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I ministri del Governo Lega-M5S: ecco chi sono

Una squadra di Governo formata da 20 nomi, di cui 18 sono i ministri e solo 5 le donne – Tanti i tecnici a far parte dell’esecutivo, premier in primis – Ecco l’identikit dei ministri, i pesi e contrappesi all’interno del neonato governo guidato da Giuseppe Conte

I ministri del Governo Lega-M5S: ecco chi sono

Ci sono voluti 88 giorni, ma alla fine il Governo Lega-M5s guidato da Giuseppe Conte è riuscito a vedere la luce. Il giuramento dei ministri è avvenuto venerdì alle 16, sono 18 in tutto: solo 5 le donne, 13 gli uomini. A loro si aggiunge il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti oltre, ovviamente, al premier. Nella compagine governativa, nata con l’intento di avere un identikit politico ma poi, in concreto, caratterizzata da numerosi ministri tecnici, 9 sono in forza al M5S, 7 alla Lega.

Tanti, si diceva, i cosiddetti tecnici che compongono quest’esecutivo, premier compreso. Tre in particolare hanno assunto posizioni chiave: Giovanni Tria all’Economia, Paolo Savona alle Politiche comunitarie, Enzo Moavero-Milanesi alla Farnesina. Due i vicepremier: Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Riportiamo qui di seguito la lista completa dei componenti del nuovo governo, l’identikit dei ministri di maggior rilievo e, cliccando qui, i profili e le foto di alcuni altre “matricole” nei dicasteri più significativi.

I MINISTRI DEL GOVERNO LEGA-M5S: ECCO LA LISTA

  • Presidente del Consiglio – Giuseppe Conte,
  • Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro – Luigi Di Maio (M5S),
  • Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno – Matteo Salvini (Lega),
  • Ministro dell’Economia – Giovanni Tria,
  • Ministro delle Politiche comunitarie – Paolo Savona,
  • Ministro affari esteri – Enzo Moavero Milanesi,
  • Ministro della Giustizia – Alfonso Bonafede (M5S)
  • Ministro dei Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta – Riccardo Fraccaro (M5S),
  • Ministro della Pubblica Amministrazione – Giulia Bongiorno (Lega),
  • Ministro degli Affari Regionali e Autonomie – Erika Stefani (Lega),
  • Ministro per il Sud – Barbara Lezzi (M5S),
  • Ministro per la disabilità – Lorenzo Fontana (Lega),
  • Ministro per l’Ambiente – Sergio Costa (M5S),
  • Ministro della Difesa – Elisabetta Trenta (M5S),
  • Ministro delle politiche agricole – Gian Marco Centinaio (Lega),
  • Ministro Infrastrutture – Danilo Toninelli (M5S),
  • Ministro dell’Istruzione – Marco Bussetti (Lega),
  • Ministro dei Beni Culturali e Turismo-  Alberto Bonisoli (M5S),
  • Ministro della Salute – Giulia Grillo (M5S),
  • Sottosegretario Presidente del Consiglio – Giancarlo Giorgetti (Lega).

GIOVANNI TRIA, MINISTRO DELL’ECONOMIA

Il ministero più discusso, quello che ha rischiato di far saltare tutto, alla fine è andato a Giovanni Tria, preside della facoltà di Economia all’Università romana di Tor Vergata e presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione.

Tria, 69 anni, economista laureato in giurisprudenza è stato professore di Economia, Macroeconomia, Storia dell’economia alle università di Perugia e La Sapienza di Roma. Ha collaborato in passato anche con Renato Brunetta e ha partecipato alla scuola di formazione politica del Popolo delle Libertà. Ha scritto editoriali per Formiche.net e per Il Foglio in cui ha fortemente criticato la Germania e il suo surplus commerciale.

Su un articolo pubblicato su FIRSTonline il 6 marzo 2017, il neo titolare del Tesoro ha spiegato le sue posizioni su euro e Unione europea: per rilanciarli bisogna mettere sul tavolo un vasto programma di investimenti pubblici, assai più ambizioso del cosiddetto “Piano Juncker”.

Si dichiara favorevole alla Flat Tax, mentre sul reddito di cittadinanza vuole vederci più chiaro prima di esprimere un giudizio.

PAOLO SAVONA, MINISTRO DEGLI AFFARI EUROPEI

E’ stato per giorni “l’uomo della discordia”. Inizialmente chiamato per il Tesoro da Matteo Salvini, dopo il No del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Paolo Savona ha trovato la sua collocazione agli Affari Comunitari. Sarà comunque un ministro influente negli equilibri dell’esecutivo. Il suo curriculum è ampio e blasonato ed è anche l’unico, insieme a Vincenzo Moavero Milanesi, ad essere già stato ministro (dell’Industria, con il governo Ciampi).

