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Il crollo del Pil italiano spinge la Borsa al ribasso

FIRSTonline

Chiusura in calo per le Borse della zona euro, al termine di una seduta volatile, condizionata dalle fosche previsioni economiche dell’area e dallo scontro in atto fra istituzioni europee e Corte costituzionale tedesca. Il clima è peggiorato nel pomeriggio, al traino degli sbalzi di umore di Wall Street che, dopo un avvio positivo, continua a cambiare passo e al momento procede contrastata. Londra è piatta.

Francoforte perde l‘1,1%, più o meno come Parigi -1,11% e Madrid -1,09. 

Più arretrata Piazza Affari, -1,31%, 17.159 punti, mentre sale lo spread, dopo le tensioni di ieri a seguito della sentenza della Corte Costituzionale tedesca che impone alla Bundesbank di ritirare il proprio sostegno al Qe se entro tre mesi la Bce non avrà spiegato con valide ragioni perché non ha rispettato il principio della proporzionalità nell’acquisto dei titoli. Il differenziale di rendimento fra Btp 10 anni e Bund di pari durata cresce a 246 punti base (+1,71%); il tasso del titolo italiano è a un passo dal 2% (1,96%). La “bomba” piazzata dai giudici tedeschi “sotto l’ordine legale dell’Unione europea” (così il Financial Times definisce la decisione) continua a pesare anche sull’euro, che arretra dello 0,4%, muovendosi a cavallo di 1,08.

L’umore dei listini dell’area è stato d’altra parte messo a dura prova in mattinata dalle previsioni economiche di primavera pubblicate dalla Commissione Europea: -7,7% il Pil 2020 della zona euro; -7,4% quello dell’Unione a 27. Per l’Italia la situazione è anche peggio: -9,5%. Nel 2021 ci dovrebbe essere un parziale recupero: +6,5%, ma al momento si tratta di arginare il terremoto indotto dalla pandemia e di valutare il peso delle contromisure, che porteranno il rapporto deficit/Pil all‘11,1%.

Anche dagli Stati Uniti arrivano notizie drammatiche: stando al rapporto mensile redatto da Macroeconomics Advisers e dall’agenzia che si occupa di preparare le buste paga Automatic Data Processing, il mese scorso sono stati persi 20,236 milioni posti di lavoro rispetto a marzo, un crollo storico anche se le previsioni erano persino peggiori. 

Il petrolio è in calo, dopo il recente recupero. Le scorte settimanali Usa sono cresciute, ma in misura inferiore alle attese, però al momento il greggio texano con consegna giugno 2020 tratta a 23,11 dollari al barile (-5,9%), Il Brent, luglio 2020, scambia a 28,98 dollari, -6,43%.

Arretra anche l’oro, -1,2%, 1690.50 dollari l’oncia.

In Piazza Affari Cnh, -6,53%, è la blue chip peggiore. La società, ha chiuso il primo trimestre con una perdita di 54 milioni di dollari e dopo aver ritirato la guidance, non è ancora in grado di fornire nuove stime 2020 a causa dell’impatto della pandemia. 

Le prese di profitto mandano al tappeto Prysmian, -5,13%, dopo il balzo di ieri. Cedono Finecobank -4,97%, Tenaris -3,85%, Eni -3,04.

Il titolo migliore è Amplifon +5,27%. Gli acquisti premiano Pirelli +4,28%; Leonardo +1,94%; Ferrari +1,31%. Le banche sono deboli, in linea con il settore a livello europeo. Intesa perde il 2,12%, dopo gli acquisti della vigilia a seguito di risultati trimestrali migliori delle attese.

Unicredit perde lo 0,83%, dopo aver registrato nel primo trimestre una perdita di 2,7 miliardi di euro, nettamente superiore alle previsioni. 

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