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Ikea, primo calo in Italia: -2,6%. L’ad Petersson: “Ci frena la burocrazia”

Per la prima volta da quando è arrivata in Italia, nel 1989, Ikea rallenta. Il gigante svedese dell’arredamento low cost ha archiviato l’anno commerciale 2011-2012 (bilancio chiuso il 31 agosto) con un fatturato di 1.598 milioni di euro nel nostro Paese, in flessione del 2,6% rispetto al 2010-2011. Gli unici settori di vendita ancora in crescita sono le cucine (+1%), l’arredo bagno (+8%) e i mobili per l’esterno. 

Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea Italia, ha illustrato oggi i risultati, annunciando anche ulteriori investimenti per 400 milioni di euro nei prossimi tre anni, con nuove aperture (la prima a Pisa a fine 2013) e lo sviluppo della vendita online.

In particolare, il manager ha fatto riferimento al travagliato progetto da 115 milioni per l’apertura di un terzo negozio a Roma. Il nuovo punto vendita dovrebbe sorgere nella zona del Pescaccio, sull’Aurelia, ma il piano è fermo ormai da tempo a causa delle lungaggini burocratiche fra Comune e Regione, che peraltro hanno già accolto tutte le proposte dell’azienda. 

“Da sette anni abbiamo un bellissimo progetto, ma non sappiamo quando potremo aprire il terzo negozio a Roma – ha detto Petersson -. Per noi questa situazione è poco accettabile. I tempi lunghi sono un problema, ma la cosa più grave è l’incertezza. Non sappiamo quando potremo aprire, se fra tre anni, fra cinque o mai”. 

Il manager, che arriva da una lunga esperienza in Giappone, ha aggiunto che anche nel resto del mondo i tempi per ottenere tutte le autorizzazioni sono lunghi, ma sono mediamente la metà rispetto all’Italia: “In questa situazione perdiamo tutti – ha concluso -. I nostri clienti romani che lamentano un eccessivo affollamento degli altri due negozi, specialmente nel fine settimana, e noi che vorremmo espanderci”. 

Al momento Ikea è presente in Italia con 20 negozi che raccolgono 46 milioni di presenze l’anno. Il nostro Paese è al quarto posto nelle vendite e al terzo posto tra i mercati fornitori del gruppo svedese con l’8,24% degli approvvigionamenti.

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