Si è svolto alla Casa di Goethe, a Roma, l’evento “Il cloud alla prova della regolamentazione. Le prospettive future alla luce del White Paper e del Rapporto Draghi“, un appuntamento che ha visto la partecipazione di Alessio Butti, Sottosegretario di Stato, e diversi esperti e rappresentanti del settore tecnologico.
Il dibattito si è focalizzato sull’importanza di bilanciare regolamentazione e innovazione per sostenere il ruolo del cloud computing nella trasformazione digitale. Introdotto da Claudio Velardi, Presidente della Fondazione Ottimisti&Razionali, l’evento ha visto gli interventi di figure di rilievo come Silvia Compagnucci di Open Gate Italia, David Abecassis di Analysys Mason, Federico Boccardi di Amazon Web Services, Amm. Andrea Billet (Direttore del Servizio Certificazione e Vigilanza), Rosario Cerra (Presidente del Centro Economia Digitale), Eleonora Faina (Direttore Generale di Anitec-Assinform) e Laura Rovizzi, Ceo di Open Gate Italia.
La trasformazione digitale e le sfide normative
Il cuore del confronto si è focalizzato sulla trasformazione digitale, sempre più cruciale per soddisfare le crescenti esigenze di servizi internet da parte di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. In particolare, si è discusso della necessità di un quadro normativo che permetta alle imprese tecnologiche di contribuire al progresso senza essere frenate da regole troppo restrittive. Il Libro Bianco (Come gestire le esigenze delle infrastrutture digitali dell’Europa?) della Commissione Europea, pubblicato lo scorso febbraio, ha evidenziato come sia urgente ripensare le normative per evitare che l’innovazione venga ostacolata da eccessi regolatori, proteggendo al contempo la competitività delle imprese europee.
Regolamentazione e innovazione: un dilemma cruciale
Durante i dibattiti, è emersa l’importanza di trovare un equilibrio tra approcci normativi “hard”, vincolanti, e strumenti di governance “soft”, più flessibili. Questo per sostenere uno sviluppo dinamico del cloud, in grado di affrontare le sfide tecnologiche in continua evoluzione. Il Rapporto Draghi ha ribadito l’urgenza di superare le rigidità normative che, in molti casi, rallentano l’adozione su larga scala del cloud, limitando il suo impatto sulla digitalizzazione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.
L’importanza del cloud computing
Il cloud computing è, infatti, cruciale per gli obiettivi dell’Unione Europea in termini di sostenibilità, innovazione e competitività globale. Il suo pieno potenziale, però, in Italia e in Europa è limitato da barriere normative che ne ostacolano l’adozione e lo sviluppo, rendendo necessario un approccio integrato all’ecosistema digitale.
Un tema attuale riguarda la convergenza tra cloud e telecomunicazioni, proposta nel White Paper come un’opportunità per “livellare il campo di gioco” normativo. Tuttavia, gli esperti sottolineano che, pur essendo complementari, le due industrie restano distinte. La “cloudificazione” delle telecomunicazioni, infatti, è un fenomeno che si sta verificando in modo simile ad altri settori come sanità, automotive ed energia, dove il cloud fornisce soluzioni orizzontali per l’innovazione.
Secondo le stime di Analysys Mason, si prevede che la spesa globale degli operatori delle telecomunicazioni per il cloud pubblico aumenterà dal 14% nel 2023 al 27% nel 2028, con una crescita che riguarda principalmente i sistemi di supporto. La virtualizzazione delle reti, però, si sta orientando verso il cloud privato, con meno dell’1% dei carichi di lavoro di rete migrati al cloud pubblico.
“Il cloud non è solo una tecnologia: è un abilitatore orizzontale che consente a settori diversi – come automotive, telecomunicazioni e finanza – di accelerare l’innovazione. Aws supporta centinaia di migliaia di organizzazioni in Europa, dai piccoli business alle grandi imprese, dalle istituzioni educative agli enti pubblici, aiutandoli nella loro trasformazione digitale. Nuove regolamentazioni dovrebbero essere applicate con cautela e con strumenti mirati, evitando soluzioni che distorcano la competizione o rallentino la trasformazione digitale che le aziende stanno affrontando attraverso il cloud” ha spiegato durante il suo intervento Federico Boccardi di Amazon Web Services.
Gli strumenti normativi attuali
Il confronto ha toccato anche l’efficacia delle normative già in vigore, come il Data Act, la direttiva NIS2 e il Digital Markets Act (Dma). Questi strumenti affrontano i rischi legati alla sicurezza informatica e alla concorrenza, rispondendo alle esigenze di un ecosistema digitale in evoluzione. Il Data Act si concentra sulla portabilità e interoperabilità dei dati, mentre la direttiva NIS2 migliora la sicurezza informatica nelle operazioni di outsourcing. Il Dma, infine, promuove la trasparenza nei mercati digitali e combatte le pratiche anticoncorrenziali, tutelando la libertà di scelta per i consumatori.
Verso un’Europa sovrana nel Cloud
“L’Europa mira a consolidare la sua sovranità digitale promuovendo infrastrutture cloud sicure e competitive per supportare la trasformazione digitale. Tuttavia, il quadro internazionale evidenzia sfide significative: l’attuale egemonia degli hyperscaler americani e la frammentazione normativa europea sono ostacoli da superare. Vorremmo creare un Fdic per la realizzazione di una grande federazione commerciale Europea di Cloud Service Providers per competere con i giganti globali e costruire, permettetemi il paragone, un ‘Airbus del Cloud’. Adottare tempestivamente queste tecnologie è fondamentale per sostenere tecnologie come l’AI, oltre a garantire la sicurezza dei dati e la competitività economica dell’Europa nel panorama globale” ha dichiarato il sottosegretario di stato Alessio Butti nelle sue conclusioni.
In un’Europa in rapida trasformazione, come sottolineato dal Rapporto Draghi, la sfida è regolamentare senza frenare l’innovazione, per garantire la sovranità digitale e un ecosistema competitivo. L’Italia e l’Europa si trovano a un bivio cruciale, dove il futuro del cloud rappresenta una questione strategica per la sovranità digitale e la competitività.