Condividi

IA e condizionatori: boom di consumi e corsa all’oro tra accordi e fusioni. La crisi climatica? Ecco che aria tira

C’è un settore che cresce incessantemente a livello globale: il gigantesco comparto Hvac, quello dei condizionatori. Boom dei consumi, il ruolo della IA. Ecco i numeri, le acquisizioni (redditizie) e le previsioni sui rischi climatici

IA e condizionatori: boom di consumi e corsa all’oro tra accordi e fusioni. La crisi climatica? Ecco che aria tira

Quando pigiamo il tasto ok per avviare il motore di ricerca Google consumiamo, in quanto a energia, sino a dieci-dodici volte più di prima (lo ha detto di recente Radio24). Prima, cioè, che arrivasse l’AI, Artificial Intelligence. Con questi consumi ci sarà un disastro climatico e molta responsabilità l’avrà il condizionatore. Ecco perché. Nel generale – e deprimente – panorama delle vendite delle tecnologie per l’edificio, c’è un settore che cresce incessantemente a livello globale, e che, per concorde opinione degli esperti, manterrà questa tendenza.

Si tratta del gigantesco comparto sintetizzato nella sigla inglese Hvac, Heating, ventilation and air conditioning, ovvero “riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria”. Altamente inquinante, e lo sarà sempre di più nonostante si adottino motori, gas, sistemi, software intelligenti, ad alta efficienza ed ecologici. A essere preoccupati – anche se fiutano business piramidali – questa volta non sono solo i verdi, i governi, l’Onu e via dicendo, ma anche le imprese della ricca filiera (progettisti, costruttori, fornitori, rivenditori, distributori e installatori).

Da 2 a 5 miliardi di condizionatori entro il 2050

Intanto i numeri. L’intero comparto arriva a 280 miliardi di dollari comprendendo tutta la enorme filiera. Lo stock globale di condizionatori d’aria negli edifici aumenterà, secondo gli esperti Onu, a 5,13 miliardi entro il 2050, rispetto a 1,6 miliardi nel 2022, il che equivale a 10 nuovi AC venduti ogni secondo per i prossimi 30 anni. Ma roba da ridere in confronto al calore che trasferiranno all’ambiente le strutture delle nuove tecnologie: la AI rigenerativa, cioè la tecnologia alla base del software ChatGpt di OpenAI, l’apprendimento automatico, il mining di criptovalute e gli IoT.

Consumo di elettricità: fino a 1.000 TWh nel 2026

Molte imprese Hvac di tutto il mondo non sanno come si riuscirà a fronteggiare la colossale produzione di calore emesso dal funzionamento. Per rendersi conto dell’entità di questi effetti, è bene sapere che il consumo globale di elettricità da parte dei data center, che ha raggiunto i 460 terawattora (TWh) nel 2022, dovrebbe arrivare fino a 1.000 TWh nel 2026, secondo un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea). Si tratta di applicazioni industriali tecnologicamente avanzate per componenti e sistemi Hvac per l’aerospaziale, la sanità, le gigantesche “fab” di semiconduttori e i data center, le telecomunicazioni….

Calore, il killer del clima

La carenza di elettricità e di reti di distribuzione sarà niente in confronto al calore, questo killer terribile, destinato ad accelerare il degrado definito del clima. Il calore deve essere dissipato poiché l’esposizione a temperature estreme può portare a costosi degradi e guasti estremamente onerosi oltre che a danni di incalcolabile dimensione sociale. Calore che un cinico Ad di una società di consulenza, Ted Polk della Capstone Partners, ha di recente così commentato: “Questa grande quantità di calore è di buon auspicio per i produttori di apparecchiature Hvac avanzate e deve essere gestita in modo efficiente”.

Ecco perché è un cane che si morde la coda

L’uso diffuso di sistemi AC negli edifici sta facendo aumentare le temperature (a Tokio per esempio da decenni è vietata l’espulsione all’esterno dell’aria caldissima), alimentando la crisi climatica. E poi, più aumenta il caldo in tutti i continenti più cresce esponenzialmente il ricorso ai climatizzatori. Come si dice in questi casi: è il classico cane che si morde la classica coda. Inoltre, a contribuire con dosi massicce di C02 sono i vecchi impianti che continuano a funzionare nelle case, negli spazi collettivi, nelle industrie, nel terziario…

Condizionatori, sempre più M&A

Il segnale forse più indicativo dell’espansione di questo grande comparto è l’incremento delle operazioni di acquisizioni, accordi e fusioni di portata considerevole poiché riguardano – come ha rilevato un accurato studio di Key Capital – quasi esclusivamente gigantesche strutture critiche installate o da installare urgentemente. L’attività totale delle transazioni nel settore delle apparecchiature Hvac – riferisce il rapporto – è aumentata del 41,7% anno su anno, con 34 transazioni annunciate o completate nell’anno 2024. E che siano operazioni redditizie lo dimostra il fatto che generano rapidamente incrementi notevoli a due cifre dei ricavi e degli utili.

Tra gli operatori più attivi spiccano Trane Technologies e Amazon. Un recente investimento Amazon riguarda, per esempio, un data center di 1.200 acri e 960 megawatt, alimentato da una centrale nucleare da 2,5 gigawatt (GW) (marzo, 650 milioni di dollari). Ingersoll Rand ha acquisito lo scorso febbraio l’italiana Friulair per 146,5 milioni di dollari. Friulair produce essiccatori, filtri, post-refrigeratori e accessori per il trattamento dell’aria compressa, nonché una linea di prodotti Chiller che serve i settori food & beverage e farmaceutico. Nessun riferimento, nei testi dei contratti, ai problemi che tecnologicamente i nuovi sistemi potranno provocare. Le ipotesi? Surriscaldamenti, interruzioni di forniture elettriche, guasti e, forse, anche sabotaggi.

Commenta