God save the Pound. A tre giorni dal referendum inglese i mercati si sono abbandonati a un tifo da stadio, scommettendo sul no alla Brexit degli elettori d’oltremanica. Il Toro ha così dominato la scena ad ogni latitudine.
AZIONI AVANTI TUTTA ANCHE A WALL STREET
-Avanzano i listini Usa, sotto la spinta di industriali (Boeing +2,3%) energia e turismo (Priceline +2,5%). L’indice Standard & Poor’s (+0,6%) si avvicina ai 2.100 punti. Dow Jones +0,7%, Nasdaq +0.8%. Stasera Janet Yellen parlerà di fronte al Congresso Usa.
– In terreno positivo tutte le Borse asiatiche, con progressi tra lo 0,5 e l’1%. Anche Li Ka Shing, il tycoon di Hong Kong vicino a Pechino, è sceso in campo a favore del “Remain”.
– In rialzo ieri le Borse europee, che reagiscono con vigore agli ultimi sondaggi del weekend che danno in vantaggio in Gran Bretagna i favorevoli al restare nell’Unione europea. La Borsa di Londra ha guadagnato il 3%, Parigi +3,6%, Francoforte +3,4%, Madrid +3,4%.
– Positiva, ma con meno slancio, la Borsa di Milano, che chiude in rialzo del 2,5%. L’indice Ftse Mib è ora a 17.353 punti.
STERLINA E BTP IN RECUPERO, FRENA L’ORO
– Vola la sterlina. La perdita da inizio 2016 si riduce drasticamente, a circa il 5% contro l’euro e a poco più di un punto percentuale contro il dollaro Usa. Ieri la divisa britannica ha messo a segno il guadagno più ampio dal 2008: +2,2% nei confront del biglietto verde e +1,9% sulla divisa europea.
– Il Btp decennale si è nettamente rafforzato, con il rendimento sceso all’1,42%, dall’1,51% di venerdì. Il rendimento del decennale tedesco è risalito a +0,05%. Lo spread Btp/Bund è sceso fino a 130 punti. Di rilievo gli acquisti della Bce sui corporate bond: 1,9 miliardi, più del previsto.
– Torna sopra quota 50 dollari il petrolio: il Brent è stato scambiato a 50,4 dollari al barile, in crescita del 2,5%, Wti a 49,37 dollari. A Piazza Affari salgono i petroliferi: Eni +2,9%, Saipem +5,9%, da ieri ha preso il posto di Banca Popolare di Sondrio (+4,35%) nella composizione dell’indice Stoxx 600. Tenaris +2,7%.
– Frena l’oro, bene rifugio per eccellenza. Il metallo giallo arretra a 1.286 dollari l’oncia (-1%). La settimana scorsa aveva guadagnato l’1,9%.
HSBC: CON LA BREXIT IL TONFO DEL 15% DELLA VALUTA
I mercati scommettono così senza riserve sul no inglese alla Brexit. È giustificato tanto ottimismo? “Non credo che i giochi siano già fatti. Sono certo che, tra oggi e domani, i mercati avranno altre reazioni esagerate, in entrambe le direzioni. È l’unica previsione che mi sento di sottoscrivere”. Così si chiude la nota di fine giornata di Société Générale al termine dell’ennesima seduta rovente della City. Un richiamo alla prudenza a fronte dell’euforia delle Borse, ormai convinte che la Gran Bretagna, seppure con un vantaggio modesto, si accinga a confermare l’adesione all’Europa.
La posta in gioco con la Brexit non lascia del resto adito a incertezza: in cifre, secondo Hsbc, l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue potrebbe comportare una perdita secca del 15% per la valuta inglese. “Il mercato – ha aggiunto Paul Lambert di Insight Capital – ha già emesso il suo giudizio: la Brexit sarebbe un disastro per le azioni e un brutto colpo per le valute di riferimento dei mercati, ma darebbe una forte spinta ai rendimenti dei bond”.
