Cresce la fiducia sui mercati alla vigilia degli appuntamenti più attesi: i dati sull’occupazione Usa, che oggi dovranno confermare la ripresa della congiuntura (previsti 195 mila nuovi occupati); l’avvio domani del congresso del partito comunista cinese, da cui potrebbero arrivare nuovi stimoli all’economia. Clima positivo anche in Europa, in vista del direttivo della Bce di giovedì prossimo.
In questa cornice Wall Street ha messo a segno un altro rialzo: l’indice S&P 500 +0,4%, si è ulteriormente avvicinato ai prezzi di inizio anno (-2,5%), Dow Jones +0,3%. Nasdaq +0,1%. Fa ben sperare la tenuta del settore terziario ed il fatto che, per il secondo giorno di fila, i rialzi si sono concentrati nel finale della seduta.
Piace anche la relativa stabilità del petrolio che consolida i recenti guadagni (+30% nelle ultime tre settimane). Ne approfittano i titoli dell’energia: Conoco Philips +5,7%. Chesapeake Energy , società specializzata nello shale gas, ha messo a segno un nuovo balzo (+25%). Bene il settore energy anche a Piazza Affari: Eni ha guadagnato l’1,3%, Tenaris il 2,2%, Saipem lo 0,7%.
LA CINA GUARDA AL CONGRESSO. IL BRASILE FESTEGGIA O GUAI DI DJLMA
L’Asia si avvia intanto a chiudere la settimana migliore degli ultimi cinque mesi: Tokyo, stamane +0,4%, ha guadagnato nelle ultime cinque sedute il 4,7%. Hong Kong +0,3%, così come Shanghai-0,9% in attesa delle indicazioni che domani darà il premier Li Kequiang. Spuntano alcuni segnali promettenti per il Drago: si rafforzano le quotazioni del rame, la materia prima più legata al ciclo industriale cinese, l’esplosione della crescita del credito, che potrebbe preludere ad un rimbalzo degli investimenti.
Sul fronte degli Emergenti merita attenzione il Brasile. Dall’economia arrivano nuovi segnali drammatici, a partire dalla conferma del calo dl Pil -3,8%. Ma il Bovespa, l’indice della Borsa locale, ha risposto con un aumento del 5%. A sostenere il rialzo è stata la notizia che la magistratura si accinge ad incriminare il presidente Djlma Roussef, colpevole a detta del mondo degli affari del rapido deterioramento dell’economia.
PIAZZA AFFARI IN RIALZO PER IL SESTO GIORNO CONSECUTIVO
I listini del Vecchio Continente si avviano ad un’apertura in cauto rialzo. I futures segnalano Londra e Francoforte +0,4%. Debole Parigi -0,2%. L’Europa, con l’eccezione di Piazza Affari, ha rallentato ieri la corsa in attesa del meeting della Bce di giovedì prossimo. Sul fronte macroeconomico l’indice Pmi della zona euro è sceso a 53 il mese scorso dal 53,6 di gennaio, la lettura più bassa dall’inizio del 2015. Ma il dato deludente secondo Chris Williamson, responsabile di Markit, “non fa che aumentare le chances che la Bce agisca in maniera aggressiva per scongiurare un’altra recessione”.
Piazza Affari, il mercato migliore, ha comunque messo a segno il sesto rialzo consecutivo: +0,8%., unico listino ad aver registrato una chiusura con il segno più. Parigi e Francoforte hanno chiuso in calo dello 0,4%. Londra -0,27%.
Lo spread Btp-Bund chiude in leggero rialzo a 125 punti base e rendimento all’1,43%. In un sondaggio tra gli operatori la possibilità di un aumento degli acquisti mensili della Bce viene data al 60%. Oggi il Tesoro offre fino a 2 miliardi di titoli scadenza 2017/18 da scambiare con Btp 9/2028.
BOLLORE’ IN PRESSING SU TELECOM ITALIA +5,7% E GENERALI
E’ salita all’improvviso alla ribalta Telecom Italia (+5,7%) a ridosso della quotazione di 1 euro. Gli acquisti sull’ex incumbent sono lievitati nel pomeriggio dopo la notizia dell’incontro a Parigi tra l’ad Marco Patuano e il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine. Secondo i primi rumors, si profila un possibile cambio della guardia al vertice: Vivendi, forte ormai del 23,8%, intende imprimere un cambio di passo alla gestione e avrebbe già avviato contatti con alcuni possibili candidati alla poltrona di numero uno. Al di là delle indiscrezioni, la missione parigina di Patuano è servita a fare il punto sui dossier caldi, a partire da Metroweb per cui è previsto in settimana un incontro decisivo con la Cdp e da Inwit, per cui è in arrivo la proposta vincolante di F2i e Cellnex in risposta all’ofefrta di Ei Towers.
E’ sempre più fronte, comunque, l’impronta di Vincent Bolloré, presidente di Vivendi e secondo azionista di Mediobanca, sul business italiano. Il finanziere bretone è il primo sponsor di Philippe Donnet attuale ad di Generali che in settimana dovrebbe essere designato a succedere a Mario Greco al vertice del Leone.
AUTOMOTIVE ALLA RISCOSSA: BENE FCA, BREMBO SUPERSTA
Morgan Stanley ha definito in un report Sergio Marchionne “un talento unico, aggressivo e opportunistico”. La conferma è arrivata dall’ennesima sortita a sorpresa del manager che, in occasione del salone di Ginevra, si è offerto per collaborare alla prossima Apple car. “Suppongo – ha detto parlando con Bloomberg- che abbiamo la credibilità necessaria per essere uno dei player di riferimento per loro”.
