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Il colpo di testa di Mancini regala il derby alla Roma, Lazio fuori dal giro Champions. Il Milan fugge a +9 sulla Juve

FIRSTonline

La Roma si prende il derby, il Milan scappa a + 9 sulla Juve. Il sabato di Serie A, completato dal 3-2 dell’Empoli sul Torino, va in archivio con due vittorie pesantissime di giallorossi e rossoneri, il tutto a pochi giorni dal confronto in Europa League. Ma a prescindere da come andrà, c’è un campionato che sta regalando sempre più soddisfazioni a entrambe: il Diavolo è giunto alla quinta vittoria consecutiva (la settima considerando tutte le competizioni), mentre la Lupa, oltre ad aver tagliato fuori la Lazio dal giro Champions, è a soli 2 punti dal quarto posto, anche se all’appello mancano ancora Frosinone – Bologna (ore 12.30, Dazn e Sky) e Atalanta – Cagliari (ore 18, Dazn).

Roma – Lazio 1-0, Mancini sconfigge la Lazio e manda DDR a 2 punti dal Bologna

Il derby della Capitale prometteva scintille e così è stato, anche se il comportamento dei giocatori, fortunatamente, è stato migliore di quello di alcuni tifosi (duri scontri nel prepartita, con arresti, denunce e sequestro di armi di vario genere). Certo, Mancini avrebbe potuto risparmiarsi il giro d’onore sotto la Curva Sud sventolando una bandiera anti-Lazio, ma tutto sommato si tratta di schermaglie da derby, decisamente più efficaci dopo una vittoria. La Roma cercava un successo assente dal 20 marzo 2022 e l’ha trovato proprio con il difensore sopraccitato, bravissimo a sfruttare un corner di Dybala e a incornare il povero Mandas (42’). Il gol a pochi istanti dall’intervallo è servito a sbloccare l’empasse, ma soprattutto ha permesso ai giallorossi di giocare una ripresa sulle ripartenze, senza l’assillo di segnare per forza. La Lazio si è riversata nella metà campo romanista, ma non è mai riuscita a rendersi realmente pericolosa, con la rete annullata a Kamada (fuorigioco) come unica vera emozione. La Roma invece, al netto di un secondo tempo di rimessa (solo 37% di possesso palla e nessun tiro nello specchio laziale), è andata vicinissima al raddoppio con El Shaarawy, ma il suo tiro s’è stampato sul palo destro di Mandas, lasciando così il risultato in bilico fino alla fine. A decidere il derby, insomma, è stato il colpo di testa di Mancini, per una classifica che vede la squadra di De Rossi al quinto posto, a soli 4 punti dalla Juve, 2 dal Bologna e a + 5 sull’Atalanta, che però ha una partita da recuperare. La Lazio di Tudor, invece, sprofonda a meno 11 dai rossoblu di Thiago Motta e dice addio, a meno di clamorosi colpi di scena, a un posto in Champions: il tempo per ricostruire c’è tutto, ma le sette partite che mancano alla fine del campionato impongono massimo impegno, quantomeno per conquistare un piazzamento europeo.

De Rossi esulta: “Sono felice, ma chiamatemi mister presente”

“Vincere un derby è sempre bello, ma da allenatore è diverso perché la sconfitta cade su di noi – ha esultato De Rossi – Ho chiesto al quarto uomo se si fosse rotto il tabellone perché il tempo non passava mai, poi i ragazzi mi hanno preso di peso per andare sotto la curva, ma era il loro momento, non il mio. I tifosi ci hanno sempre spinto e questo derby è anche per loro, era da tanto che non trovavamo la vittoria, c’era tanta attesa e sono tanto felice, ma non chiamatemi mister futuro, preferisco mister presente, perché più presente di così non mi sono mai sentito: al resto non ci penso, c’è tanto da fare, so che non è finita e so che non mi verrà perdonato nulla, non voglio essere coccolato perché sono stato qui tanto tempo. Il Milan? Lo conosciamo bene e dopo questa vittoria lo affronteremo un po’ più rilassati”.

Tudor: “Serve tempo, ma guardiamo al futuro con positività”

“Siamo mancati soprattutto davanti, non siamo stati lucidi e pericolosi nelle conclusioni – l’analisi amara di Tudor -. Questa Roma era troppo per noi in questo momento, abbiamo lavorato tanto ed era la terza gara in sette giorni. Facciamo loro i complimenti e torniamo a lavorare, devo conoscere meglio la squadra e i singoli. C’è da migliorare in tutto per interpretare questo tipo di calcio con i quinti e con i tre davanti che spingono, anche a livello fisico dobbiamo migliorare per alzare il livello dell’intensità. L’idea era di essere compatti, ma non era facile: abbiamo faticato ad aggredirli alti, nel primo tempo abbiamo sofferto la loro fisicità sulle seconde palle, però avevano più gamba di noi. Non vedo l’ora di lavorare e preparare la prossima partita, sono ottimista, ma ci sono giocatori che interpretano ancora il ruolo in un modo diverso”.

