Il quadro geopolitico non è certo dei migliori. Sul fronte greco, continua il muro contro muro tra Tsipras e l’Eurogruppo, in attesa di un tentativo d’accordo in extremis venerdì. Improbabile, perché da Bruxelles si fa sapere che non esiste un piano B rispetto a quanto offerto ad Atene.
In Ucraina, nonostante la tregua, infuriano i combattimenti per il controllo del nodo ferroviario di Debaltsveve. La frontiera meridionale della Ue, ovvero l’Italia, si trova esposta alle minacce in arrivo dalla Libia.
Eppure, in mezzo a tante incognite, le Borse hanno chiuso con discreti rialzi. A Milano Piazza Affari ha terminato la seduta a +0,47%, con 21.266 punti, dopo avere toccato un minimo a quota 20.890 e un massimo a 21.328 punti. A favore del recupero dell’Italia anche i dati positivi della bilancia commerciale.
Francoforte ha ceduto lo 0,55%, Parigi lo 0,24%, Madrid lo 0,16%, mentre Londra è salita dello 0,33%. Atene ha perduto intanto un altro 2,45%.
Lo spread tra Btp e Bund si è ristretto a 128 punti base e il costo del decennale domestico è sceso all’1,66%.
L’euro, dopo il calo nella prima mattinata, è tornato a lambire quota 1,14 sul dollaro.
Scende di nuovo il petrolio: Wti -2,48% a quota 51.47.
Alla riapertura Wall Street è debole: rallentano Dow Jones e S&P (-0,2%). Invariato il Nasdaq grazie alla spinta di Apple (+1,2%), a quota 128 dollari per una capitalizzazione di 750 miliardi di dollari.
A Milano spicca il comportamento di Saipem, +4% dopo i conti. La società ha confermato di non avere in cantiere un aumento di capitale.
Eni arretra dello 0,4%.
Altro titolo in vetrina è stato Telecom Italia, +4% a due giorni dall’esame del piano industriale. A favorire il rally la possibile conclusione della fusione tra Wind e 3.
Ancora giù Mediaset (-0,3%) nonostante l’ad Adreani abbia anticipato un aumento della raccolta pubblicitaria tra il 2 ed il 4%.
Nel comparto bancario rallenta Monte Paschi (-0,3%). Tra le Popolari, Bpm sale dell’1,1%, Ubi +0,8%, Bper +1,4%. Il direttore generale di Banca d’Italia Salvatore Rossi si è detto favorevole alla riforma, tra l’altro senza tetti al possesso azionario.
Rallenta nonostante le buone notizie sulle immatricolazioni Fiat Chrysler (-0,5%).
Di rilievo i balzi di Saras (+5%) e di D’Amico (+6%).