Fine della corsa. Il sogno di eliminare la squadra più forte del mondo è durato 53 minuti, fino a quando Iniesta non ha segnato il gol del 3 a 1. In quel momento il Milan, fin lì pienamente in partita, ha capito che l’impresa non era più possibile, perché va bene sognare, ma una rimonta del genere al Camp Nou non l’ha mai fatta nessuno, non nell’era Guardiola. I rossoneri salutano così l’Europa, ma pur riconoscendo la superiorità dell’avversario, resta l’amaro in bocca per alcuni episodi che avrebbero potuto cambiare le cose, il che ci lascia una considerazione: i catalani sono già i più forti, perché nel dubbio aiutarli sempre? Rigore a parte (ne parliamo più giù), il Barça ha però dimostrato di avere una marcia in più rispetto al Milan, che se vorrà raggiungere questo livello dovrà lavorare di fino nel prossimo mercato. La scorsa estate i blaugrana (già campioni di tutto, è bene ricordarlo) acquistarono Sanchez (36 milioni) e Fabregas (39), il Milan Aquilani (prestito) e Nocerino (500mila euro). Nomi e cifre che spiegano il divario tecnico, un po’ meno certi sfoghi del presidente Berlusconi.
LA PARTITA
La prima sorpresa arriva attorno alle 19.40, quando la Uefa comunica le formazioni ufficiali delle squadre. Guardiola decide di rinunciare a Sanchez in virtù di Isaac Cuenca, esterno offensivo classe 1991. Colpo a sorpresa, per un allenatore che dimostra, una volta di più, di avere il controllo totale su ambiente e spogliatoio, oltre che coraggio da vendere. Nessuna novità invece da parte di Allegri, che decide di giocarsela con la formazione dell’andata, eccetto Abate (indisponibile a San Siro). Come prevedibile, il Barça parte subito forte e nei primi 6 minuti colleziona due palle gol, entrambe con Messi. Il Milan sembra tranquillo, forse addirittura troppo, e al 9° arriva l’errore che cambia il match: Mexes si addormenta su un pallone innocuo, Messi glielo porta via e si dirige in area. Nell’azione entra di prepotenza Antonini, che cerca un salvataggio alla disperata ma colpisce in pieno l’argentino. Rigore sacrosanto, che “La Pulce” realizza alla perfezione. Il cronometro non è ancora in doppia cifra e il piano del Milan (difesa solida e ripartenze) è già saltato. I rossoneri sono costretti a sbilanciarsi per cercare un gol che li rimetterebbe in partita e il Barça può così sfruttare quelli spazi in cui diventa letale. Rispetto alla partita di San Siro, il Milan difende maluccio, ma attacca abbastanza bene e al 32° colpisce duro: Ibrahimovic raccoglie palla sulla trequarti, vede l’inserimento perfetto di Nocerino e lo serve sul piede. Per “Mister X” sbagliare è praticamente impossibile. I rossoneri esultano, in questo momento sono in semifinale. Tutto da rifare invece per il Barça, che si rituffa a capofitto nella metà campo milanista. La sofferenza è tanta, ma i campioni d’Italia sembrano reggere l’urto. Ma a pochi minuti dall’intervallo arriva la doccia fredda: sugli sviluppi di un corner, l’arbitro Kuipers assegna un altro rigore al Barcellona per una trattenuta di Nesta su Busquets. Peccato che il fallo avvenga a calcio d’angolo non ancora battuto (lo testimoniano le immagini) e che il difensore rossonero subisca a sua volta un blocco di Puyol. Il Milan protesta legittimamente, ma ormai la decisione è presa: Messi cambia angolo e festeggia ancora. Si va all’intervallo sul risultato di 2 a 1, per i rossoneri è tutto da rifare. La mazzata è di quelle forti, ma il colpo di grazia arriva ad inizio ripresa. Un tiro deviato di Messi finisce proprio sui piedi di Iniesta, per il quale segnare il 3 a 1 è un gioco da ragazzi. Siamo al 53°, la partita finisce qui. A poco servono infatti i cambi di Allegri, se non a far registrare l’ennesimo infortunio muscolare di Pato, la cui partita è durata appena 14 minuti. Il Barça crea tante palle gol, legittimando la vittoria finale. I numeri parlano chiaro: al fischio finale di Kuipers, i catalano chiudono con 18 tiri, di cui 10 nello specchio della porta. Il Milan? Un tiro in porta (il gol di Nocerino) e uno fuori. Troppo poco per compiere l’impresa.
LE REAZIONI
C’è tanta delusione nello spogliatoio rossonero, oltre ad un pizzico di amarezza per quella decisione arbitrale così discutibile. “Ci sono stati due rigori, uno regalato da noi e uno dall’arbitro”, ha detto Allegri in sala stampa, riferendosi all’errore di Mexes e a quello di Kuipers. Il tecnico milanista ha poi analizzato con freddezza l’andamento del match: “Abbiamo sbagliato tanti passaggi, avremmo dovuto fare più attenzione. Dopo l’1-1 avevamo la possibilità di poter passare il turno perché il Barcellona aveva un po’ di pressione addosso e si vedeva nello sviluppo del gioco. Poi dopo il 3-1 per loro è diventato tutto difficile. Abbiamo provato a riaprire la partita, ma usciamo a testa alta. Non ho niente da rimproverare ai miei ragazzi”. Del rigore hanno parlato in tanti, dall’autore del presunto fallo Nesta (“Puyol mi ha fatto blocco, l’arbitro ha sbagliato”) a Seedorf (“Ho chiesto spiegazioni a Kuipers e lui mi ha ammonito”), ma nessuno ha usato i termini forti di Ibrahimovic: “Non capisco perchè è stato dato il rigore, ma capisco Mourinho che si incazza quando viene qua. Uscire così mi fa rabbia, tutti hanno visto e se ne deve discutere”.