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Il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta gode di buona salute, ma quali sfide future deve affrontare?

Tra le maggiori criticità: bassa redditività e fragilità finanziaria di molte aziende. Oltre alla difficoltà nel reperire nuove figure professionali. Ecco la ricerca di Cherry Bank sul Calzaturiero della Riviera del Brenta

Il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta gode di buona salute, ma quali sfide future deve affrontare?

Il calzaturiero della Riviera del Brenta gode di buona salute: è al terzo posto tra i distretti italiani per numero di aziende e risorse e al quarto per fatturato generato. Sono i principali risultati della ricerca elebotata da Cherry Bank con la supervisione scientifica di The European House – Ambrosetti, rispetto al perimetro delle 504 aziende che compongono il cosiddetto “Distretto di Cristallo”. La prima edizione dell’Osservatorio “Il Distretto Calzaturiero della Rivera del Brenta: stato di salute e sfide future per la sua maggiore competitività ed eccellenza” ha posto in luce performance e indicatori economico-finanziari dei singoli cluster, fabbisogni attuali, trend e scenari futuri di questo importante polo di eccellenza artigianale del lusso “Made in Italy”.

“Il distretto della Riviera del Brenta – ha dichiarato Giovanni Bossi, ceo e azionista di maggioranza di Cherry Bank – è un gioiello dell’industria calzaturiera italiana, un settore strategico per il “Made in Italy” che Cherry Bank è pronta a sostenere, lavorando in stretta collaborazione con le imprese locali per affrontare le sfide future e contribuendo ad investire in modo mirato a tutela della tradizione fornendo risorse per ingaggiare nuovi talenti. La necessità del distretto, e non solo, è infatti quella di investire nelle risorse umane e nell’innovazione per garantire che il settore continui a prosperare. Inoltre, la bassa redditività e la fragilità finanziaria di molte aziende rappresentano una sfida. In qualità di Banca vicina al territorio e agli imprenditori abbiamo condotto questa ricerca con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso, generando valore insieme agli stakeholder di settore, creando sinergie e mettendo a disposizione delle imprese strumenti utili a stimolarne la competitività”.

La ricerca

Come accennato, il calzaturiero della Riviera del Brenta è al terzo posto tra i distretti italiani per numero di aziende (504) e per risorse (6.000, ovvero circa il 9% degli addetti impiegati in tutte le aree distrettuali) e al quarto per fatturato generato pari a 1,8 miliardi (con una marginalità superiore alle media degli altri distretti grazie ad un deciso miglioramento dopo la pandemia), ovvero circa il 20% del totale del settore in Italia a fronte di 20 milioni di paia di calzature prodotte corrispondente a circa il 10% della relativa produzione nel Paese. In tale contesto le aziende di componenti e calzaturifici rappresentano oltre l’80% delle aziende del distretto, mentre i brand del lusso, pur rappresentando solamente il 2% del settore, contribuiscono a comporre circa il 35% del fatturato complessivo. Nel tempo, infatti, da area con brand locali con vocazione esportativa il distretto si è trasformato per mettersi maggiormente a servizio dei brand del lusso. Nel cambio di vocazione le risorse impiegate si sono quasi dimezzate, ma nonostante questo si è registrata una crescita della produttività media per azienda del 30% dovuta sia alla richiesta di maggior efficienza da parte dei brand che al contesto di mercato.

Analizzando invece la rilevanza del settore nel panorama veneto, oggi la Riviera del Brenta offre lavoro al 4% del totale degli addetti nel settore e l’intero comparto pelle rappresenta il 6° settore per valore aggiunto prodotto nella regione. Nel dettaglio, le aziende sotto i 5 milioni di euro di fatturato costituiscono la maggioranza del campione di aziende del distretto della Riviera del Brenta mentre le grandi aziende, benché rappresentino solamente l’1%, risultano essere le più redditizie e in crescita. Per quanto poi riguarda lo stato di salute del distretto, se da un lato vi è una crescita del business legata ad un forte entusiasmo post-pandemia, dall’altro vive in un contesto macroeconomico fortemente vulnerabile. Le aziende prese in esame, che per finanziarsi ricorrono frequentemente a fonti esterne, manifestano un livello medio-basso di patrimonializzazione, con oltre il 40% delle aziende del campione che si trova in un’area di alta fragilità finanziaria rispetto all’indebitamento nonostante Il distretto sia finanziariamente tra i meno esposti a livello nazionale.

Infine, come per altri settori, la maggiore criticità espressa dal distretto della Riviera del Brenta risulta essere la difficoltà nel reperire nuove figure professionali, dovuta sia alla mancanza di candidati che di capacità tecniche adatte. Il tutto in un settore dove la maggior parte delle aziende del distretto è a conduzione familiare, nel quale il 95% dei lavoratori si forma presso il Politecnico calzaturiero e dove solamente il 12% degli addetti ha un’età inferiore ai 30 anni.

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