Ci sarà in futuro legno per tutti? È quello che ci si è chiesto al convegno “Il clima del legno. Una risorsa per la sostenibilità ambientale ed economica”. Tre sono le domande chiave: la disponibilità futura di legno per tutti, l’impatto degli eventi meteorologici estremi su questa risorsa, e il ruolo del “sistema legno” nel contrastare il cambiamento climatico.
Il convegno, terza edizione di Orizzonte legno organizzato dall’Associazione Legno dell’Unione Industriali Torino, si è focalizzato sull’analisi degli scenari produttivi e di mercato nel settore del legno.
Analizzare l’impatto dei rischi ambientali sulla filiera
L’evento, supportato da Conlegno – Consorzio Servizi Legno Sughero e Rilegno – Consorzio nazionale recupero e riciclo imballaggi di legno, ha esaminato l’impatto dei fenomeni e dei rischi ambientali sull’intera filiera del legno.
L’obiettivo era quello di valutare le prospettive nel breve e medio periodo per le aziende operanti nel settore, considerando le sfide e le opportunità legate agli sviluppi ambientali.
In Italia aumentano le foreste
Negli ultimi anni, in Italia, la superficie forestale complessiva è costantemente aumentata, principalmente a causa dell’abbandono di ampie aree precedentemente utilizzate per attività rurali. Queste zone sono state progressivamente coperte dalla crescita di nuovi boschi.
Secondo i dati dell’Inventario Nazionale delle Foreste del 2015, queste aree superano gli 11 milioni di ettari, occupando oltre un terzo del territorio nazionale. Questa cifra rappresenta il doppio rispetto agli anni ’50 e circa il 25% in più rispetto a trent’anni fa.
Il ruolo del Piemonte
Il Piemonte si colloca al secondo posto tra le regioni italiane per estensione forestale, un dato rilevante considerando che le foreste giocano un ruolo chiave nell’assorbire le emissioni di CO2. Nonostante il 30% delle attuali emissioni di anidride carbonica sia già assorbito dagli alberi attraverso la fotosintesi, ciò non è sufficiente a contrastare l’aumento complessivo delle emissioni.
Il legno, oltre a svolgere un ruolo significativo nell’assorbimento di CO2, può contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico attraverso il suo impiego come materiale sostenibile, specialmente nell’edilizia, offrendo in alcuni casi un’alternativa al cemento, fonte del 7% delle emissioni globali di CO2.
“Oggi, tutte le iniziative industriali, economiche e finanziarie, devono fare i conti con eventi meteo capaci di sconvolgere il territorio e di conseguenza gli insediamenti industriali e civili. È necessario compiere delle riflessioni in merito a mutamenti del clima che già oggi influenzano, direttamente o indirettamente, le vite di tutti noi. Ecco perché abbiamo voluto dare vita a questa occasione di confronto comune: per interrogarci e riflettere sul modo di operare delle nostre aziende, mettendo in discussione consuetudini e comportamenti che fino ad oggi abbiamo considerato normali, corretti e appropriati. Per capire come potranno esserne condizionate le nostre attività, per far evolvere i nostri processi produttivi in modo sostenibile, per fornire tutti insieme un contributo sostanziale a favorire un’inversione di rotta” ha dichiarato Matteo Mazzoni, presidente dell’Associazione Legno dell’Unione Industriali Torino.
“Il cambiamento climatico non è più soltanto tema di dibattito accademico tra climatologi e ambientalisti – ha commentato Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali Torino – ma uno dei temi principali al centro delle politiche europee e della comunità globale, nonché una preoccupazione quotidiana sia per i cittadini sia per le imprese. Preoccupazione che deve trasformarsi nell’impegno di ciascuno a cambiare i propri comportamenti, i modelli di vita e consumo. Oltre ad accordi internazionali, modifiche normative, nuove tecnologie, occorre anche e soprattutto una comune e condivisa consapevolezza, un’educazione diffusa alla sostenibilità. In tale contesto, l’industria del legno può rappresentare una leva importante per uno sviluppo più equilibrato e sostenibile, e un suo maggior utilizzo come materia prima offre buone opportunità per l’industria del Paese e della nostra regione. Per sua natura, la crescita della filiera del legno è legata alla dimensione locale, a una migliore gestione dei boschi, al presidio del territorio e delle aree marginali. Può creare nuove occasioni di lavoro e contribuire a ridurre i rischi di dissesto ambientale. L’alleanza fra tecnologia e natura è ciò che la sostenibilità, sia ambientale sia economica, richiede”.