AMMINISTRATIVE: INTESA NEL MIRINO DELLA APPENDINO
In Europa i titoli in maggior rialzo sono stati Banche (Stoxx europeo del settore +4,5%) e Automotive (+4,4%). Il terremoto delle amministrative si è fatto sentire anche a piazza Affari. Si profila un terreno di confronto assai delicato ai piani alti di Banca Intesa: +3% a 2,102 euro, un movimento allineato a quello dell’indice europeo Stoxx del settore bancario (+3,6%). Ma il neo sindaco Chiara Appendino ha già ha invitato il presidente di Compagnia Sanpaolo, Francesco Profumo, a dimettersi. La Compagnia San Paolo è il primo azionista di Intesa con il 9,9% del capitale.
Appendino ha sottolineato che Profumo è stato nominato dal sindaco uscente di Torino, Piero Fassino, nelle ultime settimane del suo mandato: “Dovrebbe fare un passo indietro, non abbiamo condiviso la sua nomina”, ha detto la neo-sindaco, che ha criticato Profumo per il maggiore stanziamento deciso per l’attività dei vertici della fondazione. “Siamo contrari all’aumento dei costi del comitato di gestione”, ha spiegato.
IL DIVIDENDO E I 5 STELLE FRENANO LE UTILITIES MUNICIPALI
Giornata di dividendi. Poste Italiane ed Enel sono salite rispettivamente del 2,2% e del 2,4%, variazioni calcolate per entrambe al netto dello stacco del dividendo. Soffre al contrario Iren: -5,2%, (-1,8% al netto dello stacco dividendo) per la municipalizzata controllata dal Comune di Torino. In forte calo anche Acea, che ha chiuso in perdita del 4,8%, a 10,94 euro (-0,4% sen si tiene conto della cedola). Il Comune di Roma è il primo socio della società con il 51% e l’attuale vertice è stato nominato dall’ex sindaco Ignazio Marino.
Ieri sul titolo è intervenuta Kepler-Cheuvreux, che ha tagliato il target price a 12,50 euro da 14 euro, confermando la raccomandazione Hold. Il titolo ha staccato ieri un dividendo per azione di 0,50 euro (yield 4,3%).
PASSERA IN UNICREDIT? LA VOCE FA SCHIZZARE IL TITOLO
Vola Unicredit in Piazza Affari sull’onda di una possibilità clamorosa: il rientro sulla scena bancaria di Corrado Passera come successore di Federico Ghizzoni. L’indiscrezione mette le ali al titolo, in rialzo fino a 2,5960 euro per poi rallentare nel finale a 2,4940 euro, +3,4%.
Secondo un report di Hammer Partners (che sul titolo ha un giudizio Sell), l’arrivo di Corrado Passera al posto di Ghizzoni potrebbe aprire la strada a un aumento di capitale da 5 miliardi di euro per rafforzare da subito il patrimonio. Ma nel corso della giornata è emerso che la banca non ha ancora preso una decisione definitiva sul nuovo Ceo.
Per giovedì è convocata una riunione del comitato ristretto cui il cacciatore di teste Egon Zehnder consegnerà i risultati della propria ricerca. Dal vertice potrebbe scaturire una shortlist di tre-cinque nominativi, uno interno, uno straniero e due-tre italiani, da sottoporre poi al comitato nomine.
AZIMUT TITOLO TOP, BANCO POPOLARE VICINO AL TRAGUARDO
A Piazza Affari gli acquisti hanno riguardato soprattutto Mediobanca (+5,5%) e Monte Paschi (+5,2%). Nel risparmio gestito ha brillato Azimut (+8,2%), miglior blue chip di giornata. In forte recupero anche Banca Mediolanum (+5,1%). Bene le assicurazioni: Generali +3%, Unipol +6,2%.
Non mancano le note negative. Seduta di forte volatilità per Banco Popolare, a due giorni dalla conclusione dell’aumento di capitale. Il titolo ha chiuso in ribasso del 2,7% a 2,882 euro, dopo essersi spinto in rialzo del 12% nelle prime battute fino a un massimo intraday di 3,2540 euro. Secondo le ultime indiscrezioni, la risposta della clientela retail all’aumento dovrebbe essere stata superiore alle aspettative, intorno a un terzo dell’ammontare richiesto. L’istituto ha ceduto pro-soluto a Banca Ifis crediti in sofferenza per un valore nominale complessivo di circa 152 milioni con un addebito a conto economico di circa 6 milioni di euro.
