Wall Street viaggia in ribasso e dà una spallata negativa ai listini europei, che si tingono di rosso fuoco nel finale. Il listino principale di Milano è tutto in calo, -1,77%, 18.410 punti. Stesso andamento a Francoforte, -1,54%; Parigi -1,47%; Madrid -1,76; Zurigo -1,95%. Nemmeno Londra resiste e cede lo 0,81% dopo i guadagni della mattinata, mentre cade la sterlina.
All’origine del malessere sui mercati c’è l’incerto futuro della Brexit, accentuato nel pomeriggio dalla decisione di Theresa May di rimandare il voto in Parlamento sull’accordo con Bruxelles, nel tentativo di tornare a negoziare per ‘respingere il backstop’, il contestato meccanismo sul confine irlandese. Dopo la notizia la moneta unica inverte la rotta sul dollaro e al momento viaggia in calo, con il cambio a 1,137.
Accanto a questa, ribollono anche altre questioni: il rischio di un rallentamento dell’economia mondiale e quello della guerra commerciale fra Usa e Cina, il terremoto politico di Parigi e la trattativa Italia-Ue sulla manovra di bilancio. Molte cose che fanno paura e la volatilità riprende corpo, tanto che l’indice Vix a New York sale del 5,4% al 24,5%. Sui listini Usa pesa anche lo scontro fra Apple e Qualcomm e il Dow Jones torna sotto i 24mila punti per la prima volta da giugno. Dopo aver archiviato l’ottava peggiore da marzo, Wall Street sembra avviata così a vivere ancora una settimana di passione.
Petrolio in retromarcia, dopo i guadagni per l’accordo sui tagli alla produzione: Brent -1,43%, 60,79 dollari al barile.
In Piazza Affari le vendite sono generalizzate, ma risultano più pesanti per Mediaset, -4,92%, a seguito della retrocessione di JP Morgan da neutral a underweight, con prezzo obiettivo d 3,10 a 2 euro. Per il presidente Fedele Confalonieri al momento non c’è possibilità di intesa extragiudiziale con Vivendi. I petroliferi, scendono con il calo del greggio: Saipem perde il 4,58%. Ci si allontana anche dal lusso, dopo uno studio sul settore di Goldman Sachs che taglia al 5%, dal precedente 7%, il tasso di crescita del lusso globale nel 2019 (+10% nel 2018).
Ne risente Moncler -4,86%. Industriali a picco: Buzzi, -3,55% e Cnh -3,51%. Negative le banche, soprattutto le big: Unicredit -2,49% e Intesa, -2,07%. Fuori dal listini principale è festa invece per Astaldi, +24,75%, sospesa più volte in asta di volatilità, in attesa di novità da parte di Salini Impregilo e dal gruppo giapponese Ihi
Stabile l’obbligazionario: il rendimento del Btp 10 anni è 3,,11%, lo spread con il Bund a 286.20 punti base. Sul fronte delle trattative per la manovra italiana, è di oggi la conferma che il premier Giuseppe Conte incontrerà il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker mercoledì a Bruxelles.