La lettera presentata mercoledì sera dal governo italiano alla Ue contiene anche importanti passaggi relativi ai servizi pubblici locali. Vengono infatti illustrati misure e interventi che si intendono adottare, legati da un denominatore comune: la liberalizzazione del settore. Al punto “c” si legge che “verranno rafforzati i presidi a tutela della concorrenza nel campo dei servizi pubblici locali, con l’introduzione a livello nazionale di sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti locali e nazionali e delle farmacie comunali” seguendo, rispettivamente, la sequenza temporale di 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi.
In relazione alla ipotesi di riforma dei servizi pubblici locali, la lettera riprende l’articolo 23 bis del decreto legge che forniva una regolamentazione sul tema dell’affidamento in house. L’obiettivo principale che si propone il governo italiano è quello di rafforzare i processi di liberalizzazione e privatizzazione “prevedendo che non è possibile attribuire diritti di esclusiva nella ipotesi in cui l’ente locale affidante non proceda alla previa verifica della realizzabilità di un sistema di concorrenza nel mercato, ossia di un sistema completamente liberalizzato”. In quest’ottica viene previsto un ampliamento delle competenze dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato in modo da “assicurare un progressivo miglioramento della qualità di gestione e da effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni”.