1,43% a 20.673 punti. Tutti i comparti risultano in calo, in particolare lusso e banche. Nuovo brusco calo della produzione industriale in agosto.
Situazione tranquilla sul mercato dei titoli di Stato: il Btp a 10 anni è scambiato a un rendimento del 2,36% (2,37% venerdì). Spread invariato a quota 134.
ALLARME DI DRAGHI: LA RIPRESA PERDE IMPULSO
Draghi ha riconosciuto la perdita di velocità della ripresa europea e i rischi sul quadro inflattivo, ma ha difeso l’operato della banca centrale e nuovamente esortato i governi ad agire. In particolare ha sostenuto che il modesto accesso alla Tltro di settembre era stato messo in preventivo. Il presidente della Bce ha difeso il programma di acquisto degli Abs “semplici e trasparenti” compresi i mezzanini.
Tra i punti più interessanti del discorso davanti ai deputati dell’Europarlamento, l’affermazione che la banca centrale sta iniziando una transizione da un sistema fondato sulla fornitura passiva di credito ad uno basato su una gestione del proprio bilancio più attiva e controllata. E’ un’indiretta conferma che l’istituto si avvia al quantitative easing, lo strumento non convenzionale che offre maggior controllo sul bilancio di una banca centrale.
IL DIVIDENDO ENI FRENA L’INDICE FTSE MIB
Sull’ indice ha pesato anche lo stacco della cedola di Eni (-3,26% a 18,38 euro, ovvero -0,3% se si considera il dividendo), pari a 0,56 euro per azione. In Europa l’indice Stoxx delle società petrolifere ha perduto lo 0,5%. Anche Stm -4,14% a 5,91 euro ha staccato un dividendo di 0,10 dollari per azione.
Enel ha contenuto i ribassi del mercato allo 0,34%: secondo gli analisti la controllata Endesa, oltre agli 8,2 miliardi di dividendi relativi al deal Enersis, potrebbe distribuire un secondo dividendo straordinario fino a 7,5 miliardi di euro.
BARCLAYS E MEDIOBANCA PROMUOVONO FIAT
Fiat arretra dello 0,51% nonostante la doppia promozione. Mediobanca Securities ha alzato il giudizio da neutral ad outperform, con prezzo obiettivo che sale da 8,1 a 10,5 euro. Tra le ragioni del nuovo giudizio “la revisione al rialzo delle stime su Ferrari e all’idea che un aumento di capitale sarà apprezzato dal mercato”.
Barclays ha invece messo a confronto i piani di Fiat-Chrysler e di Peugeot: il broker ha confermato il rating underweight e il target price a 9 euro sul produttore auto francese e invece promosso a overweight e il target price a 9 euro per il gruppo italo-americano. Promossa anche Exor da neutral a outperform, con prezzo obiettivo fissato a 35 euro.
Gli analisti riducono invece il giudizio su Cnh Industrial da outperform a neutral con un target price a 7,3 euro. La società ha lanciato ieri un bond settennale da 700 milioni ed ha annunciato la fornitura di un motore a Zyle Daewoo bus.
LUSSO SOTTO TIRO: CADE TOD’S, VENDITE SU MONCLER
Timido rimbalzo stamane ad Hong Kong per il titolo Prada +0,52% dopo il tracollo di inizio settimana del 6,5% che ha riportato il titolo ai livelli del 2012. La frana ha avuto un’immediata eco sui titoli del settore in Piazza Affari. La frenata dell’economia cinese, il principale cliente di molte griffe del made in Italy, si aggiunge del resto alla brusca contrazione del mercato russo.
Tod’s -4%. Ieri si è tenuto a Milano l’Investor Day di Tod’s in cui il presidente e amministratore delegato, Diego Della Valle, ha riconosciuto che il momento non è favorevole per il business della società, anche se non drammatico. L’azione Tod’s da inizio anno è scesa del 31%. In 12 mesi, dal massimo del 14 agosto 2013 (144 euro).
Al contrario Salvatore Ferragamo ha guadagnato lo 0,04% a 22,26 euro dopo che l’ad Michele Norsa ha dichiarato che il 2014 sarà un altro anno di crescita in termini di ricavi e redditività. Infine, sotto pressione il titolo Moncler -0,77% dopo che lo scorso sabato è scaduto il lock up di Eurazeo sulla sua quota del 23% del capitale. Male Luxottica -0,92%.
BANCHE, RESISTONO I BIG. OGGI CDA UNICREDIT
Fra le banche, tengono le principali: Intesa -0,3%. Unicredit ha perso lo 0,6%. Oggi il cda Federico Ghizzoni potrebbe fare nel corso del cda il punto sulle trattative per la cessione del 50% di Pioneer: prevista una valorizzazione del 100% per ndita del 50% della società di risparmio gestito dovrebbe essere finalizzata entro la fine dell’anno, per una valorizzazione pari a 2,5-2,7 miliardi di euro. Jp Morgan ha confermato l’azione tra le top pick su cui puntare tra le banche europee.
Pesanti le perdite di Banco Popolare -3,8%, Mediobanca -2,9%, Popolare Emilia -2,7%, Ubi -2,3%. Arretra anche MontePaschi -3,2%. Resta positiva Banca Pop.Milano che guadagna lo 0,7%.
MEDIUM CAP, TREVI FA INCETTA DI CONTRATTI
Fuori dal paniere principale Cattolica Assicurazioni mette a segno un timido rimbalzo (+0,8%) dopo le ultime perdite registrate sulla scia dell’annuncio di un aumento di capitale da 500 milioni.
Trevi è salita del 4,39% a 5,95 euro dopo essersi aggiudicata contratti importanti in diversi Paesi per un importo complessivo di 135 milioni di dollari. Il gruppo ha poi firmato un accordo quadro per la realizzazione per il 2022 di un complesso portuale in Africa del valore di circa 380 milioni di dollari.