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IL CAMPIONATO DELLE MILANESI – Milan, solo un pari col Chievo. Inter, big match con la Fiorentina

Un pareggio che sa tanto di sconfitta. Il Milan non va oltre uno scialbo 0-0 sul campo del Chievo e fallisce l’avvicinamento alla zona Europa. Che, di questo passo, resterà una chimera: difficile, ad oggi, ipotizzare un’accelerata per una squadra piena di problemi. Il match del Bentegodi ha mostrato per l’ennesima volta tutte le difficoltà dei rossoneri a fare gioco, il che, unito alla serata storta di quasi tutti gli uomini di maggior qualità, ha portato a un predominio territoriale piuttosto sterile, fatto di pochissime occasioni da gol e tanta, tanta noia.

“Abbiamo giocato meglio il secondo tempo del primo, serviva meno possesso palla e più cinismo – ha sospirato Inzaghi. – Giocare contro il Chievo non era facile perché ci aspettavano là dietro, credo però che meritassimo di vincere ma purtroppo non siamo riusciti a segnare. In questo momento comunque vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno”. A noi però il compito risulta quantomeno difficile. Di buono infatti c’è solamente il non aver perso, un po’ poco quando si affronta una squadra che lotta per non retrocedere. I proclami della vigilia poi parlavano chiaro: al Milan si chiedeva una vittoria per scuotere classifica e morale e questa non è arrivata. Conseguenza di una partita tignosa, giocata male dal punto di vista tecnico anche da quei giocatori che, sulla carta, avrebbero i piedi per incidere di più. Su tutti Menez, apparso molto sottotono, ma anche Montolivo (uscito poi per infortunio nell’intervallo) e Honda, con il solo Bonaventura a dannarsi l’anima per tutto il campo. Nel primo tempo l’unica vera palla gol è capitata al Chievo, vicinissimo al vantaggio con Pellissier.

Il Milan si è visto sostanzialmente due volte: la prima con Destro, incapace però di concretizzare l’assist di Poli, la seconda con Bonera, sfortunato in un batti e ribatti in area finito addosso a Bizzarri. Troppo poco per vincere e infatti, a inizio ripresa, la squadra sembrava pronta a cambiare marcia. Ma la traversa di Honda e un paio di palloni insidiosi per Destro prima e Pazzini poi si sono rivelati un fuoco di paglia e il Chievo, pur senza scoprirsi mai troppo, ha sfiorato altre due volte il gol (tiri di Schelotto e Paloschi). A conti fatti il pareggio è giusto e, checché ne dica Inzaghi, va molto meglio a Maran che a lui.

La palla per l’Europa passa così all’Inter, che questa sera (ore 18.15) riceverà la Fiorentina in un big match che promette spettacolo e gol. Entrambe le squadre stanno bene sia dal punto di vista fisico che mentale, anche se i recenti impegni di coppa potrebbero pesare. “E’ una partita particolare, arriva da un ciclo piuttosto serrato – ha confermato Mancini. – Spero che i ragazzi proseguano sulla falsa riga di quanto fatto ultimamente, anche se conosciamo bene la forza della Fiorentina. Gioca un buonissimo calcio e poi c’è Montella, uno che potrebbe allenare qualsiasi squadra”.

“Stimo molto Mancini – ha replicato il tecnico viola. – E’ estremamente preparato ed è riuscito a dare all’Inter una mentalità nuova. Noi però andremo a San Siro per vincere, è questo il nostro obiettivo”. Nessun calcolo dunque, solo la voglia di continuare a sognare. Per Inter e Fiorentina questo è un momento topico: i nerazzurri vogliono scalare la classifica, i viola insidiare il terzo posto del Napoli, ora distante 6 punti. Gli impegni ravvicinati (giovedì ci sarà anche la Coppa Italia) e alcuni infortuni costringeranno Montella a cambiare le carte: fuori Mario Gomez (non convocato), Mati Fernandez e Basanta, non al meglio (ma comunque titolare) Borja Valero. Nel 4-3-3 del tecnico ci saranno dunque Diamanti, Babacar e Salah, quest’ultimo sempre più beniamino di Firenze. Mancini invece confermerà l’ossatura delle ultime settimane, ovvero quel 4-3-1-2 che sta dando sempre più soddisfazioni. Davanti ad Handanovic, nuovamente abile e arruolato, ci saranno Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus e Santon, con il neo acquisto Felipe in panchina. A centrocampo si rivedrà Brozovic, che comporrà così il trio con Medel e Guarin alle spalle del trequartista Shaqiri, uno di cui Mancini non vuole mai fare a meno. Là davanti, a fianco dell’intoccabile Icardi, giocherà Podolski, ancora a caccia del primo gol “italiano”.

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