Calano bruscamente i profitti di Ibm nel terzo trimestre: a pesare sui conti del colosso statunitense sono i ribassi delle vendite in diverse divisioni. In particolare Ibm ha già detto che trasferirà le attività relative ai semiconduttori a Globalfoundries, pagando 1,5 miliardi di dollari solo per disfarsi di queste attività in forte perdita. Risultato: il gruppo ha riportato profitti per 18 milioni di dollari, 2 centesimi per azione, contro i 4,04 miliardi di dollari, 3,68 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escludendo le voci straordinarie, l’utile sarebbe di 3,68 dollari per azione. Il fatturato è sceso da 23,3 a 22,4 miliardi di dollari. Gli analisti attendevano un utile per azione di 4,31 dollari su un fatturato di 23,37 miliardi di dollari.
“Siamo delusi dalla performance. C’è stato un rallentamento del mercato in settembre e un cambiamento del comportamento degli acquirenti”, ha detto l’amministratore delegato Ginni Rometty. Ibm non ha visto crescere il fatturato per dieci trimestri consecutivi e, nei tre mesi conclusi a settembre, il giro d’affari generato dai servizi globali è calato del 3%, quello derivato dai software è sceso dello 0,4%, mentre quello del segmento sistemi e tecnologia è sceso del 14%.