LUNEDI’ NERO SOTTO LE OMBRE CINESI. FCA FUORI STRADA, MALE GESTITO E LUSSO
E’ stato un lunedì drammatico per la finanza globale. La frana innescata stamane dal crollo di Shanghai si è diffusa su tutte le piazze, sia in Occidente che sui mercati emergenti. Piazza Affari chiude la seduta con un ribasso pari al 2,97% sotto quota 23 mila indice Ftse Mib a 22.09 punti). Va meglio ma non troppo a Parigi e Francoforte, sotto del 2,5%. Meglio Madrid -1,45% e Londra -1,14%.
Lo spread Btp/Bund si è attestato alla vigilia delle aste di fine mese a 121 punti base. Il rendimento del decennale è pari all’12,90%. A Wall Street, alle 18, l’indice Dow Jones industrial -0,7% è sceso ai minimi di oltre cinque mesi, il Nasdaq -0,9% ha toccato il livello più basso in quattro settimane e lo S&P 500 -0,5% in più di due settimane. Sotto pressione gli Adr di società cinesi come Alibaba.
Anche i prezzi delle materie prime hanno ripreso la loro spirale al ribasso: l’indice CRB di Thomson Reuters è ai minimi degli ultimi sei anni e il petrolio accusa le quotazioni più basse di quattro mesi. Perde colpi Eni -3,3%. In calo anche Tenaris -2,3%. Giù anche Saipem -2,2% alla vigilia dei conti del trimestre. La Consob ha lasciato cadere le accuse contro Blackrock.
A Piazza Affari pesa il brusco scivolone di FiatChrysler -6,94% dopo la multa inflitta dalle autorità Usa per la sicurezza stradale per irregolarità d Jeep. Ribassi anche per Exor -3,27% mentre altri proxy fighter si schierano per la finanzaria nella battaglia per Partner Re.
Battuta d’arresto anche per il risparmio gestito: Azimut arretra del 6,52%, Mediolanum -4,96% dopo il taglio del target price (da 8,2 a 8 euro) da parte di banca Akros. Vendite diffuse tra le banche: Intesa -2,1%, Unicredit -2,3%. Peggio Ubi Banca -4% e Bper -4,07%. Infine il lusso, su cui pesa la crisi cinese: Ferragamo -4,18%, Moncler -4,5%, Tod’s -2,5%. Arretra anche Luxottica -2,1% nel giorno dei conti.