L’India è un paese giovane come età media, e questo fatto demografico non è solo un dato statistico. Si riflette anche nell’età media degli amministratori delegati (CEO) che continua a scendere. La tendenza indiana a nominare CEO giovani cominciò nel 2004-2005, quando le liberalizzazioni di importanti settori, dall’IT alle telecomunicazioni e le infrastrutture videro l’arrivo di molte società private e diedero spazio alla creatività ed energia necessarie per conquistare posti di prima fila nei terreni vergini dei comparti aperti di nuovo alla concorrenza. I 40enni-50enni di allora adesso cominciano a invecchiare e una nuova generazione si appresta a prenderne il posto.
Peter Chang, 34 anni, è stato messo a capo dell’Asus indiana. A Chennai siede il boss della AirAsia, Mittu Chandilya, 33enne, che sta reclutando collaboratori della sua età. Un altro 33enne, Avani Saglani, è a capo della Starbucks indiana, e Nishant Rao – anch’egli 33enne – dirige la LinkedIn. Dice Anjali Bansal, CEO della Spencer Stuart: “Anche se sembra sia in corso un ritorno verso scelte sperimentate e sicure nelle società che operano in settori ad alta intensità di capitale, ci sarà sempre bisogno di CEO giovani in settori di beni e servizi di consumo, orientati alle nuove generazioni”.