X

I tassi della Fed, il referendum in Scozia e il bazooka Bce tengono in scacco i mercati

LA RECESSIONE FRENA MILANO. OGGI SI RIUNISCE LA FED

ALIBABA ALZA IL PREZZO. E VENERDI’ INCASSERA’ 25 MILIARDI

Seduta contrastata per le Borse asiatiche, in vista della riunione della Fed. Pesa anche il rallentamento dell’economia cinese. Tokyo arretra dello 0,3%, più marcata la flessione di Hong Kong, sotto di un punto percentuale. Caute anche le Borse Usa nonostante il record dell’indice dell’attività ecnomica del Nord-est. Il Dow Jones chiude in ascesa dello 0,25%, S&P 500 stabile.

Sotto pressione invece il Nasdaq -1,07%.

Tiene Apple -0,02% grazie alle prenotazioni record (oltre 4 milioni) per i nuovi i Phone nel primo giorno di vendita, arretra Microsoft -1,1% dopo l’acquisto per 2,5 miliardi del videogioco Minecraft. Più pesanti le perdite per Amazon -2,5%, Facebook -3,8% e Twitter -5,1%: il mercato fa cassa in vista dell’offerta più imponente della storia del mercato.

Alibaba, vista la “travolgente” domanda registrata nel corso del road show, ha alzato la forchetta dei prezzi dell’Ipo a 66-68 dollari contro l’offerta iniziale a 60-66. Il titolo farà così il suo esordio a Wall Street venerdì, dopo una raccolta di almano 25 miliardi di dollari, primato assoluto per una matricola.

S&P E OCSE GELANO L’ITALIA. IL PETROLIO ANCORA GIU’

Poco mosse le Borse europee: Londra -0,1%, Parigi -0,2%, Francoforte invariata. In Europa hanno sofferto soprattutto i titoli delle costruzioni (Stoxx -1%) e i petroliferi (-1%).

A Milano Italcementi è scesa del 4,3%, Buzzi -3,8%. Tra i petroliferi Eni ha chiuso la settima seduta consecutiva al ribasso con un calo dell’1%. Prosegue intanto il calo del petrolio con il Brent scambiato a 96,7 dollari al barile (-0,3%). Saipem -0,9%, appesantita anche da Bernstein che ha abbassato il prezzo obiettivo da 18 a 15 euro, confermando la raccomandazione underperform.

Sotto pressione l’Italia, dopo la revisione al ribasso delle previsioni di S&P ed Ocse: la Borsa di Milano ha chiuso la seduta in netto ribasso, peggiore fra le Borse europee. L’indice Ftse Mib ha perso l’1%.

Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (la stessa in cui ha a lungo lavorato come capo economista il ministro Pier Carlo Padoan), il Pil italiano nel 2014 registrerà una contrazione dello 0,4%, anziché un’espansione dello 0,5% come previsto nell’Economic Outlook dello scorso maggio. L’Italia avrà di gran lunga il peggiore andamento economico fra i Paesi del G-7. Per la zona euro nel suo complesso l’Ocse ha rivisto la stima di crescita del 2014 a +0,8% dal precedente +1,2%.

La notizia non ha minato la fiducia sui titoli di Stato: il rendimento del Btp è rimasto stabile al 2,46%, spread poco mosso a quota 139. Il differenziale tra Bonos e Bund si è attestato a 132 punti con un tasso al 2,34% Il dollaro si è leggermente rafforzato contro l’euro a 1,294, da 1,296 della chiusura di venerdì.

LE PREVISIONI: FED PIU’ FALCO, SCOZIA VERSO IL NO. DA TLTRO 133 MILIARDI

Vertice della Fed, referendum scozzese e l’avvio del Tltro lanciato dalla Bce (eventualmente in ordine di importanza) continuano a tenere in scacco i mercati globali. E, come sempre accade, si moltiplicano previsioni e sondaggi. Ecco una piccola sintesi:

a) Diverse importanti case (tra cui JP Morgan) si attendono che la Yellen rimuova dallo il riferimento al “considerevole periodo di tempo” tra la fine del Qe e il primo rialzo dei tassi. Il Committee del resto dispone di un ampia gamma di mezzi per modificare il messaggio.

b) Tra i sondaggi sulla Scozia uno ha dato i “si” in vantaggio di 8 punti sui “no”. Ma si tratta di una rilevazione via mail, con un campione assai ridotto (700 intervistati). Gli altri, ovvero la Survation poll, la Opinium Poll dell’ Observer e la Panelbase survey del The Sunday Times mostrano i “no” in testa.

c) Un’inchiesta tra gli operatori di Reuters indica in 333 miliardi di euro le richieste alle due Tltro in programma, 133 giovedi prossimo e 200 l’ 11 dicembre. Il risultato conferma la teoria di alcune case secondo cui le banche faranno uso soprattutto della seconda. Secondo Fitch le operazioni di finanziamento Tltro della Bce, non saranno in grado di far ripartire il credito nell’Europa meridionale, anche se l’iniziale richiesta di fondi può essere elevata.

MPS E POPOLARI PESANTI IN ATTESA DEI PRESTITI BCE

Giornata negativa per il settore delle banche in attesa della prima operzione della Bce. In forte ribasso MontePaschiI -3,7%,Banco Popolare-3,3% e Banca Popolare di Milano -2,6%. Unicredit e Ubi Banca hanno perso l’1,5% . Positiva solo Intesa+0,1%. titolo d è stato confermato negli indici finanziari Dow Jones sustainability index world e Dow Jones sustainability index Europe. Inoltre è stato reso noto che Banca d’Italia ha autorizzato il progetto di fusione per incorporazione di Banca di Credito Sardo e di C.R.Venezia nell’istituto.

La fusione verrà ora sottoposta all’approvazione definitiva del Consiglio di gestione. Scendono le compagnie assicurative e le società del risparmio gestito: Generali -0,8%, UnipolSai -1,1%, Mediolanum -2,6%, Azimut -2%.

FINMECCANICA RECORD. CONTRATTO AUDI PER SOGEFI

Partita debole, Finmeccanica ha guadagnato lo 0,9% aggiornando i massimi dal luglio 2011 a 7,725 euro. Il titolo è in rialzo da cinque settimane, Si avvicina la decisione sulla vendita della controllata Ansaldo Sts -0,6%. La francese Thales ha presentato nelle scorse settimane una proposta non vincolante, che dovrebbe essere seguita nei prossimi giorni dall’offerta formale con relativo piano industriale, per lo sviluppo della divisione Trasporti di Ansaldo: Ansaldo Breda e Ansaldo Sts.

Tra gli altri industriali Fiat è scesa dell’1,1%. Nell’automotive in evidenza Sogefi +3%: la società produrrà le prime molle ammortizzatore in materiale composito per la nuova Audi A6 Avant Ultra. Nel lusso brilla Moncler +1,5%, promossa da Deutsche Bank (Buy) e da JP Morgan (Overweight).

IREN-A2A: DEL TORCHIO CANDIDATO ALL’UTILITY DEL NORD

Le vendite non hanno risparmiato le utility: Enel è scesa dell’1,28% a 4,164 euro, Enel Green Power dell’-1,63% a 2,052 euro. Segno meno anche per A2A -1,14%, ma non per Iren +0,66%. Il mercato continua a speculare su un progetto di fusione tra le due società, A2A ha precisato che qualunque decisione in tal senso sarà valutata nel piano industriale. L’attuale AD di Alitalia, Gabriele Del Torchio, potrebbe andare alla guida di Iren con un piano ben preciso: realizzare la grande utility del Nord attraverso la fusione con la società lombarda.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati