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I tassi Usa saliranno solo a dicembre e le Borse festeggiano

La Yellen ha ribadito che i tassi della Fed saliranno ma non subito e le Borse ringraziano: record del Nasdaq, dollaro più debole, Asia in forte ascesa, Europa vista in progresso – Apple punta McLaren – Nuovo buyback per Microsoft – A Piazza Affari volano le Popolari e Unicredit inizia l’esame del nuovo piano – Alla Juve anche il primato dei profitti

I tassi Usa, per ora, non aumentano. Ma un rialzo entro la fine dell’anno è possibile, anzi probabile. È questo il messaggio in arrivo dalla Federal Reserve al termine di uno dei meeting più combattuti degli ultimi anni: tre governatori su dieci (Esther George, Loretta Mester e Eric Rosengren) hanno votato contro la decisione, giustificata in parte dalla frenata del Pil (+1,8% contro la previsione precedente di un +2%), ma non dall’andamento dell’occupazione, ormai vicina al pieno impiego. Sono state così rispettate le previsioni: la Fed si muoverà solo dopo le elezioni dell’8 novembre.

In linea con le attese anche le scelte della Banca del Giappone: confermata la scelta dei tassi negativi a breve e l’obiettivo del tasso zero per i titoli a dieci anni. La strategia del “quantitative and qualitative easing” punterà a sostenere i rendimenti dei titoli a lunghissimo termine, a vantaggio dei fondi pensione e dei bilanci delle banche.

Oggi si chiude la sfilata delle banche centrali iniziata con il direttorio della Bce della scorsa settimana: in passerella gli istituti centrali della Nuova Zelana, delle Filippine e dell’Indonesia. Chiuderanno la giornata i meeting della Norvegia (possibile un taglio per scoraggiare l’afflusso di capitali sulla corona) e della Turchia.

NUOVO RECORD PER IL NASDAQ, EMERGENTI IN VOLO

I mercati hanno reagito alle notizie in arrivo da Washington e da Tokyo con un robusto rialzo. Il Nasdaq (+1,03%) ha segnato un nuovo massimo a quota 5.295,18. Salgono anche il Dow Jones (+0,9%) e l’indice S&P 500 (+ 1,03%, +5,8% da inizio anno).

Festeggiano i mercati emergenti. Recuperano posizioni le valute, dal rand sudafricano (+2,2%) al real brasiliano e al rublo (rispettivamente +1,2 e +1,1%). L’indice azionario Msci Emerging Markets è salito dell’1,1%. In crescita anche il mercato del debito: le obbligazioni brasiliane a 10 anni in dollari scendono al 4,53% (-22 punti).

Chiusa stamane Tokyo per festività, ieri in forte ascesa dopo le decisioni della Bank of Japan: lo yen tratta in lieve calo sul dollaro. La risposta dell’Asia è stata affidata ai mercati cinesi: sale Hong Kong (+1,6%), segue a ruota Shanghai (+1,1%).

Bene il petrolio: Brent a 47,52 dollari (+1,1%), analoga variazione per il Wti, sopra i 45 dollari. Inizio moduloLe scorte di greggio Usa sono scese, a sorpresa, ai minimi da 31 settimane. A Wall Street il comparto Energy ha segnato il rialzo più robusto del listino (+2,1%). A Piazza Affari Eni +0,3%, Saipem +1,3%.

PARTENZA SUPER IN VISTA PER L’EUROPA. MILANO +0,88%

I futures prevedono una partenza in deciso anche per i listini europei, ieri già spinti al rialzo dalle notizie in arrivo da Tokyo: le nuove linee guida della Banca centrale giapponese potrebbero essere importate in Europea dalla Bce. L’indice Ftse Mib di Piazza Affari è salito ieri dello 0,88% a quota 16.350 punti, d’un soffio davanti a Madrid (+0,87%). A seguire Parigi (+0,5%), Francoforte (+0,39%) e Londra (+0,06%).

L’Ocse ha rivisto al ribasso allo 0,8% la stima per il Pil italiano sia per il 2016 che per il 2017. Rispetto al quadro di giugno, si tratta di una revisione di due decimi per quest’anno e addirittura sei per il 2017.

Il Btp ha chiuso ieri all’1,29%. Si conferma la performance della carta spagnola su quella italiana: lo spread tra le rispettive scadenze decennali si è allargata a 29 punti base, ai massimi da fine 2014.

Oggi a mercati chiusi il Tesoro comunicherà i dettagli delle aste di Btpei e Ctz di martedì 27, primo appuntamento della sessione di collocamenti di fine mese. Le previsioni di Intesa Sanpaolo indicano un’offerta fino a 2,5 miliardi di Ctz e fino a 1,5 di indicizzati.

APPLE PUNTA MC LAREN, NUOVO BUY BACK PER MICROSOFT

Al di là delle decisioni delle banche centrali non sono mancati i motivi d’interesse a Wall Street. La voce rilanciata dal Financial Times di una trattativa per l’acquisto della Mc Laren (che ha smentito) da parte di Apple, per un valore di 1-1,5 miliardi di sterline, non ha smosso il titolo della Mela, invariato. È comunque confermata l’intenzione del gruppo Usa di entrare con forza sul mercato dell’auto.

