Generali, ma non solo. Dalle 11 e trenta di stamane fino al pomeriggio inoltrato, la comunità finanziaria potrà ascoltare in streaming gli interventi di Mario Greco (conclusione prevista alle 12 e 45) ad del Leone, del cfo Alberto Minali e del chief insurance officer Sergio Balbinot, più la sessione di domande e risposte. Sarà questo l’evento clou per il mercato italiano. I riflettori della finanza globale, intanto, sono concentrati sui mercati valutari.
La giornata si è aperta infatti con un nuovo tonfo dello yen, favorito dalla chiusura della Borsa di Tokyo, ferma per festività: la moneta scivola a 89,67 sul dollaro, sopra quota 120 sull’euro, ai minimi dal maggio 2011. S’indebolisce pure il dollaro sul dollaro, a quota 1,3404 ai minimi dal 29 febbraio scorso, sotto la spinta delle dichiarazioni di Charles Evans, presidente della Fed di Chicago. Per il Vecchio Continente si profila una rivalutazione della moneta che rischia di penalizzare l’export.
Per ora, però, prevale l’ottimismo. “I mercati finanziari stanno tornando alla normalità” dichiara Erik Nielsen, capo economista di Unicredit. Perfino Nouriel Roubini indulge ad un certo ottimismo: “Il quadro mondiale ed europeo è sensibilmente migliorato, con un’incrementata liquidità – dichiara in’intervista a Repubblica – La sensazione internazionale del rischio associato con Paesi come Italia o Spagna è diminuita in modo marcato. I prossimi sviluppi per l’Italia dipendono da tre elementi: 1) se l’andamento della liquidità internazionale si manterrà confortante; 2) se la crisi dell’economia reale e dei consumi ha raggiunto il fondo come appare possibile; 3) come andranno le elezioni”.
ASIA
Il Drago cinese rialza la testa. Ferma la Borsa di Tokyo per festività , il listino di Shangai + 2,4% fa da traino all’intero continente. A favorire il rally è la notizia che la Cina aumenterà di dieci volte il quantitativo di azioni cinesi che potranno essere acquistate da operatori stranieri.
Hong Kong segna +0,61%. Di rilievo il tonfo di Li&Fung -15% il fornitore dei magazzini Wal Mart, dopo i deludenti dti di bilancio da cui risultano i minori acquisti dei consumatori Usa.
AMERICA
Da Morgan Stanley a Citigroup questa settimana sfileranno sulla passerella di Wall Street le trimestrali dei grandi gruppi, settore che registra un rialzo dei prezzi nell’ordine del 30% dall’inizio di luglio.
Intanto i grandi dell’auto si sfidano al salone di Detroit. La prima a scendere in lizza è Volkswagen : nella sua conferenza stampa Martin Winterkorn, che punta a consolidare l’avanzata sul mercato Usa (+35% nel 2012 ma da una base ridotta) ha garantito che il gruppo non chiuderà alcun impianto in Europa.
EUROPA
Bruxelles spinge per il grande accordo paneuropeo delle tlc. Dopo Joaquim Almunia, scende in campo con un’intervista al Financial Times, il commissario Ue alle telecomunicazioni Neelie Kroes. Nel corso del 2013, sottolinea il commissario, la Ue rimuoverà gli ostacoli normativi e regolamentari che rendono quasi impossibili alleanze cross-border tra le varie telecom.
Occhio alle quotazioni dell’euro dopo il fortissimo rialzo dei venerdì della moneta unica, salita 1,335 contro il dollaro (+0,6%), a 1,217 contro il franco svizzero (da 1,213) e a 0,827 contro la sterlina inglese (da 0,820).
ITALIA
Piazza Affari riparte intanto dopo una settimana record. L’indice FtseMib è salito in cinque sedute del 3,2%. La performance da inizio anno è +7,5% e assegna a Milano il primato fra le Borse europee.
Volendo fare un bilancio delle 40 blue chip milanesi dall’inizio del 2013, si nota che solo quattro titoli sono in calo (Diasorin, Atlantia, Buzzi e Snam), la performance migliore è di MontePaschi con un rialzo del 32%, seguita da Banco Popolare +22% e Mediaset +20%.
Sul mercato secondario il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 4,12%, minimo dal novembre 2010, lo spread si è ridotto a quota 254 con un calo di 5 punti base.
TITOLI CALDI
GENERALI. Occhi puntati stamane sull’ Investor day di Generali, l’incontro a Londra con gli analisti voluto da Mario Greco per alzare il sipario sulle strategie del Leone. I “temi caldi” non mancheranno di sicuro dopo l’apertura di credito del mercato alla nuova gestione. In particolare:
a) il nuovo focus delle attività internazionali. In questi mesi è stata avviata la cessione della Bsi e dell’attività di riassicurazione in Usa. I nuovi targt potrebbero essere la bancassurance in Brasile e un mercato emergente come l’Indonesia.
b) I particolari dell’accordo con Petr Kellner. La curiosità riguarda l’acquisto dell’intera partecipazione, il 38,5%, in Ingosstrakh, la compagnia d’assicurazione russa controllata da Oleg Deripaska. Quali sono gli obiettivi che si ripropone Mario Greco? L’ipoteso più probabile è che si sia trattato di un acquisto fatto per poter trattare con Deripaska o altro partner (la banca Vtb, ad esempio) la cessione dell’intero pacchetto. Il mercato russo non è nel mirino del Leone.
c) Dettagli sull’accorpament delle attività italiane, che porterà alla creazione di una subholding operativa, Generali Italia e all’estinzione di alcuni brand (Ina, Assitalia, Toro).
d) Il completamento della squadra italiana alle dirette dipendenze di Greco: l’ad ricopre ancora, ad interim, il ruolo di Chief Investment Officer e di Chief Operations Officer.e) la sorte di alcuni pacchetti azionari che sono congelati in alcuni patti di sindacato: oltre a Pirelli (scontato il rinnovo per i prossimi 12 mesi), la discussione riguarda Rcs, Gemina, Telecom Italia.
PIRELLI. Sotto stretta osservazione anche Pirelli che venerdì ha perso il 3,4% dopo la bocciatura di Goldman Sachs che ha tagliato la raccomandazione a “sell” da “neutral” e ha abbassato il target price a 8,9 euro da 11,5 euro. Entro domani va data ‘eventuale disdetta al patto di sindacato che governa l’azienda. Tutti i grandi azionisti sono orientati al rinnovo della durata di soli 12 mesi. L’unica incertezza riguarda Allianz: la policy del gruppo tedesco è di “tenere le mani libere” senza prendere impegni limitativi. Ma, data la durata del patto, anche Allianz potrebbe restare.
ALITALIA/IMSSI. E’ scaduto sabato sera il lock up sulle azioni. Tra una settimana il cda della compagnia prenderà atto del nuovo budget, caratterizzato da tagli drastici agli investimenti e dello spin off delle “Mille Miglia”. Facile prevedere che Air France, il compratore più probabile (ma non è escluso un interesse di Eitihad, a compagnia di Abu Dhabi), non si muoverà prima delle elezioni. Sotto tensione nella passata settimana i titili della Imssi di Roberto Colaninno: l’ipotesi è quella di uno scambio carta Alitalia contro carta ir France riconoscendo ai venditri italiani un premio del 30% rispetto ai prezzi fissati nel 2008.