Il mese di ottobre evoca da sempre brutti ricordi nel mondo dei mercati. Ma stavolta, secondo i più ottimisti, le premesse non sono così negative: dopo le pesanti perdite del terzo trimestre, potrebbe esserci spazio per un recupero, come dimostra il mini rally di ieri. Un report di Goldman Sachs sottolinea l’ottimo stato di salute del sistema delle piccole e medie imprese Usa che registrano una crescita media degli utili del 10,8% contro i disagi dei Big (-11% la media dei profitti del trimestre) su cui pesa la forza del dollaro e la frenata dei consumi cinesi.
Intanto stamane anche Tokyo (+0,9%) si è unita al rialzo corale dei listini occidentali, nonostante le indicazioni poco esaltanti del Tankan, la statistica che registra lo stato di salute dell’economia: il dato finale è in calo rispetto alla rilevazione di giugno. Chiuse Hong Kong e le piazze cinesi per festività. Sono arrivati intanto nuovi dati negativi da Pechino: l’indice ufficiale Pmi chiude a 49,8 punti, sotto la linea di confine tra crescita e recessione.
Colpo di reni dei mercati Usa nell’ultima seduta del terzo trimestre, il peggiore dal 2011: il Dow Jones è salito dell’1,47%, l’indice S%P 500 + 1,91%. Ancor meglio il Nasdaq (+2,28%). Da registrare sul listino il balzo dei titoli Ralph Lauren (+13,5% dopo la nomina del nuovo ad, Stephan Larsson in arrivo da Gap) e Western Digital (+15,5% sull’ipotesi di ingresso di un investitore cinese). Riflettori accesi oggi sui dati macro e sulle vendite di auto, la prima verifica dell’impatto dello scandalo Volkswagen.
ARIA DI SUPER QE, LE BORSE EUROPEE RIPARTONO
Colpo di reni a fine mese delle Borse europee. Piazza Affari chiude con un rialzo del 2,7% a 21.294 punti. Parigi sale del 2,7% nel finale di seduta, Francoforte del 2,3%. Tra le cause del rimbalzo, il nuovo calo dei prezzi al consumo nella zona euro rende più probabile il potenziamento del QE da parte della Banca Centrale Europea.
Sull’obbligazionario lo spread si è attestato a 113 punti, con un rendimento del decennale all’1,72%.
TERZO TRIMESTRE, PIAZZA AFFARI LARGAMENTE IN TESTA
Malgrado la discesa di settembre (-3%), l’indice principale di Piazza Affari è arrivato a fine settembre con un guadagno del 12% da inizio 2015, un risultato che lo colloca saldamente al primo posto tra i listini del Vecchio Continente e non solo. Il Dax ha perso l’1,4% nello stesso periodo ma nell’ultimo trimestre (complice lo scandalo Volkswagen) ha perduto l’11%, come Madrid. Dal primo luglio l’indice S&P500 ha perso il 6,9%, il Nasdaq il 7,4%. Il Nikkei giapponese ha lasciato sul terreno il 13%. Peggio di tutti ha fatto Shanghai che ha bruciato quasi un terzo del suo valore in tre mesi (-29%).
Il petrolio è arretrato del 23,7%, rame -14,8%. Sale il dollaro +3,2% sul dollar index. Il real brasiliano ha perduto il 22% sulla valuta Usa. Seguono il peso colombiano e il rublo.
ATLANTIA MAGLIA ROSA, CNH IN FONDO AL PLOTONE
A favorire la performance della Borsa italiana hanno concorso vari fattori: il Qe di Mario Draghi, il calo del petrolio e delle materie prime, toccasana per un’economia basata sulla trasformazione, l’indebolimento strutturale dell’Euro nei confronti del Dollaro USA tende a favorire l’export. Infine, un fattore da non trascurare per gli investitori internazionali è rappresentato dal processo irreversibile delle riforme istituzionali/legislative, vedi riforma delle banche popolari e del Senato.
I titoli che hanno fatto meglio sono legati all’andamento del mercato interno. Il migliore del trimestre è stato Atlantia (+12,7%), davanti a Terna (+9,5%) e Snam (+7,3%). Bene anche Campari (+5%) e A2A (+3,8%). Luxottica (+3,7%) si gioca la carta della doppia ripresa dei consumi in USA e Europa.
Le azioni che hanno fatto peggio? Pagano un alto prezzo i titoli legati all’energia, alle materie prime comprese le soft commodities agricole. CNH (-29%) soffre la riduzione degli acquisti di macchinari nei settori agricoli e minerari. Saipem (-24%) la contrazione degli investimenti in ricerca/estrazione di petrolio. Debole anche Eni che ha perso l’11% ma che al netto del dividendo, staccato a luglio, scende all’8%.