Brilla la stella di Microsoft (+1,67%). La società ha deliberato un piano addizionale di riacquisto di azioni da 40 miliardi di dollari, un programma che si affianca a quello già in corso, anche questo di 40 miliardi. Il board ha anche aumentato il dividendo trimestrale dell’8%, a 39 centesimi di dollaro. La società aveva in cassa a fine giugno 113 miliardi di dollari.

Boom di Fedex (+5,8%) dopo i conti trimestrali. La società delle spedizioni ha rivisto al rialzo le stime di utile per l’anno fiscale in corso a 11,85-12,35 dollari per azione (contro il precedente target 11,75-12,25). Il diffondersi degli acquisti online rende il servizio di recapito dei pacchi a casa degli acquirenti sempre più rilevante.

VOLANO LE POPOLARI. UNICREDIT, INIZIA L’ESAME DEL PIANO

Giornata di riscossa per le banche europee, italiane e spagnole in testa. L’indice delle banche italiane è salito di oltre il 2%, sostanzialmente in linea con quello europeo. 

In forte rialzo le ex Popolari. In testa alla corsa Ubi Banca (+5,4%): il ceo Victor Massiah ha preannunciato la chiusura del piano strategico entro la primavera del 2017, progetto che prevede anche il completamento della Banca unica, unione di tutti i diversi istituti del gruppo. A seguire Bper (+4,7%), Banca Popolare di Milano (+4,6%) e Banco Popolare (+3,6%).

In evidenza anche Unicredit (+3,6%). Ieri HSBC ha segnalato la banca italiana (buy, target di 2,83 euro) assieme a Barclays, Erste e Ubs tra i titoli preferiti del comparto che, a detta del report, è stato troppo penalizzato. Oggi il Cda riunito a Monaco di Baviera inizierà l’esame del piano strategico. Sul fronte Pioneer, secondo le indiscrezioni le offerte più gettonate sono quelle presentate dalle Generali, dal consorzio guidato da Poste Italiane e dal gruppo francese Amundi.

Va alla riscossa anche Monte Paschi (+2,5%) in ripresa dai minimi storici della vigilia. L’ad Marco Morelli vuole presentare al più presto il piano industriale e concludere l’aumento di capitale a prescindere dal referendum. Il rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi potrebbe contemplare: la conversione dei bond subordinati in azioni (fino a 2 miliardi), un aumento di capitale senza diritto di opzione (per 2 miliardi) e l’arrivo di un socio stabile (con 1 miliardo). Su parla anche dell’intervento di nuovi soci: nientemeno che la People’s Bank of China, la Banca centrale di Pechino entrata a Siena l’anno scorso con il 2%. L’istituto sarebbe già stato contattato da JP Morgan.

Bene anche Intesa (+1,39%): il presidente Gian Maria Gros-Pietro ha detto che la Banca non dispera di poter recuperare interamente il prestito ponte erogato alle quattro banche salvate, sebbene, ha aggiunto, sembri che gli acquirenti potenziali abbiano messo sul tavolo cifre deludenti.

Creval (+2,6%) ha convocato per il 28-29 ottobre l’assemblea che all’ordine del giorno prevede la conversione in Spa e il raggruppamento nel rapporto di una nuova azione ogni 10 vecchie.

GLI M&A SPINGONO PRYSMIAN AL MASSIMO

Prysmian (+3,3%) sale al nuovo massimo storico a 22,95 sull’onda del consolidamento del settore in Europa. ABB ha comunicato la cessione della sua divisione cavi per l’alta tensione alla svedese NKT Cables, valore della transazione 836 milioni di euro a livello di EV. Morgan Stanley scrive in una nota che il consolidamento in atto nel settore ha risvolti positivi per la società milanese e per la francese Nexans, i due leader europei dei cavi. Il broker si aspetta altre operazioni analoghe, con ricadute sulla capacità delle aziende di tenere alti i prezzi medi dei loro prodotti.

Giornata contrastata per la galassia Agnelli. In rialzo Exor (+2,8%) e Ferrari (+3,13%) davanti a Cnh Industrial (+1,5%). Debole Fiat Chrysler (-0,78%), che ha risentito del possibile fallimento di Takata, la società degli airbag difettosi.

In forte ripresa Telecom Italia (+2,6%) . Ieri il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, a proposito del conflitto con Mediaset, si è limitato a dire “mai dire mai”.

Stm ha guadagnato l’1,05% a 7,19 euro. Ubs ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 6,2 a 6,7 euro, confermando la raccomandazione neutral.

ALLA JUVE ANCHE IL PRIMATO DELL’UTILE

Vendite su Rcs Mediagroup (-2,37%). Ieri fonti giudiziarie hanno anticipato che la Procura di Milano intenda chiedere l’archiviazione dell’indagine sull’opas lanciata da Cairo Communications: ad oggi non sono emerse ipotesi di reato né tantomeno indagati.

Sale la Juventus (+0,71%) dopo la pubblicazione dei risultati dell’esercizio 2015-2016: l’utile della società è salito del 78,3% a 4,1 milioni di euro. Anche per l’esercizio in corso è previsto un risultato positivo.

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