Si è svolta in data di ieri a Milano, presso la Sede dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, la presentazione del Rapporto “Evoluzione del Commercio con l’estero per Aree e Settori”, frutto della collaborazione tra Agenzia ICE e Prometeia, principale gruppo italiano per la realizzazione di modelli e previsioni economiche e finanziarie.
Dal Rapporto presentato emerge come dopo un biennio complicato, il commercio mondiale può finalmente registrare un cambio di passo. Gli scambi globali di manufatti sono previsti in accelerazione del 3,5% nell’anno in corso, per aumentare a 4,2% e 5,5% in quelli successivi. Il tasso di sviluppo è previsto tornare superiore al PIL mondiale, un indice dell’attività economica mondiale rispetto a cui l’integrazione commerciale ha stentato nell’anno precedente. Una chiave per il rilancio risiede nel riequilibrio dei motori della crescita degli scambi e più in generale nella distribuzione di ricchezza, produzione e consumi globali. Nel 2013 la dimensione dello sbilanciamento era ancora troppo simile a quella di prima del 2009, un livello che la stessa crisi ha rivelato come non sostenibile e che ha di fatto frenato gli scambi negli ultimi anni.
Rispetto al passato recente la ripresa americana, ma anche la più timida dinamica europea, rappresentano il principale spunto di novità nello scenario, che si traduce in una mappa delle opportunità piuttosto allineata alle direttrici geografiche dell’export Made in Italy. Dal punto di vista dei settori trainanti, meccanica ed altri settori tecnologici saranno i più dinamici grazie a una generale ripresa del ciclo degli investimenti. Importazioni in accelerazione anche per i settori dell’export italiano tradizionale quali moda, alimentare e arredo, soprattutto nei segmenti a maggior qualità.
Dal lato del profilo di rischio, le forti oscillazioni valutarie in alcuni mercati emergenti hanno ricordato la debolezza intrinseca che ancora caratterizza molti Paesi, puntando l’accento verso una maggiore selettività. Più che sul fronte macroeconomico, è tuttavia su quello geopolitico che si concentrano le possibili incognite. Una possibile accelerazione nasce invece dal quadro delle regole in cui si muovono gli scambi. Questo potrà aprire una nuova fase per il commercio mondiale su due fronti: quello globale per sfruttare appieno i benefici dell’integrazione in un mondo caratterizzato da velocità differenti, quello interno per ridurre attraverso una migliore accessibilità quelle discriminazioni che per le sue caratteristiche pesano oggi in maniera più rilevante rispetto ai concorrenti sull’internazionalizzazione italiana.