Giornata di incertezza sui listini e di prese di beneficio in attesa dell’Eurogruppo di oggi pomeriggio sulla Grecia. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble si è detto ottimista che oggi si troverà l’accordo e che “occorre tenere l’Fmi dalla nostra parte”. Ma sul taglio del debito, che la Troika vorrebbe dimezzare, le posizioni divergono. Per la Germania non è un tema. Non c’è un “no tedesco”, ma una posizione dell’Eurogruppo, basata su motivazioni giuridiche, ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert.
Atene chiude a -0,06%. Giù Milano, che accelera la caduta nel finale di seduta e chiude in calo dello 0,74%, Parigi -0,79%, Londra -0,56%, Francoforte -0,23%. Crolla la Borsa egiziana per le tensioni controil presidente Morsi.
Lo spread Btp-bund è a 334 punti. Dopo la corsa di settimana scorsa l’euro perde terreno sul dollaro a 1,2967 in attesa di schiarite sulla Grecia mentre il commissario Ue Michel Barnier, in un’intervista al Ft, lancia un appello ai ministri delle finanze Ue perché decidano entro fine anno sul meccanismo unico di supervisione bancaria guidato dalla Bce. Il petrolio Wti scende a 87,48 dollari dello 0,91%.
A Wall Street il Dow Jones cedelo0,77% e il Nasdaq dello 0,42%. Da segnalare McGraw-Hill, il gruppo a cui fa capo l’agenzia di rating Standard & Poor’s, che ha venduto il suo polo educativo ad Apollo Global Management per 2,5 miliardi di dollari. Tra i tecnologici brilla Facebook, +7,05% ai massimi da quattro mesi dopo che Bernstein Research ha alzato la valutazione a “outperform” parlando dell’aumento del potenziale di crescita. Attenzione poi ai siti di acquisti online: oggi è il Cyber Monday, il giorno dei maxi-sconti online dopo che venerdì scorso, durante il Balck Friday, le spese online che solo venerdì scorso hanno raggiunto per la prima volta 1 miliardo di dollari. Le vendite del Black Friday sono invece scese quest’anno per la prima volta dal 2008 con i negozi che hanno lanciato gli sconti in anticipo. Nel week end le vendite sono aumentante ma non in modo forte come lo scorso anno: gli americani hanno speso circa 59,1 miliardi di dollari, con un aumento del 13% rispetto allo scorso anno.
Negli Usa si continua a guardare al fiscal cliff: per il consiglio degli advisor economici della Casa Bianca le famiglie americane vedranno le loro tasse aumentare in media di 2.200 dollari nel 2013 se il Congresso non raggiungerà un accordo sull’estensione degli sgravi fiscali per la classe media nell’ambito del fiscal cliff. Con l’aumento delle tasse gli americani spenderanno circa 200 miliardi di dollari in meno nel 2013. Dalle pagine del Nyt Warren Buffet torna a rilanciare un aumento dell’imposizione per i più ricchi:”Una tassa minima per i più ricchi: proporrei un 30% del reddito imponibile” per chi guadagna fra uno e dieci milioni di dollari l’anno e del 35% per chi guadagna più di dieci milioni l’anno, ha scritto.
Intanto nel vecchio continente Morgan Stanley ha tagliato le proprie stime di crescita per l’Eurozona a -0,5% da zero nel 2013, la stessa contrazione prevista per quest’anno (dopo +1,5% nel 2011). Per il 2014 la stima è di una ripresa a +0,9%. A pesare sulle prospettive congiunturali dell’area e’ soprattutto il rallentamento delle economie core Francia e Germania. Per Parigi la stima per il 2013 scende a -0,1% (+0,1% quest’anno), seguita da un +0,8% nel 2014, mentre per Berlino la crescita dovrebbe frenare a +0,3% da +0,8% quest’anno (+1,3% nel 2014). Molto più marginali, invece, le correzioni apportate alle stime di crescita dei Paesi della periferia dell’Eurozona. Per Morgan Stanley, la fase recessiva peggiorerà nei mesi invernali e sarà necessario aspettare almeno fino alla prossima Pasqua per vedere segnali di una stabilizzazione. Sul fronte della Bce Morgan Stanley conferma la stima di un nuovo taglio di un quarto di punto al tasso di riferimento principale (ora allo 0,75%) forse già nella riunione di inizio dicembre, e una richiesta di aiuto all’Esm e alla Bce da parte della Spagna nel primo trimestre del 2013.
