Quattro giorni abbondanti ed è già febbre da derby. Milano si prepara alla sua serata di gala per eccellenza con lo spirito di una volta, quando le sfide tra nerazzurri e rossoneri valevano titoli e finali europee. Sarà per il calendario, che ha previsto la stracittadina già alla terza giornata, sarà per le recenti delusioni passate, che vedono entrambe le tifoserie vogliose di rivalsa, sarà per le campagne acquisti, dispendiose e cariche d’aspettative come ai bei tempi, sta di fatto che domenica sera Inter e Milan giocheranno in un clima incandescente.
Lo dimostra la prevendita di San Siro, sold out in pochi giorni, ma anche le dichiarazioni roboanti di alcuni addetti ai lavori, soprattutto nerazzurri. “Speriamo di ottenere un buon risultato domenica nel derby, ovviamente vogliamo vincere – ha suonato la carica il dg Michael Boolingbroke -. Spero di vedere tante reti e una nostra vittoria. So che ci sarà il tutto esaurito e questo sarà fantastico. Con 80mila persone ci faremo sentire”.
L’entusiasmo arriva principalmente dalla sponda interista del Naviglio, su questo non c’è dubbio. Questione di classifica ma anche di mercato: gli ultimi colpi infatti, uniti ai 6 punti (su 6) conquistati fin qui, hanno acceso la miccia del popolo nerazzurro. Che domenica accorrerà in massa per vedere la nuova creatura di Mancini, finalmente completata dai nuovi Perisic, Ljajic, Melo e Telles e pronta a esibirsi con il tridente tanto atteso.
Poco importa che i primi due, i più attesi da tutti, siano stati via con le nazionali fino a ieri: critica e tifosi non vogliono più aspettare. Lo sa bene il tecnico di Jesi, che pure sembra orientato a non provare il 4-2-3-1 “delle meraviglie”. Per quello ci sarà tempo, intanto si va verso una rivoluzione a metà con il passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-3, che poi significa soprattutto tridente Jovetic-Icardi-Perisic.
Tanto entusiasmo da una parte, altrettanta preoccupazione dall’altra. Sembra incredibile ma due giornate sono state sufficienti per sgretolare le certezze del Milan, il tutto dopo un’estate all’insegna di complimenti e pacche sulle spalle. La sconfitta di Firenze, il successo risicato sull’Empoli e un finale di mercato molto al di sotto delle aspettative hanno sgonfiato non poco i rossoneri, costretti a vincere (possibilmente convincendo) per non finire nella bufera.
Una sconfitta infatti creerebbe una marea di problemi a tutto l’ambiente, tanto che si vocifera già di una possibile contestazione. Settimana caldissima dunque per Mihajlovic, alle prese con la partita più delicata della sua (breve) carriera di allenatore. Arrivato con grandi aspettative, il tecnico serbo rischia di pagare proprio l’aspetto più pubblicizzato del suo bagaglio, ovvero il carattere di ferro.
Le sue dichiarazioni (critiche pesanti a molti giocatori persino dopo l’amichevole col Mantova) non sono piaciute a molti, Berlusconi in primis. Il presidente, si sa, fa della comunicazione “positiva” un vero e proprio mantra, ecco perché vedere il proprio allenatore che “bastona” la rosa non gli procura particolari sorrisi. Anche perché i giocatori non paiono gradire molto la gogna pubblica, la stessa che, pur in un contesto un po’ diverso, costò di fatto il posto a Seedorf.
Non siamo ancora a questo livello, sia ben chiaro, certo però che il derby può indirizzare non poco il cammino di Sinisa. E siccome le sfortune non vengono mai da sole, per un’Inter in piena opulenza c’è un Milan alle prese con la prima emergenza infortuni della stagione. Dopo Antonelli si è fermato pure Bertolacci, il tutto con diversi giocatori fuori forma (Montolivo, Balotelli) o reduci da prestazioni a dir poco sconcertanti (Nocerino, Suso, Cerci, lo stesso Honda).
Insomma, se Mancini può scegliere i migliori Mihajlovic dovrà fare lo stesso con i meno peggio. Attenzione però perché il calcio sa ribaltare le situazioni come nessun altro sport al mondo. Non sempre infatti l’essere favoriti rappresenta un vantaggio, tanto più in un momento così precario del campionato, appena all’inizio e dunque privo di riferimenti particolarmente indicativi. Ancora pochi giorni e sapremo come andrà a finire, intanto il termometro da derby si alza sempre di più. E la febbre, per una volta, è decisamente piacevole.