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I rifiuti elettronici: 50 milioni di tonnellate prodotte ogni anno. Riutilizzo e riuso le risposte

I rifiuti elettronici sono una piaga europea, con norme disomogenee e blande. Puntare sul riciclo e sul riuso è l’unico modo di migliorare, spiega l’ultimo studio del Laboratorio Ref.

I rifiuti elettronici: 50 milioni di tonnellate prodotte ogni anno. Riutilizzo e riuso le risposte

“In caso di conflitto tra l’umanità e la tecnologia, vincerà l’umanità”: è una celebre frase di Albert Einstein. Da un po’ di tempo, però, l’espressione solleva qualche perplessità. La tecnologia ha reso forti le economie avanzate, ma ha generato anche parecchie asimmetrie. Il conflitto elettronico, per ricorrere ancora ad Einstein, sta lasciando sul campo molti residui, di cui l’umanità deve occuparsi. Ogni anno nel mondo vengono, infatti, prodotte oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici. Contengono materie prime critiche il cui possesso ha scatenato una guerra commerciale che rischia di destrutturare proprio le economie forti. Bisogna, allora, cambiare approccio.

Rifiuti elettronici: riutilizzo, riciclo e massimizzazione del recupero

Un sistema sicuramente efficace è quello che si  “concentra sul riutilizzo, il riciclo e la massimizzazione del recupero di materie prime dalle apparecchiature dismesse”. Lo scrivono in un nuovo paper Andrea Ballabio, Donato Berardi, Eleonora Trentini, Nicolò Valle e Barbara Zecchin del laboratorio di ricerche Ref.

Il report dal titolo “Gestione e sostenibilità dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) in Europa” sostiene che le misure prese nei Paesi Ue si distinguono per la loro eterogeneità. Cosa sta succedendo, in pratica? “Che siamo in una fase di revisione della Direttiva 2012/19/UE, che sta coinvolgendo gli stakeholders attraverso una consultazione pubblica”. Tra pochi giorni – il 22 settembre -la consultazione sulla gestione dei rifiuti elettronici si concluderà e si capiranno meglio i comportamenti dei governi. Nel frattempo, diciamolo chiaramente, l’accumulo di Rifiuti RAEE resta una sfida globale perché nessuna economia sviluppata rinuncerà alle tecnologie informatiche.

Il progresso e la progettazione delle macchine

“Il progresso porta a produrre e a desiderare dispositivi o attrezzature sempre più avanzati e accessibili, soprattutto di tipo elettronico. Ciò porta all’eliminazione di quanto non è ritenuto abbastanza al passo con la vita di tutti i giorni”, si legge nello studio del Ref. I danni per ambiente e persone sono incalcolabili e per questo già nella fase di produzione di queste apparecchiature bisogna pensare al dopo. Oggi non si fa. Ma anche qui si tratta di maturare un approccio diverso dal passato.

La guerra commerciale sulle materie prime fa vittime dove c’è povertà. L’estrazione e la raffinazione del nuovo oro, tipo il gallio, sono processi fortemente impattanti. Il gallio, in particolare, ha la quota più alta di mercato assorbita dalla produzione di componenti elettroniche. “Per estrarlo e venderlo ci sono forti emissioni in atmosfera. Recuperare questi materiali significa non disperderli nell’ambiente e preoccuparsi della salute delle persone”.

“La transizione verso un’economia circolare, l’educazione dei cittadini, la promozione del ricondizionamento, il diritto alla riparazione e l’ecodesign sono elementi chiave per affrontare questa sfida in modo efficace”, spiegano ancora i ricercatori.

Regole da rispettare, ma…

L’European Critical Raw Materials Act va nella giusta direzione ma dovrebbe saldarsi – e durare – con  il principio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Gli esperti di Ref ritengono che questo principio sia uno degli strumenti economici di base per affrontare gli impatti ambientali negativi.

Inutile girarci intorno, come spesso fa la politica nonsense: le regole Ue sono un punto di partenza per riuscire andare avanti ma è fondamentale agire sulla conoscenza e la consapevolezza degli individui. In questo modo l’approccio diventa olistico con la necessità di un sistema di controllo più efficace per contrastare anche le attività illegali.

“D’altra parte, è fondamentale informare i cittadini per promuovere un cambiamento nelle abitudini individuali e migliorare la situazione complessiva” annotano Andrea Ballabio, Donato Berardi, Eleonora Trentini, Nicolò Valle e Barbara Zecchin. La scienza è neutrale, la ricerca ci aiuta a capire i fenomeni, ma Einstein forse è stato troppo ottimista .

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