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Il bazooka di Draghi ridà fiato a banche e Borse

Imagoeconomica

Settimana con l’happy end per le borse europee che chiudono in rialzo l’ultima seduta di un’ottava turbolenta. Contribuiscono a questo slancio, i  segnali dalla Cina per vivacizzare la crescita economica e la possibilità che, a settembre, la Bce metta in campo stimoli monetari superiori alle attese.

L’ottimismo sta contagiando anche Wall Street, in progresso dopo l’opening bell intonata, nell’attesa del meeting dei banchieri centrali, mercoledì prossimo, a Jackson Hole, in Wyoming (USA), dove interverrà anche Jerome Powell. Dopo la paura della recessione con la frenata dell’economia tedesca e la temporanea inversione della curva dei rendimenti dei bond Usa, la parola torna dunque alle banche centrali.

In Europa, a Francoforte +1,3%, recuperano Deutsche Bank (+4,71%) e Commerzbank (+5,61%9 che questa settimana hanno toccato minimi storici. Bene Parigi +1,2%; Madrid +1,73%; Londra +0,8%. Si tratta di un rimbalzo, dopo la debolezza di un Ferragosto arroventato dai dazi.

Piazza Affari, chiusa ieri per festività, guadagna l’1,51% e si allontana con un sospiro di sollievo dal crinale dei 20 mila punti sfiorato mercoledì, salendo a 20.322 punti base. Fuori dal listino principale si mette in mostra Mediaset, +9,89% (3 euro per azione), che supera il prezzo di recesso (2,77 euro) previsto per gli azionisti che non approveranno il riassetto gruppo nell’assemblea dei soci i primi di settembre. Il titolo è stato protagonista di un fiume di scambi: 6,6 milioni di pezzi a metà seduta, pari al 5,6% del capitale.

Rialzano la testa le banche, grazie al restringimento dello spread in seguito alle parole del banchiere centrale della Finlandia, Olli Rehn al Wall Street Journal, secondo il quale il pacchetto di stimolo di Francoforte il mese prossimo dovrebbe essere “molto forte” e superiore alle attese.

Mentre l’azionario riposava per il ferragosto, il rendimento del Btp 10 anni ieri era calato all’1,33%, per risalire oggi all’1,4%. Il differenziale con il Bund di pari durata retrocede in ogni caso nella seduta odierna a 209 punti base (-3,99%). 

Fra i titoli bancari si apprezzano Ubi +5,62%; Unicredit +3,71%; Banco Bpm +4,04%; Intesa +1,96%; Bper +2,19%; Mps +4,37%.

Gli acquisti premiano le utility, con Enel +4,59%; Hera +2,79%; Snam +2,3%; Terna +2,22%. Nella top ten: Leonardo +2,91%. Boom di Mediaset (+9,89%) in vista della fusione con la sua controllata spagnola in un’ottica europea.

Le vendite si riversano prevalentemente sul settore auto e sulla moda. L’automotive milanese, sostiene Reuters citando un trader, si allinea alle perdite registrate ieri dal settore in Europa.

Perdono quota Fiat -2,71%; Pirelli -1,07%; Exor -1,21%. Il lusso si deprime con Ferragamo -1,89%; Moncler -0,85%.

Petroliferi misti: Saipem +2,55%, Eni -0,47%, Tenaris +0,51%. Il petrolio è in significativo rialzo: Brent +0,94%, 58,78 dollari al barile; Wti +0,8%, 54,9 dollari al barile.

L’euro è debole contro il dollaro, con il cambio in area 1,1089 e arretra sulla sterlina a 0,9123 (-0,7%). La ventata di fiducia appanna momentaneamente l’oro, che scende a 1519,55 dollari l’oncia (-0,75%).

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