Il rischio di perdita di posti di lavoro legato all’intelligenza artificiale, temuto da molti, non è poi una falsificazione della realtà. Almeno non per IBM. Il gigante americano dell’informatica ha deciso di bloccare le assunzioni nei prossimi anni in quei ruoli dove l’intelligenza artificiale può sostituire l’uomo. Ad annunciarlo è stato il ceo di IBM, Arvind Krishna, il quale ha spiegato – come riportato da Bloomberg – che le assunzioni per funzionalità di back-office, ad esempio nelle risorse umane, saranno sospese o rallentate.
La strategia di Ibm potrebbe rappresentare un modello per le grandi società. Si tratta della prima big a cambiare i propri piani di assunzione in attesa di ulteriori sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa.
Intanto Geoffrey Hinton, considerato il “padrino dell’Intelligenza artificiale” ha lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi della tecnologia. “Me ne sono andato per poter parlare dei suoi pericoli”, ha detto in un tweet dopo che ieri il New York Times ha dato la notizia. Anche il patron di Tesla, Elon Musk, aveva avvertito sui potenziali rischi dell’IA.
IBM sospende le assunzioni: ecco perché
L’ad Krishna ha dichiarato a Bloomberg che i tagli avranno un impatto soprattutto sui ruoli non rivolti ai clienti, come le risorse umane, una divisione che conta circa 26.000 lavoratori.
“Potrei facilmente vedere il 30% di questi sostituiti dall’IA e dall’automazione nell’arco di cinque anni”, ha proseguito Krishna, una cifra che rappresenta circa 7.800 posti di lavoro. Ma le persone che attualmente ricoprono questi ruoli non saranno licenziate, come ha dichiarato un portavoce dell’azienda, ma semplicemente che una volta lasciati liberi questi ruoli non saranno occupati.
Bloomberg aveva precedentemente riferito che l’azienda, aveva annunciato tagli di posti di lavoro all’inizio dell’anno, pari all’1,5% della sua forza lavoro.
Negli ultimi mesi, con l’espansione esponenziale delle capacità dell’IA come ChatGPT, gli esperti hanno messo in guardia dai potenziali impatti sul mercato del lavoro. I settori tecnologico, dei media e legale sono tra quelli che più probabilmente ne risentiranno.