Inflazione, ma non solo. A concentrare l’attenzione sull’energia non è soltanto la dinamica dei prezzi del greggio, stamane in ritirata a 62 dollari dopo aver bucato in settimana quota 70, ma anche le prime reazioni al piano shock dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, che, in maniera provocatoria, ha messo gli Stati di fronte alle proprie responsabilità. Volete per davvero raggiungere gli obiettivi previsti dall’accordo di Parigi che avete “strombazzato” ai quattro venti? Ecco quello che occorre fare, fin da subito, per mantenere entro il 2050 gli impegni che avete assunto (ovvero l’azzeramento delle emissioni di CO2 con l’obiettivo di contenere entro 1,5 ° l’aumento della temperatura media).
Vaste programme, per dirla con De Gaulle, che richiede diversi interventi:
- Entro il 2035, stop totale alla produzione di auto a combustione interna (la tecnologia con cui oggi si producono quasi tutte le macchine).
- Produzione di sola energia pulita da rinnovabili entro il 2040.
- Riscaldamento da pompe di calore non inquinanti per almeno metà del fabbisogno dal 2045.
Per arrivare a questo risultato, l’energia solare dovrà crescere di 20 volte, quella eolica di 11. Il ricorso al carbone deve scendere al 4% del totale, ma anche petrolio e gas devono subire forti ridimensionamenti: rispettivamente -75 e -55%.
Un terremoto, insomma, che probabilmente verrà diluito e modificato lungo la strada. Purché gli obiettivi green siano condivisi dalle prossime generazioni, nonostante la mole degli investimenti richiesti dalla transizione. Ma la tendenza è oggi molto robusta. In più direzioni.
È di ieri la notizia che il Parlamento europeo ha approvato una mozione che riconosce l’importanza dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio come tecnologia ponte nel breve e medio termine. Inoltre, si incoraggia la Commissione e gli Stati membri a effettuare una valutazione scientifica della possibilità di convertire le infrastrutture gas esistenti al trasporto di idrogeno puro e allo stoccaggio sotterraneo. Nonostante la mozione non sia vincolante, dovrebbe assumere estrema importanza in vista della presentazione il 14 luglio del pacchetto energia-clima da parte di Bruxelles.
Se ne avvantaggia Snam (+0,23%), che proprio alla vigilia, tra l’altro, aveva annunciato di aver utilizzato per la prima volta una miscela del 30% di gas naturale e idrogeno per alimentare i forni di un’acciaieria vicino a Milano del gruppo Giva, primo passo per l’introduzione graduale dell’idrogeno a emissioni zero in alcuni processi di produzione dell’acciaio.
Intanto, stamane la Banca d’Inghilterra ha annunciato di aver modificato radicalmente gli investimenti nei bond energetici: d’ora in poi la componente ambientale farà premio su tutto il resto, compresa la redditività.
Si annuncia infine una stagione calda per le assemblee delle società oil, non abbastanza impegnate, a detta degli investitori, nella lotta per il cambiamento climatico. L’ultima a incassare l’annuncio di un voto contrario è Total, la cui politica energetica è giudicata insufficiente da un trust di gestori.