Il perimetro del condono si allarga. Secondo quanto scrive oggi La Repubblica, il Governo starebbe pensando di estendere i confini inizialmente immaginati per la “pace fiscale”. L’obiettivo è aumentare il gettito della misura, da cui l’Esecutivo conta di ricavare buona parte delle risorse per finanziare la costosissima flat tax .
E così, nella sua ultima versione, la sanatoria tombale non dovrebbe più comprendere soltanto le cartelle esattoriali di Equitalia fino a 100mila euro (il 96% del totale), ma anche le liti fiscali pendenti nelle commissioni tributarie provinciali (primo grado) e regionali (appello). Si tratterebbe di circa 418mila contenziosi, per un valore complessivo di 50,4 miliardi.
In totale perciò, sempre secondo il quotidiano romano, il Governo starebbe quindi guardando ad almeno a 100 miliardi totali di tasse non pagate o contestate davanti ai giudici dai contribuenti italiani.
È probabile che l’allargamento del condono sia necessario perché i calcoli iniziali sul gettito potenziale della misura erano sbagliati. Stando al programma della Lega e al contratto di governo gialloverde, i crediti potenzialmente riscuotibili dello Stato con il condono sulle cartelle ammonterebbero a 650 miliardi di euro. Secondo l’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, però, questo dato è largamente sovrastimato: in realtà, non si andrebbe oltre i 51 miliardi di euro. Meno di un decimo di quanto ipotizzato nel documento della Lega.
Lo studio dell’Osservatorio si chiude con una dura critica alla “pace fiscale”: l’amministrazione fiscale può offrire sconti sui tributi dovuti quando il contribuente non è in grado far fronte al debito, “ma provvedimenti generalizzati – si legge – finiscono per premiare anche chi non vuole pagare, creando un incentivo a ritardare i pagamenti dovuti anche per il futuro. Questo incentivo è tanto maggiore tanto più generoso è lo sconto offerto a chi non ha pagato. E lo sconto offerto in questo caso è certamente generoso: il contribuente, stando ai progetti circolati, potrebbe pagare fino a solo il 6 per cento di quanto dovuto e anche la percentuale massima applicabile (25 per cento) sarebbe molto modesta, pari a quella di uno dei condoni più generosi applicati in passato, quello introdotto con la legge finanziaria del 2002. Con percentuali così basse nella maggior parte dei casi si condonerebbero non solo interessi e penalità ma anche una buona parte di quanto dovuto originariamente”.