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Il Burraco, un gioco di carte a metà tra Scala 40 e Canasta: ecco come vincere

Vincere sempre a Burraco è impossibile, ma vincere spesso ed essere competitivi in molte occasioni, soprattutto a campionati e tornei, è realistico. Il segreto? Amministrare le matte come se fossero il patrimonio della famiglia e, soprattutto, formare una famiglia, vale a dire scegliere qualcuno con cui fare coppia fissa al tavolo verde, con cui concordare una strategia di gioco, stabilendo poche ed efficaci regole economiche e di linguaggio.

Ma cominciamo da principio. Il Burraco è un gioco di carte di incredibile successo, quasi una malattia collettiva che in Italia, da alcuni anni, colpisce uomini e donne, ricchi e poveri, giovani e vecchi, senza distinzione di sesso, razza, religione. A un primo sguardo il mistero di questo fenomeno sta nel fatto che, una volta imparate le facili regole di base (è una “pinnacola”, un incrocio fra Scala 40 e Canasta)  tutti possono vincere qualche mano, anche i giocatori più scarsi contro i più abili. È la fortuna l’arbitro ingiusto e parziale di ogni partita, perché su 108 carte, 12 sono matte, cioè 4 jolly e otto pinelle (i 2). Eppure i frequentatori di tornei sanno che a incassare i montepremi in palio sono quasi sempre le stesse coppie. Come mai? Perché ai tornei si gioca molto, le mani si susseguono e la ruota gira. La fortuna a Burraco è un po’ come la fortuna nella vita: l’abilità consiste nel saper cogliere le opportunità quando queste si presentano e nella capacità di contenere i danni nella tempesta. Le partite sfortunate, dal punto di vista metaforico, sono le migliori, perchè vi danno la sensazione della lotta titanica dell’uomo contro il destino. Se ne uscirete a testa alta, senza essere schiacciati dagli eventi, sarete davvero soddisfatti. L’alternativa, come sempre, è godersi lo spettacolo, qualunque esso sia.

Per riuscire a spuntarla quante più volte possibile, nella classica partita a 4 giocatori, cercate un compagno fisso, qualcuno con cui confrontarvi sul gioco. Lo stile di coppia vi consentirà di capire e di interpretare i comportamenti del vostro partner, di affrontare gli avversari con una maturità e una consapevolezza non comuni. Si pensi a  quante liti si scatenano al tavolo da gioco nello stesso team: dovevi raccogliere, non dovevi raccogliere, dovevi scartare quella carta, dovevi attaccare una matta in quel palo, dovevi aprire questo gioco o quest’altro, dovevi andare in diretta, era meglio che tu scartassi…eccetera. Il problema è che, di solito, uno dei due ha ragione, perché le scelte non sono tutte uguali e hanno delle conseguenze, facilmente misurabili, quando alla fine si contano onori e punti. Ma le discussioni sono sterili fra chi gioca insieme occasionalmente, sono dialoghi fra sordi, mentre sono fondamentali fra chi fa coppia fissa, perché aiutano a capire come ragiona il compagno e a decidere, in tandem, cosa fare successivamente.

L’esempio più banale è l’apertura di un gioco in prima mano.  Io e la mia partner abbiamo vinto molti tornei, nonchè il primo Campionato nazionale a carte preparate (vale a dire che tutte le coppie giocavano con le stesse carte) seguendo, all’inizio, una regoletta semplice: chi, in prima mano, apre un gioco “sporco” (cioè con una matta), chiuso (cioè con la matta incastrata), ha belle carte e altri jolly su cui contare. Il messaggio è forte e chiaro e recita più o meno così: amica mia io ho una buona disponibilità economica e posso centrare il primo obiettivo che la nostra piccola impresa si è dato, cioè prendere il pozzetto prima degli avversari, tu cerca di aiutarmi, perché poi dovremo fare il burraco e chiudere. L’aiuto che può fornire il “gregario” non è meno importante: deve attuare il controgioco sottraendo carte agli avversari, accumulare carte per il burraco e, possibilmente, passare la carta giusta al compagno per farlo chiudere. Ruoli chiari e comportamenti conseguenti, questo vi aiuterà.

Prima riuscite a spiegarvi l’un l’altro nel corso della partita, meglio è. Non ingannate mai il vostro compagno spendendo subito l’unico jolly che avete: potrebbe essere il solo “sostentamento” della famiglia e se spendete male quello morirete di fame, cioè soccomberete di molti punti.

Una volta compresa la situazione invece potete mettere in mostra i vostri averi, anche se sono scarsi.

Non cambiate linea, se che questa è chiara. Non fatevi tentare da false sirene, da qualche bella carta adagiata sul monte degli scarti, se dovete andare a pozzo. Ricordate che, in questa competizione, chi batte l’avversario in velocità ha un grande vantaggio.

Il Burraco è un gioco empirico, molto terra terra: non fate grandi sogni se non potete realizzarli.  Non inseguite la scale se non potete costruirle. Avete a disposizione dei tris per sopravvivere? Fate quelli, vi consentiranno di non morire di fame nei periodi di vacche magre. Non affezionatevi mai a un gioco, anzi siate sempre pronti a cambiare idea. Mettete la vostra creatività al servizio delle carte che avete e non di quelle che vorreste. Non abbiate mai paura delle carte che avete in mano e che possono servire agli avversari: sono ottimi scarti, vere e proprie armi, da lasciar andare al momento giusto, quando fa comodo a voi e non a chi avete di fronte.

Il Burraco, come molti altri giochi, in fondo è una metafora della nostra vita quotidiana, un po’ di follia, una po’ di saggezza, molta disponibilità, qualcuno accanto che vi capisca e una sana dose di economia domestica, faranno di voi un eccellente giocatore.

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