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Il 2012 dei listini? Meno amaro delle attese. Ecco i regali della Borsa sotto l’albero di Natale

Il 2012 dei listini? Molto meno amaro delle attese. Anzi. Con più di un regalo insperato sotto l’albero. Oltre ad avviarci a chiudere l’anno con uno spread Btp-bund ragionevolmente a quota 300 (ma è presto per cantare vittoria sull’emergenza crisi del debito), se guardiamo gli indici azionari, vediamo che i principali si avviano a chiudere l’anno in positivo.

A Wall Street l’S&P500 è salito da inizio anno dell’11,99%, il Dow Jones ha messo a segno un +6,40% e il Nasdaq +14,76%. Da gennaio 2012 il Dax ha guadagnato il 23,83%, il Cac 40 il 13,63%, il Ftse 100 il 4,21% e Piazza Affari il 5,69%. L’Eurostoxx guadagna da inizio anno il 15%.

“Si veniva da una fine del 2011 molto negativa – spiega Gabriele Roghi, Responsabile Gestioni Patrimoniali di Invest Banca – c’è liquidità e bisogna posizionarsi, si cerca di investire in qualcosa che renda. Non ci sono molte alternative alle azioni. Le obbligazioni troppo a breve non rendono nulla, nel 2012 ci sono stati i Btp mentre l’appeal delle altre obbligazioni governative non è alto. Oppure il debito emergente che è un investimento che ha una logica mentre non c’è logica di investimento né nei bund né nei Treasury.”

Così molti indici stanno tornando sui massimi storici. A Wall Street l’S&P viaggia sui 1.430 punti contro i 1.565 del massimo storico dell’ottobre 2007. Il Dow Jones è a 13.190 punti contro i 14.160 punti del massimo storico sempre del 2007 e il Nasdaq è ben sopra i livelli del 2007 (anche se lontano dai massimi storici del 2000). Il Ftse All world equity index si è spinto sui massimi da 17 mesi. In Europa il Dax è sui 7.636 punti , contro un massimo storico toccato nel 2007 a 8.100 punti. Certo, eccetto il Dax, le Borse europee raccontano qui un’altra storia rispetto ai listini Usa: il Ftse 100 è a 5.939 contro i quasi 7mila punti dei massimi storici del 2000 e gli oltre 6.700 del 2007; il Cac40 è a 3.661 punti contro gli oltre 6.100 punti del 2007 e i massimi storici del 2000. E per Piazza Affari il bilancio è drammatico:il Ftse Mib è a soli 16.333 rispetto ai quasi 45 mila punti del 2007 e ai quasi 50mial del 2000. In ogni caso nel 2012 spread, crisi del debito europeo, tagli alla crescita e tensioni politiche avrebbero potuto dire un conto in profondo rosso.

“Piazza Affari rientra ancora nella categoria dei cattivi  insieme all’Europa più in generale – continua Roghi – il peso della sottoperformance è da attribuire al settore bancario mentre diversi non bancari sono comunque vicini ai massimi storici: Luxottica ha toccato per esempio il massimo storico il 4 dicembre e anche Tod’s è ai massimi. Gli investitori si sono riversati sui settori di beni di consumo/industriali con un mercato globale”. Luxottica ad oggi da inizio anno è salita del 43,87% a 31,35 euro per azione (massimo storico precedente a 28,78 nel 2007). Tod’s ha guadagnato il 51,81% a 96,25 euro per azione (massimo storico precedente nel 2011 a 93,35 euro).

Ora bisogna capire se questi livelli sono un nuovo punto di ripartenza o rischiamo altri vuoti d’aria. “Di liquidità ce ne è tanta – dice Roghi – in Usa l’andamento dei listini riflette di più le mosse della Fed che l’economia reale, se si interrompe questo flusso e si torna a valutazioni che si basano sui fondamentali si rischiano scossoni a meno che i fondamentali non migliorino nel breve termine”.