Laureato in Economia nel 1961, specializzato al Mit di Boston, allievo di Guido Carli, Savona ha aperto la sua carriera alla Banca d’Italia. E’ stato direttore generale di Confindustria e tra i fondatori dell’università romana dell’associazione degli imprenditori Luiss. Per anni è stato il rappresentante del salotto buono di Mediobanca nei consigli d’amministrazione delle più importanti aziende e banche italiane rappresentando, con ciò, l’establishment ai massimi livelli. Qualche esempio: presidente del Credito Industriale, del Fondo interbancario di tutela dei depositi, della Gestifondi, delle società Impregilo, di Gemina, Aeroporti di Roma e del Consorzio Venezia Nuova. Poi la “svolta” in chiave euroscettica, le sue posizioni anti-tedesche e contrarie ai trattati di Maastricht, nel 2015 ha pubblicato sul sito “Scenari economici” una “Guida pratica all’uscita dall’Euro”. Da ricordare che in precedenza era stato coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona durante il governo Berlusconi.

ENZO MOAVERO MILANESI, MINISTRO DEGLI ESTERI

Avvocato, esperto di Diritto, europeista, docente di Diritto dell’Unione Europea alla Luiss di Roma. Il suo ruolo è di contrappeso alle spinte anti-europeiste presenti nell’esecutivo. Moavero Milanesi è stato ministro agli Affari europei nei governi Monti e Letta. Con Monti e Grilli mise il veto contro Angela Merkel che si opponeva allo scudo anti-spread nel Consiglio europeo del giugno 2012.

Ha ricoperto l’incarico di giudice presso la Corte europea di Giustizia di Lussemburgo.

Moavero è un esperto di mercato e concorrenza: è stato fino al 2006 direttore generale del Bureau of European Policy Advisors della Commissione europea e in precedenza direttore del Servizio antitrust (2000-2001) e capo di gabinetto dell’allora commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti (1999-2000).

Nelle sue mani dossier incandescenti, dalla Libia agli Stati Uniti.

ALFONSO BONAFEDE, MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Classe ’76, avvocato, siciliano di nascita ma fiorentino d’adozione, il deputato del M5s Alfonso Bonafede è uno dei parlamentari più vicini a Luigi Di Maio, vicinanza che gli è valsa il soprannome di “Mr Wolf del Movimento”. E’ tra i big dei Cinquestelle ed è stato un fiero oppositore alla riforma delle intercettazioni voluta da Silvio Berlusconi, dichiarando: “E’ una follia. La prescrizione? Servono più magistrati”. E ancora: “Serve un nuovo piano carceri”.

GIULIA BONGIORNO, MINISTRO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Giulia Bongiorno, 52 anni, è un noto avvocato, da sempre schierata con il centrodestra. Ha fondato insieme a Michelle Hunziker Doppia difesa, fondazione che aiuta le donne vittime di discriminazioni, violenze e abusi.

Il suo nome e la sua fama sono legati al processo a Giulio Andreotti, accusato di collusione con la mafia e dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, conclòusosi con successo grazie alla sua difesa. Da allora ha assistito molti nomi noti: Pierfrancesco Pacini Battaglia, il “banchiere un gradino sotto Dio”, il finanziere Sergio Cragnotti, Vittorio Emanuele di Savoia, ma anche i calciatori Cristiano Doni, Stefano Bettarini, Francesco Totti e Antonio Conte. Ha difeso anche Raffaele Sollecito nel processo per l’omicidio di Meredith Kercker.

Nel 2006 è entrata alla Camera con Alleanza Nazionale. Con le elezioni del 4 marzo è diventata senatrice in forza alla Lega.

GIULIA GRILLO, MINISTRO DELLA SALUTE

43 anni, siciliana, Giulia Grillo è laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in medicina legale. Attivista del Movimento 5 Stelle dalla prima ora, è entrata in parlamento nel 2013 ed è oggi capogruppo alla Camera.

Grillo si è dichiarata favorevole ai vaccini, ma contraria al decreto Lorenzin. “Noi riteniamo i vaccini fondamentali nella prevenzione delle malattie e il nostro obiettivo è garantire la massima copertura vaccinale nel Paese. Come raggiungere questo obiettivo? Il decreto Lorenzin punta tutto sulla coercizione, esponendosi al rischio, pericolosissimo, di ottenere l’effetto contrario”. Questo quanto si legge sul suo blog in un post dall’ titolo ‘Vaccini, fermeremo il decreto Lorenzin’.

(Ultimo aggiornamento: ore 17.22 del 1°giugno)

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