Diventare il campione nazionale dei pagamenti digitali in partnership con le banche, attraverso consistenti investimenti in tecnologie e competenze e acquistando una scala di livello internazionale. È questo l’obiettivo del Piano industriale 2017-2021 dell’Istituto centrale delle banche popolari (Icbpi) sviluppato dal nuovo amministratore delegato, Paolo Bertoluzzo, e approvato ieri dal Cda.
Il progetto rientra nel percorso avviato lo scorso anno con l’acquisizione di Icbpi – CartaSi da parte dei nuovi azionisti Advent International, Bain Capital e Clessidra. La strategia per raggiungere gli obiettivi del piano si baserà principalmente su quattro elementi chiave: prodotti e servizi sicuri e innovativi in partnership con le banche; crescita di competenze e di scala attraverso acquisizioni; investimenti in tecnologie e in competenze e un modello di business più efficiente.
Nel dettaglio, spiega una nota dell’Istituto, i driver su cui si basa la strategia di sviluppo sono quattro. Prima di tutto la crescita organica, che sarà realizzata attraverso l’ideazione e la realizzazione di nuove offerte di prodotti, oltre che fornendo servizi in partnership con le banche, come quelli legati al mondo dell’e-commerce, degli instant payments, dei mobile digital payments e delle carte di debito altamente innovative.
Il secondo driver è un processo di acquisizioni mirate ad accrescere la dimensione di scala a livello delle maggiori realtà internazionali. Ad oggi su questo punto Icbpi – CartaSi e i suoi azionisti hanno già investito 2 miliardi di euro per l’acquisizione di Isp Processing (Setefi – Isp cards) da Intesa Sanpaolo, di Bassilichi, delle attività di merchant acquiring di Monte dei Paschi di Siena e di Deutsche Bank.
Terzo elemento chiave è un piano d’investimenti di oltre un miliardo di euro in tecnologie e prodotti digitali, con l’ingresso in azienda di nuove risorse qualificate e orientate all’innovazione. Inoltre nuove risorse saranno investite sul fronte commerciale in partnership con le banche.
Infine, una costante e rigorosa ricerca dell’efficienza che permetterà anche di liberare ulteriori risorse a sostegno degli investimenti.
Il piano industriale, inoltre, segue la riorganizzazione realizzata lo scorso novembre che ha introdotto l’adozione di un modello operativo articolato su cinque business unit: Issuing, Merchant Services, Payment, Securities Services, Oasi e la creazione di forti poli di competenze per tecnologia, operations e commerciale banche.