Sorpresa positiva per l’Italia invece da parte di Goldman Sachs: per la casa d’affari le sue chance di ripresa pongono l’Italia tra i mercati finanziari più interessanti del 2013 insieme a Cina, Russia e Brasile. Lo afferma Jim O’Neill lo stesso che ha coniato nel 2011 l’espressione Bric.
A Piazza Affari sul Ftse Mib corre A2A +4,66% dopo il successo del collocamento del bond obbligazionario venerdì scorso per 750 milioni di euro riservato agli investitori istituzionali. Le richieste hanno superato i 4,5 miliardi di euro, i bond che scadono il 28 novembre 2019 offrono una cedola del 4,5%. Sale anche Fiat +1,41% dopo l’annuncio di voler riaprire il prestito obbligazionario di 600 milioni di euro con cedola fissa del 7,75% e scadenza ottobre 2016, emesso in data 16 luglio 2012 da Fiat Finance and Trade. I termini finali della riapertura saranno definiti al momento del pricing, in base alle condizioni di mercato. In caso di riapertura, Fiat Finance and Trade richiederà la quotazione dei nuovi titoli emessi e l’ammissione alle contrattazioni presso il mercato regolamentato irlandese. Cede terreno invece Fiat Industrial -3,06% dopo l’annuncio dell’accordo definitivo con Cnh sulla fusione per l’integrazione delle attività. Prima della fusione Cnh pagherà un dividendo di 10 dollari per azione agli azionisti di minoranza. Il concambio sarà di 1 a 1 per le azioni di Fiat Industrial e di 1 a 3,828 per le azioni di Cnh, con un premio, compreso il dividendo pagato ai soci di minoranza di Cnh, pari al 25,6% rispetto all’offerta iniziale dello scorso 16 novembre. Da Exor -0,27% pieno sostegno all’operazione. In fondo al Ftse Mib, dietro Fiat Industrial, Prysmian -2,03% penalizzata dal taglio del rating a neutral da outperform da parte di Mediobanca. Eni -1,22%. In rosso le banche: Banco popolare -1,83%, Bper -1,61%, Intesa -1,10%, Unicredit -0,90%. In controtendenza rispetto al settore Mps: +0,25%.
Tra i migliori del Ftse Mib anche Mediolanum +1,30%, e Terna +0,56%. Ridimensiona il rally Rcs che dopo un balzo di oltre il 16% chiude in rialzo del 4,10% in una seduta di scambi elevati con sospensione al rialzo dopo l’incontro di ieri tra l’ad Jovane e i consiglieri sul piano industriale che dovrà essere approvato il 19 dicembre.
Il consiglio d’amministrazione di Gpi ha deciso di non rinnovare il Patto Camfin +0,48%, in scadenza il 20 luglio 2013. Il Cda, inoltre, ha preso atto di una comunicazione pervenuta oggi dalla Malacalza Investimenti, con la quale questa ha comunicato il recesso dall’accordo parasociale Camfin sottoscritto in data 20 luglio 2010 tra Gpi, Mtp Sapa e la stessa Malacalza Investimenti. “Il Cda, a maggioranza – spiega Gpi – ha ritenuto che il presupposto del recesso, consistente nell’asserito trasferimento di azioni Pirelli & C. da parte di Camfin, per effetto dell’emissione del bond exchangeable del 12 ottobre, non si è verificato, com’è stato anche confermato dal parere reso dal professor. Anelli, in quanto trasferimento non rilevante ai sensi del Patto Camfin. Il Cda, pertanto, ha rigettato la comunicazione di Malacalza Investimenti ritenendola irricevibile”.