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Ifi: in Spagna i crediti deteriorati ammontano a 260 miliardi

Secondo una comunicazione dell’Istituto per la Finanza Internazionale, il vero ammontare dei crediti in sofferenza nei bilanci delle banche spagnole ammonterebbe a circa 260 miliardi di euro, contro i 180 stimati finora. Possibile un nuovo intervento dello stato a favore del colosso Bankia, per altri 10 miliardi.

Ifi: in Spagna i crediti deteriorati ammontano a 260 miliardi

Dall’Ifi, Istituto per la Finanza Internazionale presieduto da Charles Dallara, arriva l’ennesimo monito per le banche spagnole. Secondo uno studio condotto prendendo come metro di paragone la situazione irlandese, l’istituto ha dedotto che l’ammontare dei crediti in sofferenza nei bilanci di numerose casse di risparmio iberiche potrebbe essere ben più pesante dei 180 miliardi finora stimati.

L’Ifi non si è espresso in modo netto, ma ha indicato che i “crediti avariati” potrebbero attestarsi all’interno della forbice 218-260 miliardi. Verosimilmente, però, la cifra esatta potrebbe rivelarsi molto vicina al margine alto dell’intervallo, catalogando come “sofferente” la quasi totalità dell’esposizione bancaria spagnola al settore immobiliare, stimata in circa 300 miliardi di euro

Una stima notevolmente peggiorativa che, non a caso, viene pubblicizzata dopo il declassamento da parte di Moody’s di numerose casse di risparmio che, secondo l’Ifi, potrebbero presto aver bisogno dell’intervento del Governo. 

Indirettamente, la dichiarazione dell’Ifi offre supporto alle richieste che Rajoy ha più volte rivolto alle banche, domandando loro di riconoscere in toto le perdite derivanti dal crack immobiliare e conseguentemente aumentare gli accantonamenti.

Dal canto suo, l’esecutivo potrebbe presto trovarsi costretto ad aumentare la quota di possesso del colosso Bankia, parzialmente nazionalizzato dopo che l’iniezione di 4,4 miliardi di euro è stata convertita in azioni.

La banca, attualmente a controllo pubblico per il 45% del capitale, sembra sul punto di chiedere un nuovo intervento statale, pari a 10 miliardi di euro, tramite l’acquisto di azioni del Banco Financiero y de Ahorros, la holding del gruppo. Per ora niente di ufficiale, ma le indiscrezioni trapelate rivelano anche la difficoltà del governo nel tenere bassa la tensione: solo alcuni giorni fa il ministro delle Finanze aveva definito Bankia un’istituzione che “ha una forza enorme“.

Intanto, per limitare i danni, Madrid ha smentito che siano iniziate le corse agli sportelli: l’aumento dei prelievi in Spagna viene tenuto d’occhio ma non si starebbe configurando una “banking run”. Il calo dei depositi nelle banche europee ha finora colpito soprattutto la Grecia (-30%), ma in Spagna si registra, attualmente, una modesta diminuzione del 4%

Le autorità però tengono la situazione sotto strettissimo controllo: quello che può sembrare un fenomeno stagionale di diminuzione dei clienti potrebbe, nel caso di un’improvvisa escalation della crisi greca, degenerare in un vero panico bancario.

Anche di questo si occuperanno, nel vertice di domani a Bruxelles, i leader europei: il pericolo di un crollo sistemico ha messo in luce la necessità di approntare, oltre a “firewall” più potenti contro il contagio dei debiti sovrani, anche un fondo europeo di garanzia dei depositi.

Un fondo che manca, dal momento che ogni paese presenta normative e istituzioni proprie e non esiste un organismo comunitario preposto alla tutela dei correntisti.

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