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Il congelamento dell’Imu fa slittare il 730: scadenza prorogata dal 31 maggio al 10 giugno

La scadenza per presentare il modulo 730 slitta dal 31 maggio al 10 giugno – A determinare la proroga è stato il congelamento dell’Imu sulla prima casa, che secondo i Caf impone di riscrivere circa 100 mila dichiarazioni dei redditi già presentate.

Il congelamento dell’Imu fa slittare il 730: scadenza prorogata dal 31 maggio al 10 giugno

I contribuenti italiani avranno più tempo per presentare il 730: la scadenza slitta dal 31 maggio al 10 giugno. Lo ha stabilito il Governo, accogliendo la richiesta arrivata sabato scorso dai centri di assistenza fiscale. A determinare la proroga è stato il congelamento dell’Imu sulla prima casa, che secondo i Caf impone di riscrivere circa 100 mila modelli già presentati. 

Il problema riguarda le dichiarazioni dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che avevano scelto di utilizzare il credito Irpef per alleggerire l’acconto sull’imposta municipale unica. Una compensazione ormai impraticabile, dal momento che l’Esecutivo ha rinviato a settembre il pagamento della prima rata Imu, riservandosi però di modificare l’intero sistema della tassazione sugli immobili nel corso dei mesi estivi. 

I dieci giorni in più concessi dall’Esecutivo consentiranno ai Caf e ai professionisti abilitati di correggere i 730 consegnati prima del decreto sull’Imu. In questo modo i contribuenti non dovranno presentare la dichiarazione integrativa (con scadenza il 25 ottobre), né chiedere il rimborso del credito.

Una trafila che invece dovranno sopportare i contribuenti che hanno già presentato il modello 730 attraverso il sostituto d’imposta o l’ente previdenziale, visto che per loro il termine di consegna è scaduto ormai dal 16 maggio. Se hanno scelto di compensare il credito Irpef con l’Imu, a luglio avranno un rimborso più leggero in busta paga. 

Ma anche in questo caso converrà aspettare fino a dopo l’estate prima di presentare il modello integrativo, dal momento che il Governo potrebbe non trovare un’intesa sulla revisione del prelievo. In caso di fallimento da parte dell’Esecutivo, bisognerebbe pagare la prima rata Imu entro il 16 settembre. E a quel punto la compensazione  con il credito Irpef sarebbe di nuovo possibile.

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