Sono almeno trent’anni che l’inquinamento ambientale minaccia i monumenti italianI. Dopo tante iniziative e investimenti promessi, soprattutto alle Sovrintendenze, il Ministero della Cultura e la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) si sono messi d’accordo per dare vita ad un progetto concreto.
Si parte dalla creazione di un tavolo tecnico denominato “Cultura, Ambiente e Salute”, presieduto dal Direttore Generale Educazione, ricerca e istituti culturali Mario Turetta, che avrà il compito di individuare le priorità su cui intervenire.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di migliorare in breve tempo “lo stato di conservazione dei beni culturali, ricercare soluzioni e tecnologie più avanzate per prevenire le conseguenze dannose derivanti dell’esposizione agli inquinanti ambientali”. Questo l’impegno ribadito dai vertici dei due enti alla firma dell’intesa.
“L’accordo – ha spiegato Franceschini – segna l’inizio di un’importante collaborazione tra il mondo scientifico e quello dell’arte per la tutela del patrimonio culturale italiano, grazie all’utilizzo di rigorose metodologie e tecnologie all’avanguardia”. Due mondi apparentemente separati che, invece, dovranno ridurre le distanze e lavorare sodo.
Mic e SIMA: il progetto per la salvaguardia dei monumenti italiani
Il problema della tutela dagli agenti inquinanti – cosa non affatto secondaria – riguarda anche i visitatori che vanno tutelati quando decidono di visitare un monumento. Ci vogliono ,dunque, protocolli severi per la salvaguardia dei beni e investimenti mirati. Per quanto riguarda le risorse, una grosso aiuto arriverà dalle ampie disponibilità del PNRR. Per la salvaguardia si ricorrerà a tecnologie di monitoraggio validate dalla comunità scientifica.
Prospettive? Sia il Ministero della Cultura che la Società di medicina ambientale non nascondo l’ambizione di realizzare anche un percorso pilota “che possa diventare un riferimento per tutti gli altri Paesi, ottenendo un vantaggio competitivo in termini di fruibilità in sicurezza”.
Gli esperti di medicina ambientale di sicuro non vorranno fallire il loro compito sui principali monumenti, quanto meno nel contesto italiano. Poi per l’Europa si vedrà. Il Ministero della Cultura vuole concretezza, a partire dal tavolo tecnico con esperti, e diffonde buona volontà. Ma a volte la buona volontà è nemica del pragmatismo. Che per il Paese che ha il più alto numero di beni protetti dall’Unesco, vuol dire una sola cosa: agire.