Milan – Lecce 3-0, Pioli: “Abbiamo trovato equilibrio, ora alziamo l’asticella”

Bella vittoria anche per il Milan, che batte il Lecce con un netto 3-0 e si porta a + 9 sulla Juve, mettendo a sicuro il secondo posto, seppur in attesa della sfida odierna tra i bianconeri e la Fiorentina. I rossoneri agguantano così il quinto successo consecutivo in campionato, confermando un momento di forma eccellente e lanciando un messaggio forte e chiaro alla Roma, prossima avversaria in Europa League: giovedì sera sarà battaglia e il Diavolo avrà molte carte da giocarsi. La sfida con il Lecce, a dire il vero, si è rivelata più semplice del previsto, tanto che la squadra di Pioli si è trovata sul 2-0 dopo appena 20’, grazie ai gol di Pulisic (6’, ottima la sua prova da trequartista) e Giroud (20’, colpo di testa su assist di Adli). A mettere l’epitaffio sulle residue speranze pugliesi ci ha pensato Krstovic, espulso al 45’ per un fallaccio su Chukwueze: a quel punto il match, a dire il vero già piuttosto indirizzato, ha preso una strada senza ritorno. Il gol di Leao al 57’ (altro assist di Adli e grandi proteste leccesi per la presenza di Almqvist a terra) ha permesso a Pioli di dare il via alla girandola di cambi, ovviamente con vista sull’Europa League: giovedì l’asticella sarà molto più alta, ma questo Milan non può e non deve avere paura di nessuno, nemmeno della lanciatissima Roma di De Rossi. “Questa è una crescita importante, non è difficile trovare le motivazioni perché in abbiamo sofferto, pur stringendo i denti – il pensiero di Pioli -. Vogliamo fare di tutto per allungare questo momento positivo, ma questo gruppo è sempre rimasta coeso senza mai scomporsi. La squadra sta bene e i ragazzi se ne rendono conto, per questo dobbiamo dare tutto adesso: è il periodo decisivo della stagione, stiamo bene e abbiamo giocato la partita che volevamo, adesso concentriamoci sull’Europa League perché è un obiettivo importante sia per noi che per la Roma”.

Juventus – Fiorentina (ore 20.45, Dazn)

Ora l’attenzione si sposta sulle partite della domenica, a cominciare da quella di Torino tra Juventus e Fiorentina. Entrambe sono reduci dalle vittorie convincenti su Lazio e Atalanta, ma la parentesi di Coppa Italia non può cancellare le delusioni del campionato. I bianconeri, in particolare, hanno raccolto una sola vittoria nelle ultime nove partite, crollando da un secondo posto con vista sul primo a un terzo “pericolante”: il Bologna di Thiago Motta è a soli 2 punti e vincendo a Frosinone effettuerebbe il sorpasso, costringendo Allegri a rispondere con la stessa moneta. Insomma, la boccata d’ossigeno di martedì, per quanto vitale, non basta a questa Juve, chiamata a ritrovare il successo in una partita delicatissima, contro un avversario capace di tutto, nel bene e nel male. La Fiorentina di Italiano, infatti, non è certo un esempio di continuità, ma non può mai essere sottovalutata, pena rischiare una pessima figura. Il confronto stuzzica non poco, perché i due allenatori non potrebbero essere più diversi: il pragmatico Allegri, “risultatista” fino al midollo, se la vedrà con uno dei “giochisti” più estremi del campionato, il che lascia presagire una serata di grandi emozioni. Questo rischia di essere l’ultimo Juventus-Fiorentina per entrambi, ma se il futuro di Max è ancora da decifrare (molto dipenderà dal finale di stagione), quello di Vincenzo sarà quasi certamente lontano da Firenze, tanto che in settimana sono già usciti i nomi di Palladino e Gilardino come possibili sostituti.

Allegri: “Il nostro valore lo dà la classifica… Il futuro? Penso solo agli obiettivi”

“Le vittorie aiutano perché danno fiducia e fanno vedere le cose in modo diverso – ha spiegato Allegri -. Ora abbiamo otto partite di campionato per trovare i punti per raggiungere l’obiettivo Champions, ovviamente un risultato positivo aiuterebbe a vedere le cose da un altro punto di vista. Siamo partiti con l’obiettivo di entrare in Champions League e non era facile, ci siamo pur avendo bruciato molti punti: dobbiamo sapere che le difficoltà ci saranno da qui alla fine e in un modo o nell’altro bisogna arrivarci. Della Fiorentina temo il fatto che sia una squadra spregiudicata, che offende molto e attacca. Ci sono tanti perché del fatto di aver passato un momento difficile, ma il calcio ti dà sempre modo di reagire. Abbiamo l’opportunità di centrare l’obiettivo e proveremo a fare punti con l’idea chiara che abbiamo otto partite per farlo. Il mio futuro? Il nostro valore lo dà il campo con la classifica, io penso solo a centrare gli obiettivi”.

Juventus – Fiorentina, le probabili formazioni

Juventus (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Chiesa, Vlahovic

Allenatore: Allegri

Squalificati: Pogba, Fagioli

Indisponibili: Milik

Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Kayode, Milenkovic, Ranieri, Biraghi; Bonaventura, Mandragora; Nico Gonzalez, Beltran, Kouamé; Belotti

Allenatore: Italiano

Squalificati: nessuno

Indisponibili: Castrovilli

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