Forte ribasso anche per Banca Carige (-3,9%). A pesare sul titolo è stata la decisione del Cda dell’istituto di agire in giudizio nei confronti dell’ex presidente Cesare Castelbarco Albani, dell’ex amministratore delegato Piero Montani e di alcuni esponenti del Gruppo Apollo per ottenere il risarcimento dei danni conseguenti alla cessione delle partecipazioni dell’istituto nel polo assicurativo acquisito da Apollo.
FCA AVANZA ANCHE GRAZIE ALL’IRAN
Ruggiscono i motori del comparto automotive. Avanza Fiat Chrysler (+5,5% a 6,265 euro), in perfetta sintonia con l’indice Eurostoxx Automotive (+4,5%). A favorire il rialzo stata la notizia che il presidente iraniano Hassan Rohani ha dato il via libera all’importazione di automobili statunitensi. Il primo cargo sarà composto da 200 Chevrolet e, se la consegna andrà a buon fine, si tratterà di una svolta storica nei rapporti tra Washington e Teheran, interrotti dal 1979. Sergio Marchionne ha intanto rivelato che i conti del secondo trimestre stanno andando bene.
Exor +6,4%. Fca ha annunciato che avvierà un’inchiesta sull’incidente che ha ucciso l’attore di “Star Trek” Anton Yelchin con la sua Jeep Grand Cherokee del 2015, oggetto di un “recall”. Secondo quanto riferito dalla polizia ieri, sembra che Yelchin sia sceso dall’auto nel ripido viale della sua casa di Los Angeles e che il Suv sia partito, bloccandolo contro una staccionata.
VOLKSWAGEN, VICINA LA PACE IN USA. JP MORGAN PREVEDE AUMENTI STELLARI
Prende intanto il volo Volkswagen: +5%, a 124,85 euro, dopo che JP Morgan ha alzato la raccomandazione a Outperform da Neutral, portando il target pice a 185 euro da 168 euro. Secondo la Banca Usa, nei prossimi tre anni Volkswagen potrebbe mettere a segno in Borsa performance stellari se, come sembra probabile, raggiungerà un accordo con le autorità Usa per uscire definitivamente dallo scandalo delle emissioni truccate sui motori diesel, il cosiddetto Dieselgate. L’intesa dovrebbe prevedere risarcimenti ai proprietari attorno a 6,5 miliardi di dollari, più 3,5 miliardi destinati al governo Usa e alle autorità della California.
Finora la Casa tedesca ha accantonato 16,2 miliardi di euro per coprire i costi dello scandalo, compresi risarcimenti e spese legali. Volkswagen dovrà presentare un’ipotesi di accordo al Tribunale americano entro il prossimo 28 giugno.
Tra gli altri industriali, in evidenza Leonardo (+4,7%), che ha siglato un accordo con RN-Aircraft, controllata Rosneft, per la vendita di 20 elicotteri commerciali AgustaWestland AW189. La consegna è prevista per il 2018.
TELECOM +3,3%: IN BRASILE FALLISCE LA RIVALE 0Ì
Avanza Telecom Italia (+3,3%), che avrebbe deciso di anticipare la pubblicazione dei risultati semestrali dal 4 agosto al 26 luglio. Il prossimo CdA approverà anche il nuovo piano di taglio costi in Tim Brasil. Intanto la crisi carioca ha mietuto la prima vittima: Oì, il terzo gestore brasiliano, ha dichiarato bancarotta sotto la pressione di oltre 19 miliardi di debiti.
LONDRA SPINGE FALCK, RECORDATI DEBUTTO POSITIVO TRA I BIG
Recordati (+3,3%) ha debuttato nell’indice principale FtseMib, da dove è uscita Anima (+1,8%). Falck Renewables brilla in rialzo del 7% a 0,8070 euro. La società ha sottoscritto con Vattenfall, uno dei maggiori player energetici in Europa, contratti per la vendita dell’energia elettrica prodotta da tre parchi eolici nel Regno Unito, aventi complessivamente una potenza installata pari a circa 105 MW.