“L’anno è stato più positivo di quello che ci aspettavamo – rileva anche Pieralberto Furno, ad e senior portfolio manager di Nemesis Asset Management, società di gestione basata a Londra – Questi livelli continuano a scontare soluzioni definitive su Grecia ed Europa, soluzioni di cui non abbiamo però ancora avuto prova che funzionino al 100%. Il recupero in Europa è dovuto molto alle promesse dei politici e dalla necessità di investire la liquidità posizionandosi sui titoli azionari, su cui a lungo termine è più sano essere investiti rispetto alle obbligazioni. Negli Usa la volatilità è stata inferiore grazie al sostegno del governatore della Fed Ben Bernanke ma ci sono ancora problemi irrisolti come il fiscal cliff e la crescita più lenta del previsto. A Wall Street i finanziari, molto più ripuliti nei bilanci che in Europa, e i tecnologici sono stati tra i settori più favoriti”. Bank America è per esempio balzata del 94,66%, Aig del 44,33% e nonostante lo scandalo della “balena” JpMorgan ha guadagnato il 25,7%.

Bloomberg ha stilato un’interessante classifica dei vincitori e dei perdenti del 2012  (al primo dicembre 2012, sulla base di performance total return, ossia andamento dei prezzi più rendimenti da dividendi). La migliore large cap Usa è stata Regeneron Pharmaceuticals +219% grazie alle forti vendite di trattamenti per malattie degli occhi. Il peggior titolo è invece Hewlett-Packard -49%. Il miglior titolo internazionale è United Spirits +307%, il più grande distillatore dell’India dove si consumano più di 20 miliardi di whisky all’anno. Al contrario il peggiore, e senza sorprese, è stato Bankia -80%. Sul fronte dei fondi comuni azionari basati negli Usa vince il Fidelity Select Biotechnology Portfolio +37,5% che ha 2,7 miliardi di asset in più di 157 titoli biotecnologici. Uno degli investimenti maggiori è Gilead Sciences, società biofarmaceutica basata in California. Il peggiore fondo comune è il Federated Prudent Bear Fund -15,6%  che si concentra su titoli delle società estrattive di oro. L’obiettivo era beneficiare della caduta dei mercati ma proprio un 2012 meno brutto delle attese ha rotto le uova nel paniere. Il miglior fondo obbligazionario è il GMO Emerging Country Debt Fund +23,3% che investe nel debito emesso dai Paesi emergenti, una strategia che ha funzionato nove volte negli ultimi dieci anni. Il maggiore investimento sono le obbligazioni venezuelane. Il peggior fondo obbligazionario è il GMO U.S. Treasury Fund +0,08%, una strategia estremamente prudente che significa giocoforza che i ritorni non tengono il passo con l’inflazione. La miglior commodity è il grano +33% i cui prezzi sono saliti grazie alla siccità in Russia, Australia e Usa. La peggiore il caffè -33% a causa dell’abbondanza di questa materia prima sul mercato. Per esempio il più grande produttore del Brasile ha quasi duplicato la propria produzione nel decennio passato. In luce anche gli Etf. Il migliore,Shares Dow Jones U.S. Home Construction Index Fund, ha archiviato un +73,1%, grazie alla scommessa sulla ripresa del settore immobiliare Usa che ha dato frutti con i segnali incoraggianti giunti nel 2012. Il più grande peso nel fondo è della società  Lennar Corp che è salita del 95% nei primi 11 mesi dell’anno. Il peggiore Etf è stato il ProShares VIX Short-Term Futures ETF -79,1% che fa bene quando la volatilità del mercato Usa sale. Cosa che ,in un anno meno amaro del previsto, non è successa. Per finire non poteva mancare l’indicazione della migliore e della peggiore Ipo. L’ultimo posto va a Facebook -26,3%. Dopo il suo debutto da 16 miliardi di dollari a maggio il titolo ha perso più del 50% del suo valore per poi riprendersi  con un rally del 32% dopo che i risultati del terzo trimestre hanno battuto le attese. Meno nota la Five Below, azienda che vende caramelle, cartoleria e prodotti di bellezza per i teenagers con prodotti a 5 dollari o meno che vede crescere i ricavi al ritmo del 47% all’anno. Dalla sua Ipo di giugno il titolo è salito del 119%.

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