X

I paladini dell’ortodossia tedesca insorgono contro Draghi ma la Merkel fa sfoggio di equilibrismo

Mario Draghi ieri a Francoforte non ha detto chi dei 23 membri del direttorio della Banca Centrale Europea ha votato contro. Il governatore è rimasto diplomatico anche se tutti sapevano che era stato il tedesco Jens Weidmann. Due ore dopo il discorso di Draghi, il presidente della Bundesbank ha mandato il suo portavoce a dire che la decisione della Bce di comprare bond in modo illimitato è troppo vicino ad un finanziamento di Stati. “La politica monetaria corre il rischio di diventare dipendente dalla politica fiscale”, ha dichiarato Weidmann.

Bisogna ricordare che il suo predecessore Axel Weber, oggi alla guida della Ubs, a sua volta lasciò il posto di governatore della Banca nazionale tedesca per protesta contro le misure sempre più permissive della Banca centrale.

In un coro di critiche da parte di economisti tedeschi, che da giorni riempiono i giornali, la reazione ufficiale del governo tedesco è molto bilanciata. La cancelliera Merkel da Madrid dall’incontro con il premier Rajoy e anche in ministro dell’economia, il liberale Philipp Rösler hanno detto solo che la politica deve fare i suoi compiti e che i Paesi in crisi devono continuare con le loro riforme.

Duro il fondo dell’Handelsblatt che è dalla parte di Weidmann. Il giornale economico scrive che ormai il potere della Banca centrale europea è uguale a quello del fondo salva-Stati, ma senza controllo democratico. L’indipendenza della Bce è stata un errore, così il giornale, lo si vede ora nella crisi. Il commento più drastico viene da un lettore della “Bild”: “L’italia è un Paese di crisi e Draghi è un italiano. Altre domande?”

Related Post
Categories: Commenti