Aprono in ribasso oggi le Borse europee: Milano -0,23%, Londra -0,15%, Parigi -0,10% e Francoforte +0,13%. Spread in calo 139 punti base.
Ieri, invece, i listini erano saliti in attesa della Bce. Intanto, non si placa la protesta ad Hong Kong, ma i mercati cinesi resteranno chiusi fino a lunedì per la festa della Repubblica Popolare. L’indice Pmi di Pechino è stabile rispetto ad un mese fa.
Avanza Tokyo (+0,3%) grazie al dato positivo del Tankan che segnala maggior fiducia nell’industria manifatturiera. Hanno chiuso invece in terreno negativo le Borse Usa, sull’onda di dati macro deludenti, a partire dalla crescita meno alta del previsto dei prezzi delle nuove case: Dow Jones -0,17%, S&P e Nasdaq -0,28%. Brilla a Wall Street eBay (+7,8%) dopo la decisione di procedere alla quotazione di Pay Pal come chiesto dall’azionista raider Carl Icahn.
La Borsa di Parigi è salita dell’1,3%, Madrid +1,3%. E’ meno brillante Francoforte (+0,5%) dove si è fatta sentire la discesa di tutti i titoli dell’industria automobilistica. Piazza Affari è salita insieme alle altre Borse europee, spinte dall’attesa di possibili nuove iniziative della Bce per sostenere la crescita in Europa e allontanare il rischio deflazione. A Milano l’indice FtseMib ha guadagnato l’1,7%.
Continua la corsa del dollaro: il dollar index, che segnala il valore della moneta Usa rispetto alle sei principali valute, è ai massimi dal 2010. L’euro scivola sotto 1,26. Negli ultimi tre mesi la moneta verde si è rivalutata del 9% circa.
BCE, BEGLI ABS ANCHE ACQUISTI SU CIPRO E GRECIA
E’ una buona notizia per Mario Draghi, alla vigilia della riunione della Bce di Napoli in cui verranno offerti ragguagli sulle caratteristiche degli acquisti di Abs, ferocemente contrastati dai flachi tedeschi (“Draghi sta riducendo la Bce ad una Bad Bank” ha scritto il presidente dell’Ifo Hans Werner Sinn). Secondo il Financial Times domani Draghi proporrà di inserire nell’elenco dei titoli da acquistare anche ei prestiti delle banche cipriote e greche.
Il dato sull’inflazione in Europa intanto fotografa una zona euro in cui l’economia gira a ritmo sempre più lento. A settembre i prezzi al consumo nei 18 Paesi con la moneta unica sono saliti solo dello 0,3% sullo stesso mese del 2013. Non va meglio sul fronte della disoccupazione che non scende (stabile all’11,5%).
L’Italia intanto ha rivisto al ribasso gli obiettivi del Def. Quest’anno la crescita non supererà lo 0,3%. L’Italia farà crescere l’indebitamento netto di 0,7 punti di Pil nel 2015, ottenendo un margine di circa 11 miliardi per interventi a sostegno di un’economia ancora in recessione.
Sui mercati questi ragionamenti si sono tradotti in acquisti sui titoli di Stato della periferia. Lo spread è sceso a 141 puti in attesa dell’asta dei decennali tedeschi di stamani.
FORD INCHIODA, FIAT SBANDA
Giornata negativa per il settore Auto, in ribasso in Europa dello 0,4% dopo il profit warning di Ford. La casa di Detroit arretra del 2,2% dopo il tonfo di lunedì (-8%). All’Investor Day il gruppo ha comunicato di aver rivisto al ribasso i conti 2014. Pesano la Russia, la frenata del Sud America e i costi per le auto ritirate per difetti in Usa.
Fiat ha lasciato sul terreno il 3,4%. Ha contribuito alla performance negativa la contestazione Ue sulla presunta violazione delle regole del mercto interno grazie all’accordo tra Fiat Finance e le autorità fiscali del Lussemburgo. Renault -3%, Peugeot -1,1%,Volkswagen -0,8%.
Pirelli ha azzerato le perdite e segna in chiusura un rialzo dello 0,8% dopo che il presidente Marco Tronchetti Provera ha confermato i target del 2014.
BANCHE, MOTORE DEL RALLY
Buona giornata per utility e banche. Nel settore del credito spicca la performance di MontePaschi (+3,7%). Unicredit +2,7%, Intesa +1%, Mediobanca +3,2%. Continua l’apprezzamento per le banche popolari, possibili protagoniste di una stagione di consolidamento dopo gli stress test: Pop.Milano +2,5%, Ubi +4,4%, Banco Popolare +3,5%. In evidenza anche Carige (+2,3%): è slittata al 15 ottobre la conclusione delle trattative con Apollo per la cessione delle assicurazioni del gruppo. Fra le assicurazioni è salita Generali (+2,3%), in calo UnipolSai (-0,8%).
ATTESA PER GLI PIANO INDUSTRIALI DI HERA
Tra le utility spicca il balzo di Hera (+3,5%), in vista della presentazione del piano triennale di oggi. Enel +1,8%, A2A +2%, Atlantia +1,6%. Salgono i titoli petroliferi: Eni +2,1%, Saipem +2,7%. Bene Saras +1,26%: il calo del greggio è un toccasana per i margini della raffinazione.
FINMECCANICA TITOLO TOP DEL TRIMESTRE
Tra gli industriali spicca il rialzo di Finmeccanica (+2,2%) sull’onda delle offerte avanzate dalla cinese Cnr-Insigma e dalla giapponese Hitachi per acquisire le due aziende del polo ferroviario, Ansaldo Breda e AnsaldoSts (in rialzo dell’1,1%). Finmeccanica è il migliore titolo dell’indice FtseMib nel trimestre luglio-settembre, con un rialzo del 12%. Chiusure in forte rialzo anche per Buzzi (+3,9%) e Prysmian (+2,2%).
TIM BRASIL S’AGGIUDICA IL 4 G. CON LO SCONTO
Telecom Italia (-0,2%) ha quasi del tutto azzerato le perdite della mattina. Tim Brasil si è aggiudicata ieri l’asta per le frequenze 4g in Brasile per un importo di circa 670 milioni di euro, l’1% in più della base d’asta.