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Il dilemma dell’onnivoro: la Scienza in Piazza a Bologna s’interroga su uomo e cibo

Ogni giorno l’onnivoro vive il suo dilemma alimentare: cosa mi metto in bocca? La scienza ci risponde che l’uomo, in quanto onnivoro appunto, vorrebbe un po’ di tutto: grassi, zuccheri, proteine, papille soddisfatte e zero veleni. Ma la cultura, si sa, ci mette sempre lo zampino così può capitare che qualcuno ritenga impuro il maiale, altri la mucca e altri ancora provino una vera e propria repulsione per gli insetti, che invece sono un’ottima fonte di proteine nobili. Come del resto succede che il glutammato, non proprio il top dell’alimento salutare, venga classificato fra i sapori di base, insieme al dolce e all’amaro, tanto risulta attraente per il nostro gusto.

Insomma il cibo è una fonte di vita, ma anche di informazioni, un rischio, ma anche un’occasione d’arte e sapere. Un’industria, che lavora sul nostro inconscio: perché scricchiolano i pacchetti di patatine fritte croccanti? Perché il cibo parla alla nostra bocca, ma anche alle nostre orecchie. Il tema è veramente “ecumenico” e la Scienza in Piazza, storica manifestazione bolognese promossa dalla Fondazione Marino Golinelli ne ha fatto l’argomento centrale della manifestazione 2014, in scena in una miriade di luoghi in città e provincia fino al 13 aprile.

Si tratta di una totale “food immersion”, con oltre 100 eventi tra mostre, spettacoli, incontri e laboratori interattivi, dove si parla di nutrizione e lotta allo spreco; esplorazione del gusto e cibo come opportunità di scambio culturale; consumo consapevole e sostenibilità. Il tema della nona edizione raccoglie il testimone della grande mostra “GOLA, arte e scienza del gusto” chiusa il 12 marzo e organizzata sempre dalla Fondazione Golinelli a Milano, in partnership con la Triennale, un buon antipasto per l’Expo 2015.

Uno dei momenti più ludici della tappa bolognese è sicuramente la mostra “Golosi”, in cui arte, scienza e cucina si fondono nel Salone d’Ercole di Palazzo d’Accursio.

Fra un video di Marina Abramovic che divora una cipolla cruda, lacrimando copiosamente e dimostrando quanto l’alimentazione sia un’esperienza dei cinque sensi o uno di Andy Warhol che cena con hamburger e ketchup, perché il cibo pop è nutrimento per un icona pop, si possono assaggiare alghe o gamberetti disidratati e capire sé stessi. Il percorso offre l’opportunità di apprendere passivamente, grazie a filmati scientifici e divulgativi proiettati sulle pareti, ma anche di vivere la mostra in modo attivo, accedendo a un piccolo laboratorio e diventando cavie per i sapori. In quest’angolo gli occhi cedono il passo alla lingua e grazie, a una serie di assaggi, ognuno, alla fine. può disegnare la propria mappa personale del gusto. Non ne esiste una sola per tutti, come si credeva un tempo, ognuno ha la sua e ora può sapere com’è. 

A pochi metri dal Palazzo Comunale, vicino alla Statua del Nettuno invece è stato allestito un laboratorio, in collaborazione anche con Datalogic, per misurare quanto è salutista e rispettosa dell’ambiente la nostra alimentazione. È facile come fare la spesa al supermercato: basta prendere uno scanner, passarlo su codici a barre che rappresentano cibi diversi e alla fine si ottiene uno scontrino col proprio grado di salubrità alimentare, per sé e per l’ambiente.

Chi volesse conoscere infine tutto sugli insetti e sui loro sapori può recarsi in piazza Re Enzo dove un altro laboratorio racconta il grande contributo che queste bestiole danno e possono dare alla lotta alla fame (si pensi che una bistecca ha il 20% di proteine, un grillo il 60%…) e quanto sia facile allevarle. Nello stesso contesto si possono degustare, per esempio, biscottini alle larve tostate, compatibili sia con il cioccolato sia con la vaniglia. Il the però bisogna portarselo da casa. 

Insomma una vera esperienza a tutto tondo, piena di sorprese, di intelligenza, di suggestioni.

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