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Il Casinò di Campione riapre dopo tre anni

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Il calvario del casinò di Campione d’Italia, e per almeno una parte dei suoi 482 dipendenti, si avvia al lieto fine. Il Tribunale di Como ha infatti disposto la riapertura dello storico locale, chiuso da ben tre anni per fallimento: era il 27 luglio 2018 quando l’accordo di ristrutturazione dei debiti sembrava ad un passo e invece naufragò perché il Comune di Campione, commissariato, si tirò indietro. In seguito i curatori nominati dal Tribunale procedettero al licenziamento di tutti i dipendenti: 270 di loro avevano impugnato il licenziamento, e 174 di loro vedono già la luce in fondo al tunnel perché almeno loro ritroveranno il posto di lavoro ora che il casinò può finalmente riaprire i battenti, entro la fine del 2021 (Covid permettendo).

I giudici hanno così ritenuto valido il nuovo piano di rilancio, basato su una radicale discontinuità strategica, di governance e gestionale rispetto al passato, dove assume un ruolo centrale un rinnovato rapporto con il socio Comune, improntato questa volta su equilibrio e reciproca sostenibilità. Va infatti ricordato che fu proprio l’impatto del contributo corrisposto al Comune di Campione a risultare determinante nel causare lo squilibrio economico e finanziario della società che gestisce il casinò, la Casinò di Campione spa. Un altro fondamentale elemento del piano di concordato è costituito da una maggiore flessibilità organizzativa e ridimensionamento dell’organico.

Ecco perché, quando la sala di gioco riaprirà, i dipendenti riassunti saranno come detto solo 174, ma la società non esclude in una nota che possano “aumentare negli anni successivi in base all’andamento dei volumi di attività”. Sotto il profilo del debito il piano prevede di rimborsare nell’arco di cinque anni al 100% i creditori privilegiati ed al 60% i creditori chirografari. A questi ultimi verrà inoltre attribuito un diritto (della durata di dieci anni) a poter percepire eventuali ulteriori somme, compatibilmente con la cassa generata dalla società, fino ad un rimborso del 100%. Una boccata d’ossigeno per lo stesso territorio di Campione, l’enclave italiana in territorio svizzero la cui autonomia ruotava soprattutto intorno al casinò.

A prendere la decisione favorevole sono stati i giudici Ambrogio Ceron, Marco Mancini e Annamaria Gigli, mentre ha affiancato la società un team guidato da Marco Ambrosini e formato da: Vitale-Zane & Co. per la predisposizione del piano industriale e finanziario, DLA Piper, Studio Legale di Tolle Pilia & Associati e Studio Legale Ghislanzoni per la domanda di concordato e tutti gli aspetti legali e giuslavoristici, Studio Zezza per gli aspetti contabili e fiscali.

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Categories: Economia e Imprese