Intanto Fiat Chrysler ha messo a segno un guadagno del 2,2%. Carlos Tavares, ceo di Peugeot +3,3% a Parigi si è detto pronto ad avviare colloqui con il gruppo italiano per possibili integrazioni. “Ci possono essere sinergie di ogni tipo: geografiche, tecnologiche, sui motori, di prodotto”.
Sul fronte automotive da segnalare l’ottima performance di Brembo (+11,4%). La società leader internazionale nei freni per veicoli alto di gamma ha annunciato i risultati del 2015, chiuso con un utile netto in crescita del 42% a 184 milioni di euro, superiore alle stime del consensus che indicava 172 milioni. La società distribuirà un dividendo di 0,80 euro per azione, invariato rispetto all’anno scorso.
Per il 2016, si legge nel comunicato, “i dati relativi ai primi mesi dell’anno ci consentono di guardare al futuro con prudente ottimismo, sebbene in un quadro globale di forte volatilità”.
EDITORIA: PERDE APPEAL RCS, PIACE IL GRANDE ESPRESSO
Tante e di varia natura le reazioni sui mercati alla rivoluzione della carta stampata innescata dall’operazione La Stampa-L’Espresso e dall’annuncio dell’uscita di Fca dal Corriere della Sera.
Rcs Mediagroup è caduta in ribasso del 7,8% a 0,562 euro. La reazione si giustifica con il rischio dell’offerta di titoli sul mercato legata alla distribuzione delle azioni oggi in mano a Fca tra gli azionisti del gruppo: difficile che i soci esteri (maggioritari in Fca) non cedano le azioni editoriali, così come farà, nel prossimo marzo, la stessa Exor che si libererà del 5% in arrivo dallo split. Però nel medio termine, sostiene Equita, il titolo potrebbe trarre vantaggio dalla maggior contendibilità.
Tra i possibili pretendenti alla leadership, secondo il broker, merita attenzione Cairo Communication (-1% in chiusura). Dopo l’addio di Fiat Chrysler, nel capitale della casa editrice milanese il primo socio diventa l’imprenditore Diego Della Valle (gruppo Tod’s) con il 7,3%, seguito da Mediobanca (6,2%), dal fondo Schroeder (5%) e da Urbano Cairo (4,6%).
L’Espresso (+2%) segna un altro consistente rialzo il giorno dopo il boom provocato dall’annuncio dell’accordo con Fiat Chrysler e con la famiglia Agnelli. Il mercato ha premiato la nascita del guppo leader dell’editoria italiana, che sarà governato da un patto di sindacato tra Cir, diluita dall’attuale 54 al 45% e la holding Exor che manterrà il 5%. La fusione avverrà sulla base di un concambio che sarà stabilito negli accordi definitivi, subordinatamente alla due diligence e ad altre condizioni.
La conclusione di tutta l’operazione è prevista fra un anno circa (primo trimestre 2017). Con i rialzi degli ultimi due giorni L’Espresso capitalizza in Borsa 426 milioni di euro. Il titolo ha segnato lo scorso 11 febbraio il minimo degli ultimi tre anni (marzo 2013), dopodiché è scattata una vigorosa reazione che lo ha portato a guadagnare il 46% in tre settimane.
Kepler Cheuvreux ha alzato la raccomandazione a Buy da Hold e ha alzato il target price a 1,20 euro da 1,0 euro. Mediobanca Securities definisce il deal come una “grande combinazione creatrice di valore”.
L’effervescenza sul fronte dei media ha fatto bene anche a Mediaset (+2,7%). Banca Akros ha confermato la raccomandazione accumulate e il prezzo obiettivo a 3,8 euro dopo la performance negativa degli ultimi tre mesi e tenendo conto dell’appeal speculativo del settore.
BANCHE: STRAPPO DI INTESA. GALOPPANO MPS E CARIGE
Ancora in evidenza le banche. A Piazza Affari, la migliore blue chip è stata Monte Paschi (+6%). Fa ancor meglio Banca Carige (+6,4%) il giorno dopo la presentazione della lista di maggioranza dei candidati al nuovo consiglio di amministrazione.
Galoppa anche Intesa che ha guadagnato il 4%. Unicredit +0,6%. Avanza a strappi la trattativa tra Banco Popolare (+0,7%) e Banca Popolare di Milano (+0,1%). Pare che ci siano stati passi in avanti nelle trattative con la Banca Centrale Europea, il soggetto che deve approvare la fusione: sembra che dopo le ultime modifiche al piano, l’operazione possa essere approvata senza che si debba passare da un aumento di capitale.
D’AMICO: A QUESTI PREZZI LA CEDOLA RENDE IL 5,6%
Ottima performance di d’Amico International Shipping (+5,9%) dopo l’annuncio dei conti 2015. La società, tra i leader mondiali nel trasporto marittimo di prodotti petroliferi raffinati, ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 54 milioni di dollari rispetto a una perdita di 10,6 milioni di un anno fa.
Alla luce del risultato, il migliore dal 2009, la società attiva nel trasporto marittimo, proporrà alla prossima assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,03 dollari per azione pari a uno yield, ai prezzi attuali, del 5,6%. Sul titolo Banca Imi ha un target price di 0,94 euro, e una raccomandazione Buy.