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Il caso Huawei affossa il tech. A Milano bene Enel e Poste

FIRSTonline

Si aggrava il bilancio delle borse europee dopo l’apertura negativa di Wall Street, con la guerra commerciale fra Usa e Cina che s’infiamma sul fronte tecnologico a causa della decisione di Google di rompere con Huawei.

Piazza Affari chiude in maglia nera e paga un doppio scotto, scendendo a 20.560 punti, -2,68%, con il crollo di Stm -9,15%, ma anche a causa dello stacco cedole da parte di 21 su 40 blue chip che pesa per oltre 2 punti percentuali. Il monte dividendi è di 11,5 miliardi di euro circa, senza tener conto del dividendo straordinario di Fca (-0,88%) da 1,3 miliardi di euro originato dalla cessione di Magneti Marelli a Calsonic Kansei corporation. 

Il rosso è intenso anche nel resto d’Europa: Francoforte -1,61%, Parigi -1,46%; Madrid -0,87%; Londra -0,5%. Wall Street, dopo un’apertura stonata, si allontana dai minimi ma si muove ancora in territorio negativo. I mercati risultano condizionati dalla decisione di Google di interrompere qualsiasi rapporto con Huawei, in linea la Casa Bianca che ha inserito la società cinese nella lista nera, vietando l’uso dei suoi prodotti per ragioni di sicurezza nazionale. Huawei è il maggior produttore al mondo di smartphone dopo Samsung.

A Milano la notizia manda al tappeto Stm e in Europa il comparto dei tecnologici registra la performance peggiore.

I listini del Vecchio Continente risentono negativamente inoltre del calo di Ryanair, -4,72% a Londra, dopo i numeri dell’anno fiscale 2018-2019 che mostrano un utile di 1,02 miliardi di euro, in calo del 29% rispetto al 2017-2018 a causa della riduzione del costo dei biglietti. Fra i bancari Deutsche Bank perde il 3,26% a seguito delle indiscrezioni del ‘New York Times’ secondo cui i vertici dell’istituto avrebbero ignorato nel 2026 e nel 2017 la raccomandazione delle autorità antiricilaggio Usa su transazioni di società controllate da Donald Trump e dal genero Jared Kushner. La banca smentisce e Trump mette la notizia fra le fake news.

In Piazza Affari fra le banche s’inabissa Intesa Sanpaolo (-8,87%), che è la società più generosa con la distribuzione agli azionisti di 3,45 miliardi di euro di cedole. Fra i titoli peggiori del giorno anche Azimut -7,79% e Bper -6,04%, anche loro impegnate nello stacco.

In controtendenza Poste, +0,89% e utility, Enel +1,08%; Hera +0,49%; Amplifon +0,77%. 

Nell’obbligazionario sale il rendimento del Btp 10 anni al 2,71% (da 2,67% di venerdì) e lo spread con il Bund si allarga a 279.10 punti base (+1,64%). Non giovano alla carta italiana le tensioni nella maggioranza, con un botta e risposta fra il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti che ha messo in dubbio l’imparzialità del premier. Il ministro Matteo Salvini inoltre insiste sulla necessità di cambiare le regole europee di bilancio, mentre si avvicinano a grandi passi le elezioni del 26 maggio.

L’euro-dollaro è poco mosso in area 1,169. Il petrolio si apprezza in avvio di settimana, con l’intenzione di Arabia Saudita e paesi Opec, più Russia e alleati, di limitare le scorte almeno per tutto il 2019: Brent +0,4%, 72,5 dollari al barile.

Stabile l’oro, a 1277,72 dollari l’oncia.

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