Azimut (-27%) e Mediolanum (-14%) pagano la frenata dell’asset management che chiude un terzo trimestre quasi a secco di commissioni di performance. FCA è stata travolta dal tifone Volkswagen (-55% nel trimestre).
RISCOSSA DELL’AUTO: AVANZA FCA, SEGNO PIU’ PER VW
Per tornare alla seduta di ieri, si è messo in luce il comparto automotive, il più tartassato dell’ultimo periodo (assieme al lusso). Fiat Chrysler è salita del 4,6% a due giorni dall’avvio dell’Ipo Ferrari. Si interrompe il ciclo negativo di Volkswagen (+3,1% a 98,18 euro). Il tentativo di recupero, dopo tre sedute consecutive di ribasso, è facilitato della decisione della Cina di dimezzare l’Iva sulle auto di piccola cilindrata.
Volkswagen produce cinque dei dieci modelli più venduti della categoria impattata dallo sgravio fiscale deciso da Pechino – i veicoli da meno di 1.600 cc di cilindrata – che entrerà in vigore il primo ottobre e durerà fino a fine 2016. Le automobili di questo segmento rappresentano circa il 70% delle vendite totali in Cina. “Volkswagen non sarà più la stessa, dovrà cambiare strutturalmente”, ha detto ieri il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble.
PAULSON LASCIA PIRELLI, FINMECCANICA ALZA I TARGET
Nell’industria spicca anche la ripresa di Finmeccanica (+2,2%). L’ad Mauro Moretti ha annunciato che la società potrebbe rivedere al rialzo le stime dell’intero 2015 alla luce della maxi-commessa dal Kuwait per la vendita di 28 aerei Eurofighter (un contratto, del valore di circa 8 miliardi di euro) la cui firma è attesa entro fine anno.
Pirelli si muove a poca distanza dal prezzo dell’Opa fissato a 15 euro. Marco Polo Industrial Holding ha comprato ai blocchi la quota dell’hedge fund facente capo al finanziere americano John Paulson allo stesso prezzo dell’Opa (15 euro) arrivando al 40% del capitale Pirelli. Paulson a maggio aveva dichiarato il possesso di una quota importante del capitale che, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe servito per formare una cordata con altri azionisti al fine di evitare il delisting o per spuntare un prezzo più alto.
Il mercato ora si interroga sul perché Paulson abbia deciso di anticipare la vendita senza attendere la scadenza naturale dell’Opa. Un’ipotesi è che, vista la contemporanea forte caduta delle Borse, Paulson abbia deciso di stringere i tempi per comprare altri asset interessanti a prezzi decisamente convenienti.
LE RIFORME UE SPINGONO LE ASSICURAZIONI: GENERALI +3%
Tutto positivo il comparto finanziario, con Generali in rialzo del 3% a 16,36 euro. Il titolo del Leone di Trieste è uno dei più vivaci all’interno dell’indice FtseMib e il movimento è in perfetta sintonia con quello del settore assicurativo europeo, l’Eurostoxx Insurance guadagna il 2,7%. Secondo alcune indiscrezioni, la Commissione Europea dovrebbe presentare una modifica alla regolamentazione Solvency II sul patrimonio delle compagnie di assicurazione per facilitare gli investimenti delle compagnie in infrastrutture.
Il titolo Generali si avvia a chiudere il terzo trimestre 2015 con un guadagno di circa un punto percentuale, dimostrando una netta sovraperformance rispetto all’andamento dell’indice FtseMib, in perdita del 5% nello stesso periodo.
Tra le banche Monte Paschi (+3,4%) non patisce conseguenze dalla bocciatura di Dbrs che ha abbassato il rating di lungo termine da BBB a BB e il rating di breve termine da R-2 a R-3, con outlook negativo. Acquisti anche su Unicredit (+3,3%) e Intesa (+2,94%).
Mediobanca +1,50%. La controllata Compass ha annunciato la trasformazione in banca a partire da oggi, primo ottobre. Il cambiamento, hanno spiegato dall’istituto di credito al consumo, permetterà di accrescere l’offerta di prodotti e servizi.
Rimbalza anche il comparto del risparmio gestito: Azimut +3,12%, Mediolanum +2,24%
LUSSO ANCORA ALLA RISCOSSA
Bene il lusso: Ferragamo +4,2%, Luxottica + 4%, Moncler +1,6%. In evidenza le utility, soprattutto Enel Green Power (+3,6%). Telecom Italia +2,2%. Ieri Telecom Italia Media ha dato ieri l’addio alla Borsa per effetto della fusione per incorporazione con la capogruppo.